CORONAVIRUS. IN ITALIA RISALGONO LE VITTIME. CONTE PRESENTA LE NUOVE RESTRIZIONI

DI MARINA POMANTE

Numeri sempre molto pesanti e dietro ogni numero c’è una persona. Uomini e donne che combattono o che vengono sconfitti. Si combatte giorno, per giorno, è una guerra bianca, invisibile, che non fa rumore. In Italia sono 69.176 i casi (+3.612), e 6.820 morti (+743). Aumentano i guariti sono 8.326 (+894).
La Lombardia supera i 30mila casi totali di coronavirus secondo il bollettino del 24 marzo diffuso dalla Protezione civile. Sono 30.703 i casi totali nella Regione italiana più colpita dal contagio, di cui 4.178 vittime e 6.657 guariti. Attualmente 1.194 pazienti sono in terapia intensiva. Segue da lontano l’Emilia Romagna, che tocca 9.254 casi totali, mentre il Veneto è a quota 5.948. Oltre 45mila casi, quindi, in sole tre Regioni: precisamente 45.905.
Per quanto riguarda il Piemonte, i positii sono 5.124, con 374 vittime. Nelle Marche ad oggi i positivi salgono a 2.497, con 231 deceduti e soltanto 8 guariti. Sono invece 1.864 le persone positive al Covid 19 in Liguria, 171 più di ieri. I guariti con due test consecutivi negativi risultano 19 (2 più di ieri). Le persone decedute dall’inizio dell’emergenza sono in tutto 231.

I positivi sono 1.545 nel Lazio, 992 in Campania, 848 in Friuli Venezia Giulia, 975 nella Provincia autonoma di Trento, 699 nella Provincia autonoma di Bolzano, 940 in Puglia, 799 in Sicilia, 622 in Abruzzo, 624 in Umbria, 379 in Valle d’Aosta, 395 in Sardegna, 304 in Calabria, 91 in Basilicata e 55 in Molise.

È una situazione drammatica ma ci stiamo muovendo anche in maniera efficace. Con un premier che lavora e si muove come un paladino e si confronta quasi ogni giorno con tutta la squadra di Governo e riesce, decreto dopo decreto, a destreggiarsi in maniera impeccabile.

Nella nuova Conferenza Stampa a margine del Cdm, è stato vagliato un nuovo decreto, che introduce multe ‘salate’ fino a un massimo di 4 mila euro e sanzioni più dure per chi aggira le misure per arginare la diffusione del Covid-19. Non è prevista la confisca di auto, moto e veicoli.

Due ore è durata la riunione del Consiglio dei ministri, e esaminato uno ad uno gli articoli che compongono il decreto sull’emergenza Coronavirus che serve a dare un quadro normativo unitario a tutte le misure adottate finora per il contenimento del contagio e a inasprire le sanzioni previste.

“I Governatori – ha annunciato Conte – possono adottare misure più restrittive. Ma rimane al Governo la funzione di coordinamento”. Le multe vanno da tremila e quattromila euro, ha precisato. Quindi si è detto “orgoglioso della reazione di tutti i cittadini, la maggioranza dei quali rispetta le regole”.

“Tutti devono fare la loro parte”, ha ammonito. “Abbiamo deliberato l’adozione di un decreto legge che riordina la disciplina anche dei provvedimenti che stiamo adottando in questa fase emergenziale. Il nostro assetto non prevedeva un’emergenza di questo tipo”. “Con questo decreto legge abbiamo regolamentato più puntualmente e in modo più trasparente i rapporti tra l’attività del governo e del Parlamento. Prevediamo che ogni iniziativa venga trasmessa ai presidenti delle Camere e che io vada a riferire ogni 15 giorni”.

Una riunione con mascherine e guanti. Due le esigenze da soddisfare: costringere i cittadini a restare a casa il più possibile usando il deterrente della sanzione pecuniaria e rimediare allo scontro continuo fra governo e regioni, provando a mettere ordine nella filiera istituzionale.

La norma infatti prevede che alla scadenza dei divieti di circolazione e chiusura di scuole, bar, ristoranti, parchi e di tutte le altre attività che hanno subito uno stop – sarà possibile adottare nuove restrizioni su specifiche parti del territorio nazionale ovvero, se occorre, sulla totalità di esso, purché abbiano una durata non superiore a 30 giorni, reiterabili e modificabili anche più volte fino al 31 luglio, e con possibilità di modularne l’applicazione in aumento ovvero in diminuzione secondo l’andamento epidemiologico del virus.

