RISENTIMENTO DI UNA MOGLIE TRASCURATA

Di Sergio Garbellini

Il silenzio ed il timore non aiutano l’amore … (di Sergio Garbellini)

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“Il giorno delle nozze sull’altare
mostravi tanta gioia sul tuo viso,
in seguito però non ho notato
neppure la parvenza d’un sorriso !
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Cos’è successo? Spiegami il motivo,
se centro in tutto questo ho il diritto
di sentirmelo dir dalla tua bocca,
non posso sempre rimanere zitto !”
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Così le disse Luca alla consorte,
la quale dimostrava insofferenza
per la mancanza delle sue attenzioni
e gli rispose in tono d’impazienza:
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“Mi sembro un soldatino intimorito
di fronte ad un potente generale,
mi vedo chiusa dentro ad una gabbia,
per questo sono a terra col morale !
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Al tempo ch’eravamo fidanzati
tu eri molto dolce, affettuoso,
ma dopo il matrimonio sei cambiato,
il nostro idillio adesso è faticoso !
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La sera quando torni dal lavoro
sei stanco e non mi guardi manco in faccia,
mentr’io vorrei che ti avvicinassi
e mi stringessi forte tra le braccia!
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A letto sei gentile, premuroso,
ma quando t’alzi cambi proprio tutto,
diventi taciturno, misterioso
e ciò mi rende l’animo distrutto !
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Sembriamo due perfetti sconosciuti,
abbiamo solamente i sentimenti
che ci tengon legati ancora insieme,
in questo modo ci sentiam contenti ?
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Poi prendi sempre tu l’iniziativa,
non mi permetti di far ciò che voglio,
mi tratti alla stregua d’un fantasma
e mi sento ferita nell’orgoglio !
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Non t’ho mai detto niente per amore,
ma visto c’hai toccato l’argomento
mi sono tolta i sassi dalle scarpe,
perché non voglio viver nel tormento !”
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Di fronte a questo dialogo sincero,
il coniuge andò vicino a Mara,
la prese dolcemente per la mano
e le rispose: “Scusami, mia cara,
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In questi mesi dopo il matrimonio
si sono accavallati avvenimenti
difficili, dovevo superare
il duro scoglio dei licenziamenti !
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E’ vero, t’ho di fatto trascurata,
però vivevo sotto la pressione,
la vita dell’azienda era importante
e mi sentivo alquanto in confusione !
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Ma ora che la crisi è superata
e non c’è più la Cassa Integrazione,
mi sento più contento e rilassato,
hai tutta la mia grande comprensione !
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Tra poco andremo in ferie ed approfitto
per regalarti un’ottima crociera,
così mi lascerò dietro alle spalle
le lotte sindacali e l’atmosfera
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che m’ha tenuto in ansia lacerante
in tutti questi mesi, solo adesso,
col tuo discorso freddo e misurato,
mi rendo conto di quel ch’è successo !
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Per tutto tempo che t’ho trascurata,
perdonami, ma t’amo immensamente,
non c’era in me nessun altro motivo,
quell’incubo è stato deprimente !
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Adesso vieni qui e dammi un bacio
e scegli le città da visitare,
ti lascio la completa decisione,
ma prima tu … mi devi perdonare !”
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SERGIO GARBELLINI

Autore di varie raccolte di poesie (tra cui : LA VITA E’ DONNA, L’ALDILÀ’, LE MIE POESIE ecc. caratterizzate da uno stile popolare, del tutto personale, con tendenza alla razionalità, per meglio illustrarne gli aspetti interiori ed esteriori dell’animo umano, ma, soprattutto, prive di ermetismo) annovera, sempre in ognuna di esse, un qualcosa di particolare che è parte integrante dei suoi concetti poetici, analizzando in modo profondo le sensazioni, le speranze, i problemi, le esperienze, le delusioni ed i desideri di ognuno di noi.
I brani non vertono sulla classica sublimazione di cui, molto spesso, si servono i poeti nel decantare le loro ispirazioni, ma hanno una propria fisionomia che rispecchia fedelmente il linguaggio unico dell’Autore nell’esporre fedelmente l’interiorità dell’animo in rapporto alla vita sociale e sentimentale delle persone.

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