TRUMP DICHIARA LO STATO D’EMERGENZA PER IL CORONAVIRUS

DI MARINA POMANTE

Ci ha messo un po’ ma dopo aver riflettuto e ponderato tutto (non si sa cosa stesse aspettando), Il vecchio Donald ce l’ha fatta e ha decretato l’emergenza nazionale per il coronavirus.

Si apre formalmente adesso per gli States, la legislazione speciale. Così si mettono le mani sui fondi federali che saranno impiegati per intraprendere la guerra alla diffusione del contagio da Coronavirus (e loro alle guerre sono avvezi non poco).
Tutto ciò è quanto prevede lo Stafford Act, la legge sulle calamità del 1988. Con questa legge si concedono poteri speciali alla Federal Emergency Management Agency, cioè in altre parole, la possibilità di stanziare finanziamenti per gli stati e le città, le 28 agenzie federali e di organizzare dei team di supporto.

In un colloquio telefonico con il premier francese Emmanuel Macron, Trump ha concordato l’organizzazione per lunedì 16 marzo di un G-7 straordinario con i principali leader mondiali, naturalmente sarà una videoconferenza.
La presidenza di turno al G7 in questo momento è proprio degli Stati Uniti.

Il presidente Usa fin’ora non aveva mai pronunciato le parole: emergenza nazionale, aveva anzi svilito la portata del problema, ma ora la dichiarazione ufficiale riporta alla realtà quanto già sta accadendo. il contagio del Covid-19 ha stravolto le vite degli americani e tutte le attività umane stanno risentendo del problema.

L’America conta fin’ora 47 morti e 1.629 casi accertati di coronavirus, gli Stati interessati sono 47 su 50. nel conteggio dei contagiati non sono inclusi gli americani rimpatriati da Cina e Giappone.
Il numero dei contagi accertati è tuttavia suscettibile di erore al “ribasso” per le difficoltà di arrivare a fare i test su tutta la popolazione.
Un paio di giorni fa nel corso di un’audizione al Congresso, questa difficoltà è stata evidenziata dal direttore dell’Istituto nazionale per le malattie infettive, Anthony Fauci, che senza mezzi termini ha parlato di “sistema fallimentare”.

Desta sensazione pensare che un Paese così potente ed avanzato come l’America, che manda a spasso i propri cittadini nello spazio, è all’avanguardia nel settore tecnologico, spazza via governi in giro per il mondo e apre embarghi con la facilità e la rapidità di un o schiocco di dita, sia adesso imbrigliato e “incasinato” nello svolgimento di un’operazione apparentemente semplice come quella di testare la propria popolazione.

Quello che ha fatto invertire la rotta a Donald Trump e ammettere lo Stato di emergenza è stato probabilmente il fatto che il presidente del Brasile Jail Bolsonaro ha annunciato di essersi sottoposto al test del Coronavirus, e l’ha fatto apparendo in video con la mascherina.
Immediatamente qualche media brasiliano, ma anche la Fox Tv hanno riferito che Bolsonaro era positivo.
La notizia è però stata smentita: “Non è positivo al coronavirus Jair Bolsonaro, dicono a Brasilia. Con l’eleganza del gesto dell’ombrello…”.

E’ invece risultato positivo al test, l’addetto stampa del leader brasiliano, il 44enne Fabio Wajngarten, lo ha reso noto lui stesso ieri, 12 marzo.
Wajngarten era presente al vertice con Trump a Mar-a-Lago sabato scorso in Florida.
Secondo quanto invece ha riportato la Fox Trump avrebbe parlato al telefono con Bolsonaro. E questo naturalmente non lo avrebbe esposto al pericolo di un eventuale contagio.