CORONAVIRUS, CONTE “SI PASSERÀ A FASE 2 SOLO QUANDO SI POTRÀ” STABILI VITTIME E CONTAGIATI

DI MARINA POMANTE

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo la firma del nuovo Dpcm ha dichiarato che ci sarà una ‘fase 2′, e questa sarà di “convivenza con il virus”, per poi “passare alla fase 3 di uscita dall’emergenza e di ripristino della normalità”. Così si è espresso in conferenza stampa il premier, che ha inoltre prorogato i blocchi fino al 13 aprile ma potrà esserci la possibilità che l’attesa si allunghi ai primi di maggio.
“L’Italia deve resistere per contenere l’epidemia, ha insistito il premier: “Se molliamo ora gli sforzi saranno stati vani”. Il Cdm di venerdì dovrebbe esaminare anche un decreto con le misure per concludere l’anno scolastico che si è interrotto a causa del coronavirus.

Per quanto riguarda i contagi siamo su un trend stabile, come detto qualche giorno siamo sul pianoro, che viene confermato alle 18 dal bollettino della Protezione civile sull’emergenza coronavirus in Italia. Infatti sale a 115.242 il numero degli italiani risultati positivi dall’inizio dell’epidemia, una crescita di 4.668 casi rispetto a ieri (quando l’incremento era stato di 4.782).  Sono 760 i decessi in un giorno, contro i 727 di ieri, e 1.431 i guariti, contro i 1.118 di ieri. Anche grazie a quest’ultimo dato frena l’aumento degli attualmente positivi, da +2.937 di ieri a +2.477 di oggi. Ma soprattutto, si conferma il trend in calo dei ricoveri: quelli ordinari erano aumentati ieri di 211 unità, oggi di 137. Molto contenuto anche l’aumento delle terapie intensive: ieri +12, oggi +18.

Anche in Lombardia i numeri sono in linea, e come afferma il presidente di Regione, Attilio Fontana che anche oggi “è un altro giorno positivo”, ha detto il presidente della Regione durante il suo punto quotidiano. I numeri sono successivamente stati forniti dal vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala: “Nei dati di oggi troviamo una conferma del trend che va però valutato in un arco di 4 o 5 giorni. Il tasso di trasmissione del contagio però è diminuito e i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono oltre 124 mila”. Sala ha spiegato come i casi positivi in Lombardia siano saliti a quota 46.065, in crescita di 1.292; i ricoveri in ospedale sono 11.762, 165 in meno di ieri, quando invece erano aumentati di 44 unità. A questi ultimi si aggiungono i pazienti in terapia intensiva, che sono arrivati a 1.351 (+9). I decessi sono arrivati a quota 7.960, 367 più di ieri.

Milano e provincia hanno superato quota 10mila contagi, giungendo al totale di 10.004, con un incremento di 482 nelle ultime 24 ore. L’incremento di ieri sul giorno precedente, invece, era stato di 611. La sola città ha una grossa fetta di contagi con un totale di 4018, con un +203 (l’1 aprile l’incremento era stato più basso con +159).

A Pavia i malati vengono curati col sangue dei guariti, con la sperimentazione della plasmaterapia. Il protocollo è stato predisposto dal servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale del San Matteo, in collaborazione con altre strutture come l’Ats di Mantova. I primi due a donare sono stati i medici di Pieve Porto Morone (Pavia), marito e moglie, primi casi di contagio da Covid-19 in provincia di Pavia.

In Emilia Romagna sono 15.333 casi di positività al coronavirus, 546 in più rispetto a ieri; 62.027 i test effettuati, 3.570 in più. I dati si riferiscono alle 12 oggi. I decessi sono passati da 1.732 a 1.811: 79 in più, di cui 44 uomini e 35 donne. Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.663 (+97).

In progressivo miglioramento il dato nelle Marche dei dimessi dagli ospedali, saliti a 222, e dei guariti (doppio tamponne negativo), ora 40. E’ quanto emerge dall’aggiornamento comunicato dal Gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie (Gores). Nelle ultime 24 ore i casi positiviti sono risultati 136 su 647 tamponi: finora nelle Marche sono 4.098 (12.943 test). Quanto ai ricoveri sono in sostanza stazionari a quota 1.150: 164 in terapia intensiva, 305 in semi-intensiva, 527 in reparti non intensivi e 154 in area post critica. Quanto ai contagi la provincia di Pesaro Urbino ne registra 1.756, Ancona 1.211, Macerata 533, Fermo 284, Ascoli Piceno 227, mentre 87 provengono da fuori regione.

2.660 in Liguria (172 in terapia intensiva, 634 i guariti), 2.879 nel Lazio (181 in terapia intensiva, 369 i guariti), 2.140 in Campania (120 in terapia intensiva, 149 i guariti), 1.587 nella provincia di Trento (78 in terapia intensiva, 229 i guariti), 1.864 in Puglia (118 in terapia intensiva, 99 i guariti), 1.294 in Friuli Venezia Giulia (60 in terapia intensiva, 376 i guariti), 1.606 in Sicilia (73 in terapia intensiva, 92 i guariti), 1.251 in Abruzzo (75 in terapia intensiva, 113 i guariti), 1.160 nella provincia di Bolzano (60 in terapia intensiva, 190 i guariti), 885 in Umbria (47 in terapia intensiva, 205 i guariti), 718 in Sardegna (24 in terapia intensiva, 36 i guariti), 627 in Calabria (19 in terapia intensiva, 23 i guariti), 556 in Valle d’Aosta (25 in terapia intensiva, 49 i guariti), 233 in Basilicata (19 in terapia intensiva, 3 i guariti) e 133 in Molise (8 in terapia intensiva, 21 i guariti).

Sale a 69 il totale dei medici morti in Italia da inizio epidemia. Lo riferisce la Fnomceo, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che sul proprio sito (listato a lutto) pubblica da alcuni giorni il triste elenco dei sanitari vittime del covid-19. “Molti sono i medici che muoiono improvvisamente, anche se la causa della morte non è direttamente riconducibile al virus, perché il tampone non viene effettuato”, spiega la Federazione. Intanto, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istituto superiore di Sanità (aggiornamento 1 aprile), sono saliti a 10.007 gli operatori sanitari contagiati in Italia.