HA DATO UN TAGLIO NETTO COL PASSATO

Di Sergio Garbellini

L’amante aveva sorpassato ogni limite ! … (di Sergio Garbellini)

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“La mia consorte sta per partorire,
stasera l’ho portata all’ospedale,
non posso accontentarti, mi dispiace,
mi sentirei impedito nel morale !
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T’ho soddisfatta per diciotto mesi,
per una sera lasciami tranquillo,
domani all’alba torno da mia moglie
non mi far stare sempre con l’assillo
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di correre ogni volta a casa tua,
almeno in questa dolce circostanza,
domani dovrà nascere mio figlio,
ti prego, abbi un po’ di tolleranza !”
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Così le disse Davide all’amante
che aveva sempre il fuoco nelle vene,
la quale gli rispose inviperita:
“Vediam se veramente mi vuoi bene,
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… di corsa vieni qui a casa mia,
così stanotte sarà tutto sesso !
Avanti su, raggiungimi, t’aspetto !
Mi sentirò una schiava in tuo possesso !”
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Ma Davide rispose: “Margherita,
ti prego, cerca un po’ di ragionare,
la mia consorte è in preda delle doglie,
non mi potrei davvero perdonare
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che mentre lei soffriva, io godevo,
non posso agire come un delinquente,
mi sentirei colpevole per sempre,
ti chiedo scusa, è troppo irriverente !”
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L’amante nel sentire queste scuse,
gridò al cellulare: “Uomo inerme !
Ti dò tutta me stessa e ti rifiuti !
Pidocchio, timoroso, sei un verme !
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Se tu non vieni questa notte stessa,
non metterai più piede in casa mia,
adesso chiamo Giorgio il palestrato,
consumerò con lui la frenesia !”
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E lui rispose: “Fai come ti pare !
Mi sembri una cavalla imbizzarrita,
soddisfa la tua brama con chi vuoi,
non voglio entrar mai più nella tua vita !”
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E mentre richiudeva il cellulare
sentiva le minacce impetuose,
ma Davide non era in condizioni,
provava sensazioni assai nervose,
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perché le doglie davano dolori,
telefonò più volte in direzione
ed al mattino presto con il buio
e in preda alla più vivida emozione
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andò nel salottino ad aspettare …
Passò un’infermiera e lui ansioso
le chiese se sapeva qualche cosa
e gli rispose in tono premuroso:
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“Il parto è andato bene, la signora
si deve riposare è assai stressata,
se lei mi segue le farò vedere
il suo bambino dietro la vetrata …”
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Il piccolo all’interno della culla
muoveva le gambette disperato,
però non si poteva veder bene,
ma Davide era già più sollevato.
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Più tardi andò a trovare la consorte
e le sembrò ancora assai provata,
la gravidanza molto sofferente
l’aveva resa alquanto affaticata !
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Il coniuge andò vicino al letto
cercando di volerla consolare
dicendole: “Adesso col maschietto
ci dovremo ancor più sacrificare !”
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La moglie gli sorrise compiaciuta
e lui aggiunse: “Sei ancor sfinita,
dovrai ristabilirti molto presto,
domani cominciamo un’altra vita !”
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SERGIO GARBELLINI

Autore di varie raccolte di poesie (tra cui : LA VITA E’ DONNA, L’ALDILÀ’, LE MIE POESIE ecc. caratterizzate da uno stile popolare, del tutto personale, con tendenza alla razionalità, per meglio illustrarne gli aspetti interiori ed esteriori dell’animo umano, ma, soprattutto, prive di ermetismo) annovera, sempre in ognuna di esse, un qualcosa di particolare che è parte integrante dei suoi concetti poetici, analizzando in modo profondo le sensazioni, le speranze, i problemi, le esperienze, le delusioni ed i desideri di ognuno di noi.
I brani non vertono sulla classica sublimazione di cui, molto spesso, si servono i poeti nel decantare le loro ispirazioni, ma hanno una propria fisionomia che rispecchia fedelmente il linguaggio unico dell’Autore nell’esporre fedelmente l’interiorità dell’animo in rapporto alla vita sociale e sentimentale delle persone.

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