ULTIMO INTERVENTO PUBBLICO DI LILIANA SEGRE

Di Rino Girimonte

Il privilegio di essere a lei coevo, l’ascolto e scrivo, le sue parole scendono fluide, pausate, lente come fiocchi di neve, parole che fanno fremere, ed anche nell’orrore, nell’indignazione, sembrano un’antologia poetica, conservate in un cuore, uno scrigno che più umano non si può, e m’avvolge nella sua memoria prodigiosa, memoria di una nonna bambina, di una figlia di 13 anni che abbraccia come una madre al suo papà e a tutte le sue fragilità. C’erano le autorità a cui ha sbattuto in faccia l’ignavia di tenere ancora in vita una legge, la Bossi-Fini, che considera clandestini esseri umani disperati, corollario delle leggi razziali del 1938. Lei è stata clandestina, lei ha vissuto il respingimento, lei ha provato a varcare una montagna e la cattiveria umana, ma dovette ridiscenderla, non aveva diritto alla Svizzera verde, all’ossigeno della vita e della libertà.
Sotto le mascherine, seduti per terra, gli occhi sgranati, umidi, splendidi, di giovani attenti e commossi, ho sentito mia quell’umidità .

#RinoGirimonte

Nato calabrese nella penuria degli anni ’50, a Roma sono cresciuto, ho frequentato la scuola della strada, l’università di filosofia e delle lotte, piccole e grandi patrie mi abitano ” amo la libertà delle righe sussurrate, insurrette, in eterna guerra contro le frasi armate”.