È morto Gigi Proietti. Addio al grande mattatore

Di Marina Pomante

È morto Gigi Proietti. Oggi avrebbe compiuto 80 anni. Da quanto si apprende, è deceduto in una clinica romana intorno alle 5.30. Le sue condizioni si erano aggravate ieri sera. Proietti era ricoverato da giorni in clinica per problemi cardiaci. Ci lascia lo stesso giorno della sua nascita.

Ha sempre scherzato con la sua data  di nascita,”Che dobbiamo fa’? La data è quella che è, il 2 novembre”. Ieri il quadro è peggiorato e nella tarda serata è stato sedato. Fino a tardi sono rimasti accanto all’attore la moglie e le due figlie, che intorno alla mezzanotte hanno lasciato la clinica Villa  Margherita. Se ne andato alle 5,30 di questa mattina.

Nelle prime ore del mattino è venuto a mancare all’affetto della sua famiglia Gigi Proietti. Ne danno l’annuncio Sagitta, Susanna e Carlotta. Nelle prossime ore daremo comunicazione delle esequie”, si legge in una nota della famiglia.

Una carriera bellissima e lunghissima, più di mezzo secolo in scena e sul set.
Aveva una predisposizione naturale era un talento unico. La sua autoironia, con il suo marcato cinismo romano stemperato sempre dalla battuta. Inizia a muovere i suoi primi passi in teatro all’università. “I miei ci tenevano alla laurea” racconta, “io studiavo, si fa per dire, Giurisprudenza ma la sera mi esibivo. Poi il mio amico Lello, che suonava nella nostra band, una sera viene a vedermi e mi dice: ‘Devi fare questo’. Ho capito che recitare mi piaceva tantissimo, è diventata la mia vita. Ma per papà non era la scelta giusta, era preoccupato e mi ripeteva: ‘Prendi un pezzo di carta, se piove o tira vento è una sicurezza’”. Un vero mattatore, che passa dalla musica (fa il verso a Louis Armstrong, diverte con Nun me rompe er ca’ ) alle celebri macchiette di Petrolini, per arrivare a Shakespeare. I primi successi dell’attore romano arrivano in una cantina in Prati in cui recita Brecht e poi con lo Stabile dell’Aquila diretto da Antonio Calenda, che lo guida in testi di Gombrowicz e di Moravia.

Nel ’66 debutta sul grande e sul piccolo schermo nel ruolo di un maresciallo dei carabinieri, per ironia della sorte trent’anni dopo interpreterà lo stesso personaggio con straordinario successo nella serie tv ‘Il maresciallo Roccà. Il primo ruolo da protagonista al cinema glielo darà Tinto Brass nel ’68 nel suo film ‘L’urlò.
E nel 1970 che arriva l’occasione che cambia completamente la sua vita, sostituisce Domenico Modugno, accanto a Renato Rascel nel musical Alleluja brava gente di Garinei e Giovannini. Da allora è interprete e autore di grandi successi teatrali, tra i quali Caro PetroliniCyranoI sette re di Roma. Dopo aver recitato nel 1974 nel dramma di Sem Benelli La cena delle beffe, accanto a Carmelo Bene, nel 1976 stringe un sodalizio con lo scrittore Roberto Lerici, insieme al quale scrive e dirige i suoi spettacoli rimasti nella storia, A me gli occhi, please è un trionfo. E lo riporterà in scena nel 1993, nel 1996 e nel 2000, “Ringraziamo Iddio, noi attori abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replicano tutte le sere”, confessa Proietti. “Non ho rimpianti, rifarei tutto, anche quello che non è andato bene”.

Nel 1967 sposa un’ex guida turistica svedese, Sagitta Alter, dalla quale ha due figlie: Susanna e Carlotta, anche loro attrici.

Dopo la sua carriera è una serie di successi a teatro, al cinema e in televisione. Doppiatore , tra gli altri di Marlon Brando, Robert De Niro, Dustin Hoffman ma anche del primo Rocky e del funambolico genio di Aladdin («molto divertente ma faticoso») fino a Enzo, il saggio golden retriever protagonista di Attraverso i miei occhi. Poi regista e poeta teatrale. In circa 50 anni di attività ha così collezionato 33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali di cui 37 da regista, oltre ad aver registrato 10 album come solista e diretto 8 opere liriche.

Nella sua autobiografia scrisse :”Raccontare la propria vita non è cosa da tutti, chiunque può ricordare gli episodi, cercare di storicizzare, fare riflessioni su come passa il tempo e come cambiano le cose. Ma l’odore della povertà misto a quello del sugo della domenica, i richiami delle mamme ai figli discoli che non tornano per cena, l’allegria irrecuperabile del mercato, le chiacchiere sui marciapiedi come li spieghi a chi non c’era? I ‘faccio un goccio d’acquà sui muri ancora freschi di calce, la partita a tressette, la vita in strada, le donne ai davanzali, le chiacchiere dei disoccupati… Tutto questo, come puoi farlo rivivere in chi legge?», per arrivare a concluder che «forse non è stato neppure come lo ricordi tu, perchè nel ricordo hai enfatizzato qualcosa, e qualcos’altro hai rimosso». E poi il bellissimo cameo del Mangiafuoco nel Pinocchio di Garrone. Tornerà ancora una volta al cinema,  proprio lui che si lamentava sempre di aver fatto in fondo pochi film, con Marco Giallini e la regia di Edoardo Falcone in «Io sono Babbo Natale» annunciato,  per il 3 dicembre sperando sempre nella riapertura dei cinema… E così ci potrà saluterà come voleva lui, stemperando e beffando la morte. Perchè per tutti noi resterà un mito. Un’uomo, non solo un  attore, che ha saputo portare sulle scene e nella  vita, l’ironia necessaria per buttare ogni tristezza alle spalle. E regalarci ogni volta un momento unico… Mancherai a tutti noi Gigi. Grazie!

#MarinaPomante

libero professionista, con la passione della scrittura. Spirito libero, impegnata nel sociale, con lo sguardo rivolto sempre agli ultimi. Sempre attenta ad un’informazione ricercata e attuale. Collabora con più testate, e blog. Scrive tra sogno e realtà.
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