Il Governo è logoro. L’Europa ne fa le veci

Di Bobo Craxi

Si poteva sperare che l’epidemia influenzale potesse fare un passo indietro, la comunità scientifica non la escludeva ma in fondo sperava anche lei. Quella che non avrebbe fatto un passo indietro è la crisi economica, e per questa non era necessaria una previsione scientifica ma era sufficiente guardarsi intorno, ma di questa se ne sono ascoltate preoccupazioni e previsioni ma non le decisioni affinché non diventasse matura e quasi irreversibile l’emergenza.

Il capitolo degli aiuti europei sul comparto sanitario è stato frettolosamente derubricato a questione non decisiva ed importante ed ora che siamo alle soglie del collasso del nostro sistema sanitario non possiamo che recriminare all’errore commesso sei mesi fa quando era presumibile che ci saremmo trovati dinnanzi ad una situazione che declinava verso il peggio manifestando tutta la asimmetria di capacità delle singole regioni per affrontare una nuova ondata epidemica.

Il Capitolo, invece dei finanziamenti mirati al sostegno dell’economia, appare impantanato alle richieste esose e lineari di tutti i dicasteri ministeriali che esaurirebbero senza una linea di intervento governativo mirata al contributo, in parte a titolo di dono e in parte a prestito previsto dalla Comunità Europea.

Questa assenza vistosa di indirizzo e programmazione economica per la ripresa viene con solerzia stigmatizzata dai Commissari “cerberi” della Comunità Europea e dolcemente sottolineata dal Commissario Gentiloni.

Innanzitutto rileva che non esiste ancora un “piano nazionale” e che, come nei fabbisogni di tutti i paesi che compongono la Comunità essi di devono comporre di “semplificazione dei processi decisionali” per non allugare i tempi e per evitare di rinunciare a causa delle inadempienze.

Di più: le semplificazioni legislative dovrebbero godere di una “convergenza” fra le forze parlamentari del paese, diversamente il piano Italiano potrebbe subire dei ritardi e dei rifiuti nel caso i piani non siano effettivamente “realistici, coerenti e realizzabili”

La Storia delle inadempienze italiane (ed anche spagnole) sull’incapacità di utilizzo dei fondi europei è antica, per questa ragione si sottolinea come l’avvertimento del Commissario (in questo caso italiano) è chiaramente suonato affinché il Governo possa essere messo in condizione di agire in modo spedito ed ordinato o meglio ancora “coordinato” dalla Commissione Europea.

L’Europa che ha fatto tanto tribolare i sovranisti ed ha fatto ingaggiare al nostro Premier una battaglia per ottenere maggiori contributi, oggi, lamenta i ritardi che sono diventati abbastanza paradossali dinnanzi ad una crescente onda di protesta e disaffezione del paese stremato e chiamato ad un nuovo sacrificio a causa della sciagurata gestione della cosiddetta seconda ondata.

Oggi questa Comunità europea, chiamata ad assumere un ruolo chiave per sostanziare con la propria politica un riequilibrio possibile dopo il cambio politico alla guida dell’amministrazione americana, necessita di Governi coerenti al proprio interno e capaci di cooperare con politiche attive alla ripresa di tutto il Continente. L’Italia si trova politicamente impreparata, ai ritardi strutturali ed alle crisi istituzionali si sono aggiunte anche delle scelte incoerenti in questi anni che sono state maldestramente ripetute nonostante la pandemia.

Aver rifiutato di utilizzare i fondi europei per gestire l’emergenza sanitaria ed averlo fatto come scelta “politica” di stampo euroscettico ha reso il vertice dell’Unione meno disponibile ad avere un atteggiamento indulgente verso governanti che si attardano nella loro involuzione sovranista come il nostro Presidente del Consiglio ed il nostro Ministro degli esteri. Per questa ragione i Commissari Europei si accingono a svolgere sino in fondo il loro ruolo, perché nessuno può permettersi uno sbandamento economico e politico dell’Italia.

Per questa ragione dettano le linee di politica economica e incoraggiano o suggeriscono la nuova linea di adattamento politico per affrontare l’emergenza in corso che non può che essere ispirata a quella di una grande e necessaria convergenza Nazionale.

Da Avantilive

#BoboCraxi

è un politico italiano, già sottosegretario di Stato agli affari esteri con delega ai rapporti con l’ONU nel secondo governo Prodi.
Già esponente del Partito Socialista Italiano storico, membro del Nuovo PSI e passato poi alla formazione politica dei Socialisti Uniti, ha aderito in seguito col suo gruppo a ricostituito il Partito Socialista Italiano.
È il figlio secondogenito di Bettino Craxi (1934-2000) e fratello di Stefania.