LO STATO DELL’UNIONE: UN’EUROPA SEGNATA DAL COVID CHE DEVE CAMBIARE

DI ENNIO REMONDINO

Riduzione delle emissioni di gas del 55% entro il 2030, solidarietà sanitaria, salario minimo, lotta al razzismo, sviluppo del digitale. “Non lasciare indietro nessuno”, progettare e realizzare un’Europa moderna (“banda larga anche nel più piccolo villaggio”), conseguire “un vero piano per la ripresa” (Next Generation Eu). Ma sui migranti prepara la stretta: più rimpatri che accoglienza

La pandemia ha scoperto le nostre debolezze

Nel suo primo ‘Discorso sullo stato dell’Unione’ al Parlamento europeo a Bruxelles. E la pandemia da Covid ha attraversato l’intero discorso e l’agenda Ue. «Dobbiamo costruire una ‘Unione della sanità’ – ha affermato Von der Leyen – Organizzeremo un vertice globale sulla sanità in Italia per dimostrare che l’Europa c’è per proteggere i suoi cittadini». «Nessuno sarà sicuro finché non saremo sicuri tutti». «Il cambiamento che stiamo progettando non dev’essere imposto dall’emergenza della pandemia, ma rispondere a un progetto di trasformazione dell’economia (Green Deal), degli stili di vita, della presenza Ue nel mondo».

«La pandemia non è superata, per questo dobbiamo anzitutto esserci per chi ha bisogno, unendo le nostre forze. Malattia, disoccupazione e povertà le tre grandi questioni da affrontare con urgenza, anche attraverso la costruzione di un’economia umana».

Immigrazione e rimpatri

Versa l’abolizione del regolamento di Dublino in tema di immigrazione: «Lo rimpiazzeremo con un nuovo sistema europeo di governance delle migrazioni. Avrà strutture comuni per l’asilo e per i rimpatri, insieme a un forte meccanismo di solidarietà».

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