DI NANI MARCUCCI PINOLI
bloglive
Al termine di uno dei periodi più bui della storia recente, tra sciatteria, discoteche-focolai e negazionisti diventati influencer, accade che Alberto Angela torni come una boccata d’ossigeno in prima serata su Rai 1 con il suo “Ulisse”.
E, all’esordio, non solo vince ma stravince per ascolti e share su “Temptation Island” (dove si raduna il pantheon del trash italiano).
La cultura che batte la tv spazzatura.
L’arte che, una volta tanto, supera il gossip.
E tutto grazie a quest’uomo qui, Alberto Angela, che da 30 anni trasforma letteralmente il sapere in intrattenimento puro.
Infine oggi, commentando il risultato, dice qualcosa che restituisce il senso stesso del suo mestiere e del perché vale ancora la pena fare divulgazione in Italia.
“La cultura in tv non è una gara ma vuole nutrire chi la guarda” scrive. “Per questo è fondamentale che sia presente in televisione. Perché è la nostra identità. Risponde alla domanda: chi siamo?
In altre nazioni, difficilmente vedrete le reti ammiraglie della tv pubblica inserire abitualmente questi programmi in prima serata, tanto meno di sabato, come invece si fa qui, in Italia. La Rai può farlo perché ci siete voi. Il pubblico è diverso. Gli italiani sono diversi.
A vedere tutte le interazioni e i commenti sui social sul programma, sono rimasto molto colpito dalla qualità dei pensieri dietro le parole.
Ieri sera siete riusciti a trasformare la cultura in un trend web.
È meraviglioso.
Grazie.”
Quanto abbiamo bisogno oggi di un Alberto Angela.
Teniamocelo stretto.
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