UE VERSO L’ACCORDO, IL VERO PROBLEMA È IL MES

DI MARINA POMANTE

A poche ore dall’incontro dell’Eurogruppo, l’Italia si prepara a vincere la sua battaglia. La scelta di una linea dura voluta dalla maggioranza, dovrebbe indurre i falchi ad acconsentire al fondo di solidarietà proposto dalla Francia, un fondo che verrebbe finanziato con debito comune europeo. Una proposta che richiede alcuni mesi per essere concretizzata, nel frattempo per l’italia potrebbe essere inevitabile accettare il Mes. Nell’intervista concessa ieri alla tedesca Bild Zeitung, Conte è stato esplicito nell’affermare che, se non saranno allentate le regole del bilancio, per l’Europa è la fine. Con un M5S che si è sempre opposto all’adesione dell’Italia al Mes, per Conte si apre un problema di tenuta della maggioranza, quando il parlamento dovrà ratificare le decisioni prese in Europa. Nella riunione di ieri sera il premier Giuseppe Conte e i due ministri Roberto Gualtieri e Luigi Di Maio hanno affrontato il possibile punto di caduta nella trattativa tra alleati: anche se il Mes verrà inserito nell’accordo dell’Eurogruppo, non è detto che venga attivato dall’Italia, visto che non è obbligatorio. Nel pomeriggio si terrà l’Eurogruppo, doveva tenersi ieri ma che per la mancanza di un’intesa è slittato a oggi. Si aspetta l’esito che avrà questa a riunione, e se veramente l’unica condizionalità richiesta sarà il vincolo che i fondi vengano usati per fronteggiare la crisi del coronavirus e che al termine della crisi non vi sia un automatico ritorno alle condizionalità standard. Dipenderà da questo se le timide aperture di una parte dei vertici del movimento non verranno richiuse. Conte con Di Maio  e Gualtieri si rivedranno questa mattina prima dell’Eurogruppo, consapevoli che la proposta di coronabond non è mai neppure stata presa in considerazione. Anche dall’Aja arrivano segnali di tempesta. Il Parlamento olandese ha approvato due risoluzioni che esortano il governo a non accettare gli Eurobond e a tenere il punto sulla condizionalità per l’utilizzo del Mes.   Le mozioni, presentate rispettivamente dal partito anti-Ue Forum per la democrazia (FvD) e da una formazione trasversale di deputati, non sono vincolanti ma danno un chiaro indirizzo politico al governo impegnato nei negoziati all’Eurogruppo. L’Olanda è  praticamente sola contro gli altri 18 nel pretendere il Mes condizionato seppure con modalità diluite nel tempo. Inutili, finora, le proposte di compromesso proposti da Mario Centeno, Bruno Le Maire e Olaf Scholz. Secondo il ministro delle Finanze francese “è indispensabile usare il Mes, senza aggiungere condizioni che potrebbero essere percepite come provocazioni”. Francia e Germania, inoltre, sono d’accordo per “far figurare nel pacchetto globale” un Fondo per la ripresa. Il ministro tedesco ha aggiunto che la solidarietà “deve essere organizzabile in modo veloce”, e il Mes “non deve essere collegato ad uno scenario in cui, come dieci anni fa, arrivavano i commissari oppure una troika”.  Il ‘recovery fund’ francese sembra sia il compromesso più accettabile da tutti, soprattutto se non si va nei dettagli di come alimentarlo. Ma non sarebbe impossibile trovare un compromesso su risorse comuni limitate che facciano da garanzia ad una limitata emissione di titoli. Delimitando il più possibile l’operazione, e dunque i rischi da mettere in comune, potrebbe diventare accettabile anche per Olanda e Austria. Ma sarebbe uno strumento limitato, che non potrebbe mai raggiungere le molte centinaia di miliardi di euro sperati dai paesi del sud. Il Mes sembra sia quindi inevitabile.  Ora si tratta di trovare la giusta formula che consenta a ciascun ministro di tornare a casa sventolando la bandiera della vittoria.