Proposta UE: Salario minimo per tutti, ma l’associazione industriali frena

Di Giorgio Consolandi

Un tema dibattuto da mesi, che finalmente alla fine di ottobre, ha visto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen darne annuncio.
L’argomento ha tuttavia avuto una debolissima eco sulle pagine dei giornali. Forse perché il Covid e le sue implicazioni ha praticamente lottizzato le news. Forse perché è materia scomoda per alcuni.

La von der Leyen ha detto: “Per troppe persone il lavoro non paga più. Tutti devono avere accesso a un salario minimo”.

Sulla base dei trattati però non sarebbe possibile un salario minimo uguale per tutti. La Commissione così, punta su una direttiva che debba trovare una convergenza verso l’alto di tutti i salari minimi dei lavoratori dell’Unione europea.
I salari non risulterebbero quindi “tutti uguali” ma sarebbero riparametrati ad un tenore di vita accettabile. Le definizioni sono naturalmente ancora da mettere sul tappeto, ma appare evidente che si baseranno sul bilanciamento del costo della vita in base al Paese in cui si risiede.

Per dirla in altre parole, è evidente che un cittadino che viva a Berlino abbia costi differenti da uno che viva a Madrid, ma ad entrambi deve essere garantito il potere d’acquisto del proprio salario, in linea coi canoni di una vivibilità accettabile.

LA REAZIONE

Gelo da parte dell’associazione degli industriali europei – Business Europe. L’associazione ha dichiarato di non essere contraria al rialzo dei salari. Ma ha precisato che non dovrà essere obbligatorio e non dovranno esserci vincoli…

Anche qui vanno usate parole semplici per spiegare. Per fare un esempio, è come se gli industriali, tramite l’associazione, avessero detto: fate pure, ma non dobbiamo essere obbligati a farlo!

PREVISIONI DI TEMPI LUNGHI

Una nota quindi, quella del Business Europe che lascia intendere che seguiranno ampi dibattiti, che porteranno ad un braccio di ferro di non poco conto. Questo allontana di nuovo le speranze di milioni di lavoratori dell’Unione europea. Confidiamo e speriamo nella volontà della Commissione Ue e nella sua capacità di imporsi su questo tema che riguarda milioni di famiglie.

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare i miei pensieri e le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso emozioni e pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci ha succeduto. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!