Decreto Ristori: i soldi sul conto corrente con 5 giorni di anticipo

Di Emilio Mola

“Sono un ristoratore di Torino. E sono appena arrivati sul mio conto i soldi del Decreto Ristori. Con 5 giorni di anticipo. E no, non sono una elemosina: sono più di quanto avrei incassato tenendo il ristorante aperto”.

Ora: l’argomento è delicato e sulla crisi causata a tante famiglie e imprenditori dal Coronavirus (non dal governo: dal Coronavirus) c’è poco da polemizzare.

Ma queste parole di Dimitri Bianchi, titolare di un ristorante di Torino, forse dovrebbero far riflettere i tanti che nei giorni scorsi hanno aizzato e cavalcato le proteste dopo il DPCM che chiudeva i locali dalle 18:00.

Proteste esplose nonostante la decisione del governo di dare a tutti ristori tra il 150% e il 400% dei fondi già ricevuti per la prima ondata.

Eppure a migliaia sono scesi in piazza a picchiare, spaccare, minacciare, urlare. Con i soliti “giornalisti” e politici che per igiene non citiamo, a cavalcare le proteste.

Facendo finta, poi chissà perché, di non sapere che restando aperti, con l’ondata in corso, avrebbero avuto i locali sempre più vuoti. E le spese sempre più pesanti.

Facendo finta di non sapere che gran parte dei clienti restano a casa non perché un governo cattivo li obblighi, ma perché temono di finire in ospedale o sottoterra.

Dimitri Bianchi ha ricevuto dal governo, con 5 giorni d’anticipo, per le chiusure di questo mese, il doppio dei soldi ricevuti per il primo lockdown.

Lui ha ammesso che, se avesse tenuto il ristorante aperto, con l’ondata in corso e la gente che resta in casa per sua scelta, novembre sarebbe stato un disastro. E che tra costi e pochi incassi ci avrebbe rimesso, rispetto ai fondi ricevuti.

Sia chiaro: non sarà così per tutti. Purtroppo.
Ma la domanda è: quanti altri saranno così onesti e trasparenti?

Quanti altri, ricevuti i ristori, potranno dire che se avessero tenuto i locali aperti, rinunciando così a questi soldi, rinunciando al credito d’imposta su tre mesi d’affitto, rinunciando all’eliminazione della rata dell’Imu, rinunciando alla cassaintegrazione e tenendosi tutte le spese, con la gente che resta in casa, ci avrebbero guadagnato un botto di più.

Quanti?

#EmilioMola

Emilio Mola è tra i 5 commentatori politici più seguiti.
Oggi conta quasi 107mila like, 165mila follower e 4 milioni di interazioni mensili. Nato a Francavilla Fontana e cresciuto a Oria, a 39 anni il giornalista brindisino sui social network è identificato come l’anti-Bestia o come cacciatore di fake news. O come difensore di coloro che si ritrovano messi alla berlina su Facebook.
Tra i principali settori coperti in otto anni di lavoro quotidiano: cronaca giudiziaria, nera e politica.
Altre mansioni ricoperte: coordinamento della redazione, impaginazione, titolazione.
Giornalista pubblicista dal 2008.
Praticante dal 2011.
Giornalista professionista dal 2013.