IL COVID: UNA SPADA DI DAMOCLE SUL TEATRO E LA RECITAZIONE

Di Massimo Wertmuller

Io credo veramente che, oltre all’operato utile di associazioni come UNITA, oggi sia necessaria una manifestazione di protesta , come hanno fatto i tecnici teatrali a Milano, per il ruolo secondario in cui le istituzioni hanno dimostrato di aver relegato l’indotto della cultura, dello spettacolo dal vivo, del teatro, del cinema, rispetto alla comunità. Categorie invece vitali per essa. Non può essere che vengano dopo il calcio, dopo un aereo, dopo un autobus o dopo un centro commerciale. In quasi tutto il resto del mondo lo sanno. Qui , nel paese della bellezza e del Rinascimento, evidentemente no.

#MassimoWertmuller

Nato a Roma il 13 agosto del 1956
è un attore e doppiatore italiano.
Nipote della regista Lina Wertmüller, dopo aver esordito in teatro nel 1976 con Luci di Bohéme, spettacolo presentato alla Biennale di Venezia, nel 1978 inizia a frequentare il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti. Insieme ai compagni di corso Paola Tiziana Cruciani, Shereen Sabet, Rodolfo Laganà, Patrizia Loreti e Silvio Vannucci fonda il gruppo comico La Zavorra, attivo nel teatro cabaret e nell’intrattenimento televisivo fino al 1984.