ZINGARETTI, OBBLIGO VACCINO ANTINFLUENZALE ULTRA 65ENNI. IL TAR BOCCIA L’ORDINANZA

Il Tar del Lazio accoglie il ricorso dell’associazione Codici (Centro per i Diritti del Cittadino), un’associazione per la tutela dei diritti dei consumatori.

L’accoglimento del ricorso annulla di fatto l’ordinanza con la quale la Regione Lazio decreta l’obbligo, per gli ultra 65enni, del vaccino antinfluenzale.

Il Tar con la sua decisione non influisce comunque su quanto stabilito col “piano vaccinale” che la Regione ha posto in essere.
L’obiettivo è teso ad una copertura il quanto più possibile allargata alla popolazione interessata.
In merito a questo questo piano vaccinale, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha spiegato: “Non ci deve essere nessuna ansia, le scorte sono sufficienti per tutti. Il Lazio è la prima regione italiana per approvvigionamento”. Zingaretti ha poi precisato che sono stati acquistati 4 milioni e 400 mila vaccini.

Ulteriore precisazione arriva da Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità che ha detto che 100 mila dosi del vaccino sono destinate alle farmacie, e che le prime 20 mila arriveranno già dal 15 ottobre.

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Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare i miei pensieri e le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
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Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso emozioni e pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci ha succeduto. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
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