CORONAVIRUS, PREOCCUPA LA LOMBARDIA. DAL 18 A MESSA. RIAPERTURE A SECONDA DELLE REGIONI

DI MARINA POMANTE

Un timido risveglio per il lavoro. Restano fermi ancora molti settori, alcuni potranno riaprire il 18 maggio e alcune Regioni premono per la riapertura l’11 maggio, ma tutto è ancora da valutare, dipenderà dalla curva dei contagiati. Di fatto c’è ancora lo scontro tra Governo e Regioni per le riaperture. I governatori locali hanno chiesto all’esecutivo di riaprire il commercio al dettaglio dalla prossima settimana, ma il ministro Boccia per ora ha fatto sapere che non è possibile.

Ancora oggi la situazione in Lombardia è preoccupante, il numero dei nuovi casi è circa la metà del totale nazionale (689 su 1.401). Però a partire da domani saranno consentite nella Regione le attività sportive individuali all’aria aperta, nell’ambito dei rispettivi impianti sportivi, centri e siti sportivi, a stabilirlo un’ordinanza della Regione Lombardia.

Dai dati della Protezione civile, c’è stato un incremento di 1.401 casi. Le persone sottoposte al test e attualmente positive al virus sono 89.624, con un calo di 1.904 assistiti rispetto al giorno prima. Di questi, 1.311 sono in terapia intensiva (22 in meno rispetto a ieri) e altre 15.174 sono ricoverati in altri reparti (595 in meno rispetto al giorno precedente). I morti sono 29.958 (274 in più nelle ultime ore). Sono invece 96.276 le persone guarite o dimesse dagli ospedali (3.031 in più rispetto a mercoledì). Le persone che hanno contratto il virus dall’inizio dell’epidemia sono 215.858.

Dal 18 maggio si potrà tornare in chiesa per assistere alle messe. Questa mattina a Palazzo Chigi è stato firmato il protocollo per la ripresa delle celebrazioni dopo l’emergenza coronavirus. L’accordo è stato siglato dal presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

“Le misure di sicurezza previste nel testo, ha spiegato il premier, esprimono i contenuti e le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche con i fedeli avvenga nella maniera più sicura. Ringrazio la Cei per il sostegno morale e materiale che sta dando all’intera collettività nazionale in questo momento difficile per il Paese”.

L’accordo è arrivato dopo una lunga trattativa durata settimane e nata dalle proteste della Cei, che chiedeva la ripartenze delle messe aperte al pubblico già a partire dal 4 maggio, in contemporanea con l’inizio della fase 2. “Altrimenti ,le parole delle Cei in una nota del 26 aprile, si compromette la libertà di culto”.