CONFESSIONI DI UN PERCETTORE DEL REDDITO DI CITTADINANZA

Di Giorgio Consolandi

Sul Reddito di cittadinanza, si sono scritti fiumi di parole e purtroppo molte di queste, sono state spese per “male dire” questa misura, che invece riporta dignità e concede un pizzico di serenità a chi vive in povertà.

Il provvedimento è imperfetto, come lo sono tantissimi altri. I percettori sono in taluni casi disonesti che non ne avrebbero diritto, un fenomeno che capita di ravvisare anche per i risarciti dalle assicurazioni o dai cosiddetti falsi invalidi e in qualsiasi altra categoria sociale…
Questa fenomenologia italica dell’abuso e dell’ingiusta percezione di un beneficio, non determina tuttavia l’abolizione dell’istituto in questione. E’ invece proprio con questa motivazione che chi vorrebbe la soppressione del Reddito di cittadinanza porta avanti la propria teoria. Una vergognosa mancanza di sensibilità, ma che, facendo riferimento alla politica, si traduce in una totale assenza di interesse verso le classi deboli o svantaggiate socialmente.

il sostegno del si al rdc

Il prezioso Claudio Cominardi (M5S), in ragione ed in difesa di quanto detto, pubblica sulla propria pagina Facebook una lettera a firma Stefano Lovati, il quale spiega il suo punto di vista e racconta ciò che forse a qualcuno sfugge o finge di non sapere per interessi meramente partitici.
Il testo della lettera non bada alla forma ma costituisce un sicuro riferimento per il contenuto, di conseguenza è stato lasciato integro e senza alterazioni, lasciando così al lettore la percezione del significato profondo.

Lettera di Stefano

Leggo tanti che stanno commentando il fallimento o meno del RDC.
Adesso dico la mia, perché io sono un percettore del RDC e so, perché vissuto, cosa c’e’ dietro a chi, per necessita’, lo ha chiesto.
Ho 54 anni e fino a tre anni fa lavoravo.
Un bel lavoro, pagato il giusto, stavo fuori casa 14 ore al giorno per 8 ore di lavoro ma andava bene. Poi, io, assunto con il Jobs act, vengo lasciato a casa, non dopo aver cercato di fottermi parte della liquidazione, per fare posto ad uno stagista molto più economico.
Ecco bene, a 50 anni suonati, se non hai un curriculum da dirigente, un po’ di sano culo o qualche conoscenza, per il mondo del lavoro sei carne morta. Perché costi troppo e a nessuna azienda conviene assumerti.
Ho mandato migliaia di curriculum in questi tre anni, niente, manco i benzinai mi prendevano in considerazione.
Ho tirato a sopravvivere grazie a mio padre e mia madre, ottantenni e alla bontà di alcune persone, verso le quali provo una vergogna indicibile perché so che non riuscirò mai a sdebitarmi.
Ho mangiato per mesi solo pasta da discount, 0,39 centesimi al chilo, niente frutta, niente verdura, niente carne ne pesce.
Certo, ogni tanto, per fortuna qualche soldino saltava fuori dalle cucciolate, che mi permetteva di pagare bollette arretrate
si, perché sono stato anche con l’energia elettrica sospesa, per giorni, d’inverno.
Non vado oltre perché lo scopo di quello che scrivo non e’ impietosire chi legge.
Voglio solo far capire che il RDC non e’ un fallimento perché non trova lavoro alle persone, certo, quello e’ un limite che questo provvedimento ha ma nel frattempo, ha salvato tante persone dall’indigenza, quella vera che se non la provi non sai cosa voglia dire.
Ha salvaguardato la salute delle persone perché quando sei indigente, mangi di merda, vivi sempre in ansia e sotto stress.
Quindi evitate di criminalizzare il RDC, soprattutto per propaganda politica e disprezzare chi lo utilizza.
E’ vero e’ migliorabile e io stesso ogni giorni mi alzo con la speranza che la mia navigator mi chiami perché mi ha trovato lavoro ma la realtà e’ che il lavoro non si trova non per colpa del RDC che e’ malfatto ma perché le aziende non investono su persone di 50 con un curriculum normale. Questa e’ la realtà. 

Ci sono un sacco di persone della mia generazione completamente dimenticate dallo stato e dal mondo del lavoro.
Spero che il RDC venga migliorato, lo spero tantissimo ma intanto ricordatevi che anche cosi’ com’è, salva le persone.
Stefano Lovati

Una lettera accorata, vera, senza troppi ghirigori, che va dritta al punto. Lo scrivente difende il suo unico appiglio ad una ritrovata serenità (almeno parziale). Stefano spiega: “…lo scopo di quello che scrivo non e’ impietosire chi legge“, e poi dice anche: “…quando sei indigente, mangi di merda, vivi sempre in ansia e sotto stress“. Sono aspetti di difficile valutazione da parte di gode di uno stipendio regolare, magari che fatica ad arrivare a fine mese, ma ha uno stipendio sicuro. Maggiore difficoltà nel comprendere queste sfumature esistenziali è chiaro che le incontri chi invece percepisce uno stipendio da onorevole. Un parlamentare ha denaro a sufficienza e ha anche diversi benefit extra che gli rendono la vita ancora più facile e non può forse capire profondamente il significato della lettera di Stefano.

E’ a quest’ultimo che andrebbe chiesto di fare uno sforzo di immaginazione, di pensare con calma e senza l’enfasi della propaganda, a coloro che benefici non ne hanno e non pranzano alla mensa del Parlamento, ma consumano pasta da discount a 39 centesimi al chilo.

#LibereNotizie

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare i miei pensieri e le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso emozioni e pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci ha succeduto. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!