Gigi Proietti, unico, inimitabile. La fine di un’epoca

Di Massimo Wertmuller

Attore amore mio

Qui, in questo video, se lo vorrete vedere, voi troverete, con un bellissimo varietà, un insieme di argomenti vari. Prima di tutto un attore che da solo riempie spazi infiniti come pure gli studi televisivi, un gigante del talento la cui eredità sarà impossibile raccogliere, non solo perchè i teatri stanno chiudendo a rischio di futura estinzione, ma semplicemente perchè è un vero , irraggiungibile genio. Poi, una regia , una eleganza che non si è mai più vista in televisione, da qui in poi, cioè dal grande Antonello Falqui in poi . E proprio un modo di fare varietà che non si è visto più. Ma direi un modo di lavorare. Qui è curato il dettaglio. Dal passo del ballerino, alla luce, all’orchestra. E non è che i varietà di oggi, se si vogliono chiamare così i talent o i reality, costino di meno. Difatti, altra cosa evidente è tutta la classe che stiamo perdendo. Oggi Gigi non c’è più , e lui era pure un fuori-classe , e non c’è più neanche il suo amico Antonello Falqui, oppure il suo compagno di giochi Gigi Magni, ma erano una fabbrica di classe ed eleganza, facevano bella cultura. Ecco, potrei aggiungere che mi pare che oggi si tenda a sminuire la cultura in genere, di cui anche il teatro leggero fa parte, come ne fa parte anche il varietà, con una facilità preoccupante, come se si bevesse un bicchiere d’acqua. Sennò non verrebbe in mente di preferire, con tutto il rispetto, il parrucchiere al teatro. Si accetta l’inaccettabile solo dietro lo spauracchio del virus. E la si definisce, quando non è addirittura manco nominata, “non essenziale”. Meglio la salute, dicono, del pericolo, anche se si tratta di cultura, ma non di parrucchieri o funivie, però. Guardate, io ve lo dico, voi sbagliate, poi fate pure come ve pare ma non rompete se poi, se ci sarà un poi, troverete un mondo peggiorato fino all’invivibile. Perchè se salute è quella del corpo , della analisi e dei tamponi, salute di una persona o di un popolo è anche quella del suo spirito, della sua testa, della sua anima. Si può morire anche di depressione, di mancanza di socialità, di attività. Magari quando sarà trovato il vaccino per il virus. Ma non per la mente rovinata. E persino qui, in questo lavoro televisivo, Antonello capì che usando un immenso attore di teatro e facendo un varietà che si ispirava al teatro doveva esserci, persino in uno studio televisivo, oltre a luci e spazi studiati per assomigliare al teatro, il pubblico in carne e ossa. Perchè, state attenti, nessuno “streaming” sostituirà il rito che ha resistito nei secoli del teatro. Niente potrà mai sostituirsi a quel momento in cui alcune persone sedute di fronte a qualcuno che gli racconta qualcosa ne fruiscono insieme uno accanto all’altro, anche a un metro, un metro e mezzo, in tempi di covid, ma sempre condividendo dal vivo le emozioni. Non parlate di far convivere anche il teatro con il virus, non potrebbe, non sminuitelo, non chiudetelo, non sostituitelo, il rischio , altrimenti, è quello di farlo estinguere. Fate pure come ve pare , se sbagliate, però, poi i costi indicibili li pagheremo tutti.

#MassimoWertmuller

Nato a Roma il 13 agosto del 1956
è un attore e doppiatore italiano.
Nipote della regista Lina Wertmüller, dopo aver esordito in teatro nel 1976 con Luci di Bohéme, spettacolo presentato alla Biennale di Venezia, nel 1978 inizia a frequentare il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti. Insieme ai compagni di corso Paola Tiziana Cruciani, Shereen Sabet, Rodolfo Laganà, Patrizia Loreti e Silvio Vannucci fonda il gruppo comico La Zavorra, attivo nel teatro cabaret e nell’intrattenimento televisivo fino al 1984.