MIMMO

DI RINO GIRIMONTE

Mimmo Lucano, oggi a Caccuri, ospite del Premio Letterario,
e quanto avrei voluto esserci per dirgli grazie. Grazie per i suoi sorrisi di umanità, per come teneva in braccio quei bambini, per la mano che hai dato agli ultimi, per tutto il vento che hai saputo raccogliere. Per non farlo disperdere, nonostante le picconate che la peggiore Italia ha inferto alla speranza.
Mi è stato impossibile esserci, e allora questo è il mio benvenuto d’affetto che ti mando dalla Spagna.

Ti ascolto e le parole stentano a prender forma, chiedono permesso, le costruisci mattone a mattone, con fatica e, timide, appaiono, in cerca di una sistemazione. L’accento ti tradisce e mi appartiene, umile e dolce, piccante e saporito come i prodotti della terra che sono nostri, e dalla Sila scendono alla marina. Siamo il meglio, siamo le nostre contraddizioni, siamo gocce di pioggia, nessuna è uguale all’altra e insieme fanno un temporale. E, come in un’odissea di un Omero minore, un vascello s’incaglia sulla spiaggia e ne sbarcano testimoni d’umanità cancellata, sopravvissuti di guerra e miseria, attratti dalle luci, spinti dalle ombre. Ed il mare ti offre l’occasione per fare dei tuoi sogni botteghe di convivenza, un cammino di comunità, tu che aggiungi e non scarti, tu che raccogli telline e briciole di civiltà. Sento il tuo dire, in sofferenza, come doglie prima del parto. Ascolto chi ti odia, a te e alla tua gente, e sento il gracchiare dei corvi. Mimmo e la responsabilità della resistenza, tu che non ti sottrai alle conseguenze della disobbedienza, tu che onori la Costituzione. E te ne vai in giro come un fantasma e tutti ti offrono alloggio, a te che hai popolato il borgo dei due giganti, e tu in mezzo, piccolo grande sognatore. Ma a me piace pensarti come un contagio di seconda ondata, che si espande, ed in ogni municipio un sindaco buono e tutta la popolazione che apre le braccia, disposti a questa esperienza di umanità, di integrazione, di colori e di parole tenere come carezze sul volto di abitanti di mondi diversi, in condominio su questa terra, che è di tutti.

#RinoGirimonte

Nato calabrese nella penuria degli anni ’50, a Roma sono cresciuto, ho frequentato la scuola della strada, l’università di filosofia e delle lotte, piccole e grandi patrie mi abitano ” amo la libertà delle righe sussurrate, insurrette, in eterna guerra contro le frasi armate”.