PRESCRIZIONE: DAL VERTICE LA MAGGIORANZA ESCE SPACCATA

La maggioranza esce spaccata dal vertice a Palazzo Chigi sulla riforma del processo penale e sulla prescrizione. L’accordo raggiunto, e che vedrà il testo sulla riforma del processo penale approdare in Cdm lunedì prossimo, ha coalizzato M5S, Pd e Leu, mentre Italia Viva, si è tolta dall’intesa.
Alla fine sono solo tre le forze politiche che si sono trovate d’accordo, lunedì ci sarà un Cdm straordinario sulla riforma del processo penale, per abbreviarne i tempi.
A margine del vertice Alfonso Bonafede si è detto soddisfatto: “E’ quello che aspettavamo da tempo, lunedì verrà approvato il disegno di legge delega in Cdm, e finalmente si parte con la riforma per abbreviare i tempi, Italia Viva si prenderà le sue responsabilità. Respingo il fatto che ci siano state chiusure e rigidità”, e aggiunge “Non mi si dica che non c’è stato dialogo o coinvolgimento. Penso che ormai saremo all’ottavo vertice sulla giustizia…”. E conclude: “Il rinvio della prescrizione, ovvero il cosiddetto Lodo Annibali al milleproroghe, “da parte mia non è mai stato preso in considerazione”.
Un compromesso che funzionerebbe così: la prescrizione cammina in modo diverso per assolti e condannati. Come del resto aveva già proposto il premier Conte nell’ultimo vertice sulla giustizia. Per i primi, cioè per gli assolti, continua a correre. Per i condannati invece si blocca. Il processo d’appello deve durare un tempo stabilito, due anni, con un possibile sforamento di sei mesi. Previste sanzioni disciplinari per i giudici “lumaca”. Nel caso in cui il condannato in primo grado venga assolto in appello, è suo diritto recuperare anche il periodo equivalente della prescrizione che nel frattempo è rimasta congelata. 
 
Italia viva ha risposto no a questa ipotesi. La considera ininfluente e non garantista. I renziani chiedevano solo il rinvio sic et simpliciter della prescrizione. E hanno annunciato che voteranno l’emendamento Annibali al decreto Milleproroghe per far slittare di un anno la riforma. E non si fermeranno lì. Il 24 febbraio in Aula alla Camera diranno sì alla proposta di legge del forzista Costa: se venisse bocciata, sono pronti a presentarla anche al Senato con la firma di Matteo Renzi

Ma Alfonso Bonafede ha proseguito spiegando che la riforma abbrevia i tempi del processo. “In questi giorni ho ascoltato davvero di tutto con umiltà e attenzione, però credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che i tempi del processo devono essere abbreviati. Considerando che la riforma della prescrizione avrà effetti, anche nella versione del lodo Conte bis, tra due-tre anni, abbiamo tutto il tempo di riformare il processo penale, finalmente. Perché anche gli italiani sono stufi di discussioni create ad arte per distrarre”.

“Nel momento in cui si stabilisce che dopo il primo grado c’è l’interruzione, ma se sei assolto in secondo grado, dunque innocente, recuperi i tempi di prescrizione – sempre con la possibilità di svolgere il grado in Cassazione – nel quale – si sia raggiunto un punto di equilibrio importante”.

Bonafede conferma per lunedì il Cdm straordinario che approverà queste due norme: “uno sarà il disegno di legge delega, l’altro, stiamo valutando, potrebbe essere un decreto legge”, afferma ancora il ministro della Giustizia. Nello specifico, il ddl delega riguarderà, ovviamente, la riforma del processo penale, mentre un dl potrebbe introdurre il cosiddetto lodo Conte bis.

In una nota diramata dopo il vertice, si legge che: “il presidente del Consiglio Giuseppe Conte era e resta interessato a varare una complessiva riforma del processo penale in modo da accelerare i tempi della giustizia. Quanto al tema della prescrizione, non ha mai ritenuto che questo specifico profilo di disciplina fosse tale da oscurare

La nota prosegue: “Ad ogni buon conto si è speso anche su questo tema della prescrizione per trovare un punto ancora più avanzato di mediazione rispetto al cosiddetto lodo Conte, pervenendo a formulare una nuova proposta efficace sul piano tecnico giuridico e utile a contemperare due distinti interessi, che vanno tenuti in bilanciato equilibrio: da una parte evitare la denegata giustizia che – come spesso è accaduto nella storia giudiziaria italiana – ha comportato che i processi si concludessero senza una sentenza di merito, di assoluzione o di condanna che sia; dall’altro l’interesse alla durata ragionevole del processo, costituzionalmente garantita”.

Su twitter Andrea Orlando del Pd sottolinea che: “Se ho capito bene con l’interruzione della prescrizione al secondo grado di giudizio Bonafede ha rinunciato all’80% delle sue pretese. Con una buona riforma del processo penale le garanzie possono addirittura aumentare. Un successo per il Pd. IV dice di no. Forse per questo”.