IL MES SPINGE GIORGETTI ALLA GUIDA DELLA LEGA?

DI MARINA POMANTE

 

Diverse sfumature, diversi punti di vista, ma più lapidariamente, posizioni antitetiche quelle tra il numero uno e il numero due della Lega sui soldi dell’Europa.
Salvini contro Giorgetti, ma sarebbe corretta la versione che vede Giorgetti vs Salvini. I due in effetti hanno più volte sfiorato lo scontro, ma la scesa in campo di Giorgetti ai danni del leader del Carroccio è stata sempre rimandata, con pazienza e osservanza della gerarchia da parte di Giancarlo Giorgetti. Stavolta però proprio non ce l’ha fatta a mordersi la lingua e ha aperto il fuoco della logica e della praticità contro la linea intransigente e dalle connotazioni squisitamente propagandistiche che fanno puntare i piedi a Salvini sulla ormai consumata questione del Mes.

Le opposte ragioni

Il segretario leghista è più che convinto che “non esista un Mes senza condizioni”, e sostiene e grida in faccia a chi s’illude del contrario, che quello sia piuttosto un cappio col quale Germania e Olanda intendono impiccare il nostro Paese.
E’ convinto che alla fine Conte accetterà il Mes e questo provocherà una spaccatura nel Movimento 5 Stelle, che farà aprire la crisi di governo e si andrà finalmente a votare per un nuovo esecutivo.

Previsione a lieto fine secondo il pensiero di Salvini, lo stesso Salvini che fomentava folle all’insegna di “governo di incapaci”; “traditori”; “alzeranno le tasse e ne metteranno di nuove”; “impoveriranno le famiglie italiane”; “ritoccheranno l’Iva”; “il debito ricadrà sulle future generazioni”… Tutte cose che puntualmente non sono avvenute e che anzi dal governo è arrivata la smentita coi fatti che hanno visto in risalita il Paese (fino all’inevitabile crisi sanitaria ed economica per effetto della pandemia).

Da Giorgetti arrivano bordate che mettono in discussione le convinzioni politiche e l’analisi ottimistica del leader. Non si dice per nulla schifato il numero due della Lega sull’opportunità di fruire dei fondi del Mes e infatti (come riferiscono fonti vicine ai vertici leghisti), lo dice senza troppi giri di parole proprio a Salvini. Spiegando che in questo momento ogni risorsa che si può ricevere dall’ Europa è indispensabile, soprattutto se è la Bce a fornire la garanzia e il prestito è quasi a tasso zero. Giorgetti incalza e afferma che sui 37 miliardi che proverrebbero dal Mes, da destinare alla spesa sanitaria, non c’ è alcuna controindicazione. Chiude il suo j’accuse a Salvini con una riflessione che tutto sommato tiene conto del momento e della reale funzione della politica, dice che la Ue in questi anni ha condotto una politica sbagliata, ma la posizione sovranista adesso non è la cosa più intelligente da portare avanti, se vogliamo evitare che il Paese vada “a carte quarantotto”. Pone poi l’accento sulla crisi che proprio a partire dalle imprese del nord, sta strangolando l’economia dell’Italia e delle famiglie.

Una posizione sicuramente possibilista quindi, quella di Giorgetti, e anzi per la verità decisamente favorevole ad accedere ai fondi dell’Europa, siano essi provenienti dal Mes o da qualsiasi altra “diavoleria”. La logica schiacciante fa puntare il dito contro Salvini da molti militanti che però per larga parte, se ne guardano bene dallo schierarsi contro il capo. Ma ormai il dado è tratto e se fin’ora c’era stato un cauto e rispettoso mormorio di Giancarlo Giorgetti contro le decisioni del gradino più altro del vertice, adesso parrebbe iniziata la fase finale della scalata.

La previsione di alcuni osservatori

Dentro e fuori la Lega, alcuni individuano il “normale” processo di avvicendamento che vede capitolare Matteo Salvini in ragione di un ulteriore passo della Lega, la quale, almeno in questo caso e in questo periodo di emergenza, tenderà a mettere da parte i sentimenti sovranisti e anti-europeisti, per dar luogo ad una apertura alle possibilità che dovessero provenire dalla Ue.
In poche parole: Contiamoci… Turiamoci il naso e accogliamo la mano “amica” portatrice di soldi dell’Europa. Scordiamoci di certe ispirazioni integraliste (per ora). Ma soprattutto togliamoci dalle palle un leader che sta diventando sempre più scomodo e che continua a commettere errori, a fare dichiarazioni fallaci, che presta il fianco troppo spesso agli avversari politici per la sua condotta che talvolta sfiora il ridicolo. Ridisegnamo per l’ennesima volta la Lega (fu lega Nord).

Un preludio di una nuova alba

La scelta di andare apertamente contro il Capo in testa su questioni ideologiche e in antitesi col pragmatismo del partito, segna una svolta, qualunque sia la conseguenza che ne deriverà. Il Re è nudo. Ormai.
Stando a quanto siamo abituati a vedere, nel momento in cui Salvini si trova in condizione di svantaggio, attiva i superpoteri e fa cazzate a cascata, facendo annunci e dichiarazioni che si ritorcono contro lui stesso. Questo il buon Giorgetti lo sa bene, e la sua spallata, probabilmente non ha scaraventato giù dal burrone il “vecchio” leader, ma viene da pensare che stia attendendo la reazione autolesionistica che farà fare a Salvini sull’orlo del precipizio, un passo avanti…