CORONAVIRUS, SI “CONVIVE” MEGLIO. DAL 18 RIAPERTURE SCAGLIONATE A SECONDA DELLE REGIONI

DI MARINA POMANTE

Oggi i dati sono più confortanti per l’epidemia da coronavirus in Italia. Il numero delle persone ricoverate nei reparti di terapia intensiva torna sotto le 1000 unità. Una buona notizia che stabilizza una minore pressione sul sistema ospedaliero italiano. L’emergenza però non è ancora finita perché siamo solo all’inizio della fase di ‘convivenza’ col virus.

Dai dati della Protezione civile, aggiornati alle 17 dell’ 11 maggio, c’è stato un incremento di 744 casi. Le persone sottoposte al test e attualmente positive al virus sono 82.488, con un calo di 836 assistiti rispetto al giorno prima. Di questi, 999 sono in terapia intensiva (28 in meno rispetto a ieri) e altre 13.539 sono ricoverati in altri reparti (79 in meno rispetto al giorno precedente). I morti sono 30.739 (179 in più nelle ultime ore). Sono invece 106.587 le persone guarite o dimesse dagli ospedali dall’inizio dell’emergenza (1.401 in più rispetto a 24 ore fa). Le persone che hanno contratto il virus dall’inizio dell’epidemia sono 219.814.

Sullo start alle procedure relative alle riaperture differenziate su base territoriale dal 18 maggio, il Governo ha dato il proprio via libera alle riaperture differenziate richieste dalle Regioni. Nel pomeriggio si sono riuniti il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro della Sanità Roberto Speranza. A comunicare l’esito positivo dell’incontro è stato il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che con un tweet ha dichiarato: “Conte ha accolto la richiesta di autonomia delle Regioni nella gestione della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Dal 18 maggio potremo aprire le attività in base alle esigenze territoriali. Le proposte del Governo verranno integrate con quelle degli enti locali. E faremo monitoraggio. Avanti con buon senso”.

È iniziato alle 18.40  l’incontro in videoconferenza tra i presidenti delle Regioni e il Governo, con il premier Giuseppe Conte e i ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Francesco Boccia. E sembra maturata l’intesa.

Quindi sembra che sia ad una svolta la possibilità di aprire il 18 maggio.
“Conte rivolgendosi al governatore ligure Giovanni Toti, ha accolto la richiesta di autonomia delle Regioni nella gestione della Fase 2. Dal 18 maggio si potranno quindi aprire le attività sotto la nostra responsabilità e in base alle esigenze del territorio. Il Governo farà le sue proposte che verranno integrate da quelle degli enti locali”.

Le regioni avranno la possibilità dunque di discostarsi dal quadro nazionale non più solo per restringere. Ma nello stesso tempo il Governo potrà intervenire se i dati lo richiederanno per bloccare eventuali crescite dei contagi. Tra le attività che potrebbero riaprire in caso di dati compatibili ci sono il commercio al dettaglio, ristoranti, centri estetici, parrucchieri.

Dal 18 maggio riprenderanno gli aggiornamenti calcistici, l’importante è attenersi all’adeguamento del protocollo di Sicurezza. Il Comitato Tecnico Scientifico ha espresso Il parere richiesto dall’esecutivo sul protocollo presentato dalla Figc: “conferma la linea della prudenza sinora seguita dai ministeri competenti” lo hanno detto in una nota congiunta Roberto Speranza e Vincenzo Spadafora, rispettivamente ministri della Salute e dello Sport.

“Le indicazioni del Comitato, che sono da considerarsi stringenti e vincolanti, saranno trasmesse alla Federazione per i doverosi adeguamenti del Protocollo in modo da consentire la ripresa in sicurezza degli allenamenti di squadra a partire dal 18 maggio”.

Oggi è stata la giornata delle trattative infinite sul decreto Rilancio. Il provvedimento è stato oggetto di una riunione notturna tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, accompagnato dal sottosegretario Riccardo Fraccaro, e i capi delegazione delle forze di maggioranza, per mettere a punto le misure che saranno contenute nel provvedimento, che in un bozza di ieri contava oltre 430 pagine e 258 articoli.

L’obiettivo del governo sarebbe stato quello di varare il decreto entro oggi. Ma questa ipotesi sembra sfumata. Anche la riunione preparatoria del Consiglio dei ministri sul decreto rilancio e inizialmente prevista alle 14, è stata rimandata.