IL NUOVO DPCM: UN’ITALIA IN SEMI-LOCKDOWN

Di Marina Pomante

Il premier ha firmato il nuovo Dpcm. Da pochi minuti è terminata la conferenza stampa di Giuseppe Conte in cui ha spiegato le misure che verranno prese e saranno in vigore da domani, 26 ottobre, fino al 24 novembre.

Il Dpcm prevede la chiusura di bar e ristoranti dalle 18 per contenere la pandemia del Coronavirus.

Ha vinto l’esecutivo e la paura, perchè il Covid non ferma la corsa, e la crescita dei contagi è sempre più esponenziale. Il Covid che ogni giorno ci presenta il conto di un sicuro ed ineluttabile disastro sanitario, che ci obbligherà verso la chiusura totale…

Conte è attendista, aspetta i passi dell’Europa, ma la possibilità di un chiusura totale non sembra così lontana e  potrebbe avvenire nei prossimi dieci giorni. Un esecutivo consapevole che questa volta,  le scelte diverranno difficili, ma necessarie, perchè questo nuovo giro di vite, servirà a rallentare il contagio, ma non darà la certezza di aver vinto la battaglia verso questo nemico invisibile. Bisognerà correre il rischio se la situazione non si placherà, lo dicono i numeri, lo dice questa nuova ondata, lo dice la crescita esponenziale… Sarà quello lo scoglio più difficile per questo Esecutivo, accendere il motore di questa macchina trinciatrice che metterà a dura prova il tessuto economico-sociale della Nazione.

Per non parlare dell’emotività di molti italiani che si vedranno decimare tutti gli sforzi fatti… Non sono servite le spese sostenute per poter lavorare nel massimo della regolarità, rispettando il distanziamento, e le varie misure anti Covid.  Ancora oggi si sono visti penalizzare con chiusure al limite del drastico.

Settori già in crisi verranno per l’ennesima volta ‘puniti’.  Dall’1,5 ai 2 milardi è la spesa che sosterrà il governo per molti settori, ma il rischio che molte categorie non saranno protette resta comunque una realtà silente.

Come se il Covid avesse delle ore di aggressività e altre meno…

Ma sembra che la chiusura alle 18 ci preservà maggiormente dal contagio per concentrazione di persone

Ma questo Dpcm si è consumato nella scorsa notte e dall’altra parte del tavolo c’erano le regioni, che battevano i pugni per una chiusura alle 23, ma è stata “concessa” solo l’apertura di bar e ristoranti la domenica e i festivi.

Da fonti di Palazzo Chigi viene detto che il dialogo tra governo, regioni e comuni resta sempre aperto per «l’adozione di misure specifiche legate ad aree territoriali dove si riscontrano maggiori criticità». Decisiva sarebbe stata l’opinione degli esperti del Cts, che vedono nell’apertura domenicale un’alternativa utile per evitare la riunioni familiari. Ieri erano stati proprio i governatori  con una lettera, a chiedere che fosse scongiurata la sostanziale cancellazione della cena al ristorante nei giorni festivi, fissando la chiusura per le 23.

E proprio a sostegno delle attività che subiranno limitazioni, dalla ristorazione alle strutture sportive, passando per quelle dello spettacolo, il governo sta valutando delle misure di ristoro da 1,5 a 2 miliardi di euro. Un punto sul quale i governatori avevano battuto fino all’ultimo vertice.

Altro punto che non ha trovato la richiesta da parte dei presidenti delle Regioni è quello dei tamponi, che i governatori vorrebbero effettuare solo per chi ha sintomi e per i contatti stretti con i soggetti positivi, che siano familiari o conviventi.

 

Il nuovo Dpcm del 25 ottobre 2020

Inoltre

No spostamenti non necessari

Il nuovo Dpcm raccomanda «a tutte le perone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi». Dunque, si esce di casa solo per casi strettamente necessari, evitando attività non essenziali. Al momento nessuna limitazione alla mobilità tra comuni o regioni.

No ad ospiti in casa

Con riguardo alle abitazioni private, «è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza». Ai datori di lavoro privati si raccomanda «fortemente l’utilizzo della modalità di lavoro agile». Più smart working, meno lavoro dall’ufficio.

Locali aperti dalle 5 alle 18

Per «bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie» l’apertura è prevista dalle 5 alle 18, con servizio ai tavoli da massimo quattro persone «salvo che siano tutti conviventi». L’asporto e il servizio a domicilio è consentito fino a mezzanotte. Vietato, quindi, consumare cibi e bevande nei locali e nelle vicinanze dopo le 18. Restano aperti «gli esercizi di somministrazione alimenti e bevande nelle aree di servizio e nei rifornimento carburante nelle autostrade».

Obbligo delle mascherine

Il Dpcm prevede «l’obbligo di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie nonché l’obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi». Esclusi dall’obbligo della mascherina solo i bambini sotto i 6 anni, chi svolge attività sportiva (purché rispettosi del distanziamento) e i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei dispositivi di protezione individuale.

Stop feste di matrimonio o battesimo

Anche se non vengano fermate le cerimonie anche religiose, come battesimi e matrimoni, sono vietate le feste che ne seguono, con l’eliminazione quindi del limite dei 30 partecipanti, in vigore con il precedente Dpcm.

Stop palestre e piscine, sì allo sport all’aperto

Si fermano palestre alle piscine. Sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra. Chiudono anche centri benessere e termali, tranne quelli che «erogano prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza». Sospesa l’attività sportiva dilettantistica di base e gli sport di contatto. Rimane consentita l’attività sportiva all’aperto sempre con distanziamento.

Chiusi, inoltre, gli impianti sciistici Gli stessi, però, possono essere «utilizzati solo da parte di atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale da Coni e Cip per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali e internazionali». Gli impianti sono aperti agli sciatori amatoriali – si legge – «solo subordinatamente all’adozione di linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome» e comunque dovranno essere validate dal Cts.

Didattica a distanza nelle scuole

Il Dpcm chiede espressamente alle «istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado» di «incrementare il ricorso alla didattica digitale integrata per un quota pari almeno al 75% modulando la gestione degli orari di ingresso e uscita degli alunni anche con turni pomeridiani». L’ingresso a scuola non deve avvenire «prima delle 9». L’obiettivo è quello di evitare orari di punta, specialmente sui mezzi pubblici sovraffollati. Dunque, nella versione definitiva, diversamente dalle precedenti bozze circolate, sarà possibile andare oltre il 75% di didattica a distanza, venendo incontro alle Regioni che chiedevano la Dad al 100%. Sospesi i viaggi d’istruzione e le visite guidate.

Stop teatri e cinema, restano aperti i musei

Chiudono anche cinema e teatri («sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto e cinematografiche»), lo conferma il ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini. Restano aperti, invece, i musei «a condizione che garantiscono modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone e da consentire che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro».

 

 

Stop a convegni e fiere

Stop anche a sagre, fiere, convegni e congressi concedendo a ogni manifestazione pubblica lo svolgimento solo «in forma statica» e sempre con il rispetto del distanziamento. Salta il divieto per concorsi pubblici e privati che, invece, era stato inserito nell’ultima bozza del Dpcm. Sospese sale gioco, sale scommesse, bingo e casinò; stop a «sale da ballo, discoteche e locali assimilati all’aperto o al chiuso».

#MarinaPomante

libero professionista, con la passione della scrittura. Spirito libero, impegnata nel sociale, con lo sguardo rivolto sempre agli ultimi. Sempre attenta ad un’informazione ricercata e attuale. Collabora con più testate, e blog. Scrive tra sogno e realtà.
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