LA MANIFESTAZIONE DEI 5 STELLE CONTRO I VITALIZI. E SI RISCOPRONO FUORI DAL SISTEMA

Il M5s torna alle origine e dopo la notizia che la Commissione Contenziosa del Senato avrebbe intenzione di ripristinare i vitalizi a 700 ex senatori colpiti dal ricalcolo su base contributiva ha deciso di scendere in piazza con una manifestazione di protesta il 15 febbraio a Roma anche contro la riforma della prescrizione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Il reggente Vito Crimi a dato l’annuncio della mobilitazione anti-privilegi. “Il MoVimento 5 Stelle si è battuto come un leone per cancellare i vitalizi. Ora qualcuno vuole riprenderseli. Non possiamo permetterlo. Dobbiamo reagire, manifestando – pacificamente – il nostro dissenso. Per questo vi chiediamo di unirvi a noi e di ritrovarci tutti insieme in piazza a Roma. L’appuntamento è per sabato 15 febbraio, alle ore 14, in Piazza San Silvestro”. Lo ha annunciato il capo politico del M5S Vito Crimi sul blog delle Stelle. 

“Sul rischio di ripristino dei vitalizi “davanti a questa ennesima vergogna tante persone hanno espresso indignazione, arrivando a proporre su Facebook una manifestazione al Senato. Noi siamo pronti, ci siamo. E accogliamo con entusiasmo questa iniziativa spontanea e pacifica”. 

Anche l’ex capo politico Luigi Di Maio  in una diretta su Facebook è tornato a parlare dopo il lungo silenzio post-dimissioni: “Sapevamo che il sistema voleva cancellare le nostre leggi ma allora c’è una sola risposta: il popolo italiano, che deve manifestare pacificamente contro questo osceno atto di restaurazione che inizia con questo atto di vitalizi. Io il 15 febbraio sarò con voi”. E prosegue “Questa è una stagione in cui stiamo vedendo un comportamento da parte delle forze politiche che è veramente indescrivibile. Abbiamo fatto i vitalizi e loro se li vogliono riprendere, abbiamo fatto la prescrizione, che è legge dello Stato, e adesso la stanno provando a mettere in discussione per cancellarla. C’è chi sta lanciando un referendum contro il reddito di cittadinanza per metterli chissà in quale privilegio”. Poi conclude: “Allora il popolo deve scendere pacificamente in piazza per manifestare contro questo osceno atto di restaurazione”.

Sui vitalizi l’accusa che fa Di Maio è molto più aspra e la rivolge al presidente della commissione Conteziosa, Giacomo Caliendo: “Un senatore di Forza Italia che, se la Commissione accoglierà i ricorsi, avrà il vitalizio quando smetterà di fare il senatore: una persona in totale conflitto di interessi”. Ma Caliendo, in una nota, subito respinge le critiche. E risponde immediatamente, fa sapere di aver deciso che si asterrà dal processo sui vitalizi su cui dovrà decidere la commissione: “Pur non avendo nessun problema di conflitto di interessi, ho raggiunto la decisione di astenermi da quel processo, ha annunciato in Aula. Lo faccio per difendere il Senato e i principi dell’autodichia che sarebbero messi in forse da iniziative che crescono per impedire che sia assunta una decisione corretta con le regole del diritto e non con la forza della maggioranza”.

Per l’esponente di Forza Italia la politica deve rimanere fuori dal merito della decisione sui vitalizi: “La politica valuta l’opportunità, che non può essere valutata dal giudice. Il giudice deve svolgere la sua funzione, ma ho visto che vi è un coacervo di iniziative per distruggere l’immagine del Senato e l’autodichia”.

Ma a stretto giro risponde l’M5S al Senato che in una nota commenta così: “Il gesto del senatore Caliendo arriva in modo del tutto tardivo. L’intreccio di interessi dentro la commissione è inaccettabile, Caliendo avrebbe dovuto rinunciare fin dall’inizio, senza guidare quell’organo in tutta la fase istruttoria. Era evidente che non fosse la persona adatta: ha maturato il diritto al vitalizio e la sua storia politica e istituzionale lo pone molto vicino ad altri beneficiari. Meglio tardi che mai, ma non basta: quella commissione deve essere azzerata per ridare al giudizio le necessarie serenità e indipendenza”.
Insomma l’M5s torna in campo e lo fa senza mezze misure, con la forza di un leone ferito, ma non battuto.