La decisione sarà adottata con Dpcm su proposta del ministero della Salute, sentiti i ministri competenti e i presidenti di regione interessati. I quali potranno anche loro proporre al presidente del consiglio le misure da adottare con dpcm sui rispettivi territori.

La novità è che i presidenti di regione possono adottare autonomamente o in via di urgenza per igiene sanitaria misure più restrittive che sono valide ed efficaci per 7 giorni, entro i quali devono essere confermate con Dpcm. Lo stesso vale per le ordinanze dei sindaci rispetto al presidente della regione o al presidente del consiglio dei ministri che deve confermarle entro 7 giorni con decreto.

Decreti presentati quasi sempre in tarda sera, bisogna infondere negli italiani la giusta forza, non è stato facile portare il Paese in lockdown, ma Conte lo fa recepire con fermezza, animo e rispetto per tutti gli italiani. In Europa, in America, in Inghilterra, prima ci hanno guardato come alieni, poi siamo diventati un esempio da seguire. Trump proprio in queste ore ha lodato l’operato di questo governo e del nostro sistema sanitario, tra i migliori al mondo, testuali parole. Eppure c’è sempre dietro l’angolo qualche becera figura che non avendo le idee troppo chiare, dichiara il giorno prima bisogna tenere tutto aperto, e il giorno dopo tutto deve essere chiuso, affermando che questo governo non sia in grado di tenere le redine del Paese e portarlo alla vittoria finale.
E invece ci saranno “risorse cospicue” nel nuovo decreto che arriverà ad aprile per dare sostegno a imprese e famiglie in difficoltà. E’ il governo stesso a decidere di collaborare nello scrivere le misure con l’opposizione, che invece  è sempre ostile. Lo hanno assicurato il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nel corso di un incontro ieri sera durato tre ore a Palazzo Chigi. Un incontro a distanza e con le dovute mascherine.

Ma a fine riunione, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, hanno detto, con velature critiche, che finalmente ci si impegna nel trovare il dialogo. Dopo l’intervento di Mattarella, i leader di Lega, Fdi e Fi accettano l’invito di Conte. Si siedono al tavolo di Palazzo Chigi non risparmiando accenti polemici, critiche al metodo di lavoro scelto finora e alla comunicazione. Lamentano di non essere stati coinvolti nella scrittura del decreto “Cura Italia” e tantomeno nelle misure anti-contagio adottate con diversi dpcm.

Fi ha chiesto di accorpare tutto in un unico provvedimento e ha ottenuto la rassicurazione che saranno garantiti due passaggi parlamentari. È stata respinta invece la richiesta di aumentare le risorse del Cura Italia per ampliare gli interventi, ma solo perché, precisano da Palazzo Chigi, si sono già impiegati tutti i 25 miliardi a disposizione e il governo sta preparando un corposo decreto per aprile, che condividerà con l’opposizione (come già fatto per il Cura Italia, rivendica Gualtieri). Tajani alla fine ha riferito che sono stati attivati due tavoli di confronto, uno a livello parlamentare e uno politico. Quanto al Mes, argomento che sta a cuore al centrodestra, Conte e Gualtieri ribadiscono che l’Italia chiede che le risorse del fondo siano usate anche attraverso gli Eurobond, ma senza le condizioni attualmente previste (come invece chiedono alcuni paesi rigoristi come l’Olanda). Ci si confronta anche sulle regole anti contagio.

Conte rivendica la stretta sulle attività produttive, adottata per evitare il diffondersi della pandemia al Sud. E aggiunge che tutti i Paesi Ue devono usare standard così rigidi per evitare rischi di contagio successivo. Salvini chiede di fare di più per case di riposo ed anziani, per evitare una strage. Ci si lascia con una promessa di dialogo: “Sia l’inizio di un percorso”, auspica Salvini. “Li giudicheremo sulle misure di aprile”, fa eco la leader di FdI, Giorgia Meloni.

Un gioco delle parti, esasperato dalle pulsioni partitiche, che diviene oltremodo farraginoso, e non non arricchisce di valori il dibattito, ma rischia invece di renderlo motivo di inutile misurazione di forza. Non è questo il momento per battere i piedi e far le pulci all’avversario politico, è l’ora invece di rimboccarsi le maniche tutti insieme. Poi superata la crisi, nessuno si preoccupi, ci sarà la stessa e immutata rivalità politica