CORONAVIRUS, APPIATTIMENTO DELLE CIFRE. 766 VITTIME. BORRELLI SMENTITO SULLA DATA DEL 16 MAGGIO

DI MARINA POMANTE

Finalmente c’è l’appiattimento della curva. Oggi dai dati della Protezione civile, sono 85.388 le persone sottoposte al test e attualmente positive al virus (aumentate di 2.339 unità rispetto a ieri). I morti sono 14.681 (766 in più nelle ultime 24 ore), 19.758 sono invece le persone guarite o dimesse dagli ospedali (1.480 in più rispetto a ieri). Tra i contagiati, 4.068 sono in terapia intensiva (ieri erano 4.053). Le persone che hanno contratto il virus dall’inizio dell’epidemia sono 119.827. Il numero dei medici deceduti è salito a 77.

Sulla fine del lockdown, il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, si corregge
Stamattina a Radio Anch’io aveva dichiarato: “passeremo chiusi in casa anche il Primo Maggio, dopo Pasqua e Pasquetta” ha però spiegato che “non passerà questa situazione per quella data. Dovremo stare in casa per molte settimane” e ribadendo la necessità di avere “comportamenti rigorosissimi”. Poi il capo della Protezione civile ha successivamente dichiarato che “l’orizzonte temporale resta quello del 13 aprile come annunciato dal presidente del Consiglio. Ogni decisione sulle misure restrittive e sull’eventuale ‘fase 2’ spetterà dunque al governo che, come sempre, si avvarrà delle indicazioni del comitato tecnico-scientifico. Dipenderà dai dati e dall’analisi degli scienziati.
Borrelli ha poi proseguito: “ho chiaramente detto di non voler dare date e ho ribadito ancora una volta che l’inizio della nuova fase dipenderà dai dati e dall’analisi degli scienziati”. Il governo “ha garantito alle Regioni le risorse per i dispositivi di protezione individuale e per quelli necessari al superamento dell’emergenza” ha aggiunto, rispondendo a chi gli chiedeva dell’ennesimo scontro tra Governo e Regioni, in particolare con la Lombardia. “In ordinario la sanità è una competenza che spetta alle regioni e sarebbe stato un guaio se governo e protezione civile avessero preso ogni competenza, ha continuato il capo della Protezione civile, ma nel momento in cui c’è stata l’emergenza è dovuto intervenire il governo”. E a chi gli chiedeva se fosse necessario alla fine dell’emergenza rivedere il titolo V della Costituzione per evitare in futuro gli stessi problemi e gli stessi balletti sulle responsabilità che si stanno verificando oggi, ha risposto che “è evidente”. Sulla sanità “ci vuole una regia unitaria forte condivisa e coesa, credo che ci sarà da ripensare al modello organizzativo ma io sono un tecnico e mi limito a rispondere alle disposizioni vigenti”. Stare ancora in casa Borrelli è poi tornato sulla circolare del Viminale che ha suscitato diverse polemiche sottolineando che non ha introdotto alcuna novità. “Il documento non sposta i termini, dobbiamo fare attenzione ed evitare di trovarci poi in una situazione che ci sfugge di mano. L’ora d’aria è una misura che non è ancora operativa, bisogna fare attenzione, rispettare le regole di prudenza e stare ancora in casa”. L’ipotesi inizio fase 2 a metà maggio La cosiddetta ‘fase 2’ di convivenza con il coronavirus potrebbe iniziare a metà maggio, anche se al momento non c’è alcuna certezza – ha spiegato il capo della Protezione Civile a ‘Circo Massimo’ ricordando che se si faranno tamponi a tappeto, indagini sierologiche e demoscopiche sulla rete di contagi, spetterà agli esperti del comitato-tecnico scientifico deciderlo. E su questo si sta già lavorando. Il 16 maggio potrebbe essere la data giusta per la fase 2? “Se l’andamento non cambia, potrebbe essere, come potrebbe essere prima o dopo, dipende dai dati” ha risposto Borrelli sottolineando che al momento la situazione è stazionaria”. “Dobbiamo vedere quando questa situazione inizia a decrescere. Non vorrei dare delle date, però da qui al 16 maggio potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2”. La situazione attuale, ha concluso, consente però di “dare un po’ di respiro alle strutture sanitarie e alle terapie intensive: si stanno alleggerendo di un carico di lavoro che ogni giorno era molto più forte e comportava sacrifici straordinari per trovare nuovi posti di ricovero e cura”. –

Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, nel corso di una conferenza stampa, ha smentito la notizia secondo cui la trasmissione del virus avverrebbe anche per via aerea (e quindi non solo attraverso le famose goccioline). Tale ipotesi, almeno per ora, sarebbe stata dimostrata solo in contesti particolari, come quelli ospedalieri.
Brusaferro ha anche fatto sapere che sono già 50 le aziende italiane autorizzate a produrre mascherine chirurgiche.

Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ha invece reso noto che, al momento, l’Agenzia italiana per il farmaco ha approvato otto studi sui farmaci anti-Covid-19