VERSO IL GOVERNO GIALLO ROSSO. I NODI DI MAIO E ROUSSEAU

DI MARINA POMANTE

Il vertice tra M5S e PD oggi è iniziato in salita. I punti del programma condiviso e la squadra di governo sono ancora in fase embrionale.
Da parte dei due schieramenti trapela ottimismo e determinazione ad arrivare ad un epilogo positivo per la formazione del nuovo esecutivo.
La discusione si è animata dopo che il capo politico dei 5stelle ha deciso ieri sera di sottoporre l’accordo a giudizio degli iscritti alla piattaforma Rousseau ma il Pd lo ha visto come uno “sgarbo” al Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Il capogruppo pentastellato Francesco D’Uva all’uscita da Montecitorio, ha detto ai giornalisti: “chi attacca Luigi Di Maio, attacca il Movimento”.
Poi alla domanda se il voto sulla piattaforma sia irrispettoso delle prerogative del Capo dello Stato e delle prassi istituzionali, il capogruppo Stefano Patuanelli ha replicato: “Rousseau Irrispettoso? I partiti decidono nelle loro sedi, noi coinvolgiamo centinaia di migliaia di persone che sono i nostri iscritti”, aggiungendo che “c’è un presidente che accetta l’incarico con riserva per la formazione del governo e la decisione finale ciascuno la prende in un modo”.

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti avrebbe sottolineato alla direzione del Partito che occorre un “modello diverso” di governo rispetto al precedente ed “equilibri accettabili”.
Ok allora ad un esecutivio a guida Giuseppe Conte, che il Pd accetta per senso di responsabilità ma, avrebbe ribadito il segretario “serve discontinuità”.

Questo ennesimo vertice tra le due Forze politiche ha l’onere di arrivare alla definizione definitiva del programma di governo, ma avrebbe anche il compito di delineare la rosa dei ministri, tuttavia è evidente che questa fase sarà perfezionata nel corso dell’eventuale mandato esplorativo che dovesse ricevere il premier designato.
È la questione della vicepresidenza a Di Maio che ha fatto tirare il freno a mano sugli accordi del vertice. Come afferma Il vicesegretario dem, Andrea Orlando “è un problema di struttura di governo. Se c’è un premier del M5S, è giusto che ci sia un vicepremier del Pd. Serve a fare comprendere che stiamo entrando in una fase effettivamente nuova”.

La secca replica di Di Maio: “Si pensi a soluzioni, non a colpire me”.
Nicola Zingaretti invece pone l’accento sulla qualità: “Contro la destra serve un governo nuovo, di svolta. La nostra non è una staffetta. Serve una soluzione condivisa e discontinuità, troveremo nel presidente della Repubblica il giusto equilibrio per affrontare una difficile crisi”.
Alludendo esplicitamente al fatto che c’è la necessità di cambiare le persone.

Oggi inoltre dalle ore 10 è iniziata la seconda tornata delle consultazioni. Ha aperto il gruppo Per le Autonomie del Senato (Svp-Patt-Uv). Poi è stato il turno di Liberi e Uguali della Camera alle 10.30. Fratelli d’Italia alle 11 e nel pomeriggio si riparte col Pd alle 16 e Forza Italia alle 17, poi il gruppo Lega-Salvini premier per le 18 e infine alle 19 sarà la volta del M5S.