TERRORISMO IN NUOVA ZELANDA. BRENTON TARRANT: “SONO UN FASCISTA DEVO DIFENDERE LA RAZZA BIANCA”

DI MARINA POMANTE

 

Oggi la città di Christchurch, conosciuta per l’influenza inglese, ha vissuto momenti di vero terrore. L’attacco terroristico avvenuto alle 13,40 ora locale, 1,40 del mattino in Italia. Tutto è successo durante il venerdì di preghiera, un commando è entrato nella moschea di Al Noor e ha cominciato a sparare raffiche di mitra a destra e sinistra.
Come raccontano i testimoni tutto è stato molto cruento, alcuni non credono neanche di esserne usciti vivi: “Sentivo le urla strazianti dei tanti colpiti a morte. Sono rimasto immobile, pregando Dio di essere risparmiato. I killer hanno ucciso alla mia destra e alla mia sinistra. Poi si sono spostati nella stanza dove pregavano le donne e da lì sono arrivate altre urla che non riesco a dimenticare. Siamo fuggiti in massa, coperti di sangue…”.
Il bilancio delle vittime nelle ultime ore purtroppo è salito a 49 e decine ancora i feriti.
Alzate le misure di sicurezza per tutte le moschee in Europa.

La cittadina si trova sulla costa orientale dell’isola del Sud della Nuova Zelanda. Il fiume Avon attraversa il centro della città dove le barche a fondo piatto scivolano sul fiume e sulla riva si vedono piste ciclabili, con l’area verde di Hagley Park e i giardini botanici di Christchurch, è inoltre la città più grande dell’Isola del Sud, terza città del paese. Una città multiculturale e interculturale, che abbraccia, comprende e mette in relazione tutte le culture.

La strage è stata postata in diretta dall’attentatore Brenton Tarrant, bianco di 28 anni. Un esaltato che si è filmato in un’inquientante autointervista nella quale rivendica: Sono un fascista, devo difendere la razza bianca”. Tarrant si è ispirato a Anders Behring Breivik, un terrorista norvegese, conosciuto per gli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia, che hanno provocato la morte di settantasette persone.
Ha inoltre precisato di non essere membro di nessuna organizzazione, ma di aver fatto donazioni e interagito con molti gruppi nazionalisti. Ha scelto la Nuova Zelanda a causa della sua posizione, ma anche per dimostrare che anche le parti più remote del mondo non sono esenti da “l’immigrazione di massa”

“La grande sostituzione. Verso una nuova società, marciamo sempre in avanti”, si apre con un cerchio diviso in otto parti: in ognuna è riportata una scritta e un’immagine che riassume i valori a cui l’uomo si ispira.

Nell’autointervista Tarrant non si definisce simpatizzante di Trump.
Si definisce un uomo normale di una famiglia working class. Non ha studiato. Ha lavorato per un periodo per poi investire i soldi in bitcoin e usato i soldi per viaggiare.

Si fa domande e si da’ risposte, si chiede se odia i musulmani e la risposta:
“I musulmani che vivono nel loro paese? No. I musulmani che scelgono di invadere il nostro paese, che vivono sul nostro territorio e che vogliono prendere il posto della nostra gente? Sì, li odio”.

Sostenitore di coloro che hanno preso posizione contro il genocidio etnico e culturale. Tra i vari nomi Luca Traini, l’uomo che ha sparato all’impazzata dalla sua auto per le strade di Macerata contro immigrati africani. Il nome di Traini compare tra quelli scritti sui caricatori delle armi automatiche usate dai killer di Christchurch, ma Luca Traini tramite il suo avvocato ha dichiarato di dissociarsi dalla strage.

Brenton Tarrant ha proseguito: “Nessun gruppo ha ordinato il mio attacco, ho preso la decisione da solo. Ma ho contattato i nuovi Cavalieri Templari (gli stessi citati più volte da Breivik) per avere una benedizione all’attacco. Benedizione che è stata data”.

Milioni sono le persone che fanno parte di questi gruppi e migliaia sono i gruppi. Senza differenza, di ogni ceto sociale, quasi tutti fanno parte di corpi militari e sono nelle forze dell’ordine. Nazionalisti e “etno-nazionalisti”. Alla ricerca oggi di lavoro, soprattutto in comparti che servono le nazioni e le comunità. E Brenton Tarrant afferma: “dentro le Forze armate europee ci sono migliaia di soldati aderenti a gruppi nazionalisti”.
Un delirio di onnipotenza che conclude con l’incitazione di morte a Erdogan, Merkel e Sadiq khan.