CORONAVIRUS, I MORTI ARRIVANO A 13MILA. MA SI GUARISCE DI PIÙ

DI MARINA POMANTE

Dai dati del nuovo bollettino della Protezione civile sono 97.689 le persone in Italia, (comprese guarite e decedute), risultate positive al coronavirus finora. Attualmente sono 73.880 le persone positive, con un incremento di 3.815 rispetto a ieri. Lo ha reso noto la Protezione Civile. Sono 13.030 le persone guarite, con un aumento di 646 unita’ rispetto a ieri. I deceduti sono 10.779, 756 in piu’ rispetto al dato complessivo alla data di ieri, ma questo numero potra’ essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanita’ avra’ stabilito la causa effettiva del decesso.

È stato chiuso da ieri sera verso le 20 il Pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano l provvedimento è stato assunto in seguito al ricovero di diversi pazienti per i quali si sospetta un contagio da coronavirus. Uno di loro è in condizioni molto gravi.

Inail riconosce un autista del 118 come primo caduto sul lavoro per Covid-19

L’uomo è scomparso la notte del 13 marzo. La moglie e il figlio dovrebbero avere diritto a una rendita annua di circa 20mila euro, come spiega la responsabile dell’ente lombardo: “L’assegnazione è possibile con l’articolo 42 del decreto legge Cura Italia”

Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia intervistato a Sky TG24 ha sottolineato che sarà “Inevitabile la proroga delle misure”. Ha proseguito:
“Le misure in scadenza il 3 aprile inevitabilmente saranno allungate. I tempi li deciderà, come è sempre accaduto, il Consiglio dei Ministri sulla base di un’istruttoria che fa la comunità scientifica”. Il ministro Boccia, intervistato in merito all’emergenza coronavirus, ha inoltre affermato: “Penso che in questo momento parlare di riapertura sia inopportuno e irresponsabile. Tutti noi vogliamo tornare alla normalità, ma prima dobbiamo riaccendere un interruttore per volta. Voglio dirlo a chi dice di aver fretta, prima mettiamo in sicurezza la sanità e le terapie intensive triplicandole, poi lentamente, ripartendo da alcune attività produttive, riaccendiamo un interruttore per volta. Poi toccherà anche alla popolazione e non escludo che gli scaglioni anagrafici possano essere un metodo”.