STRAGE DI BOLOGNA, ERGASTOLO PER L’EX NAR CAVALLINI

DI MARINA POMANTE

È stato condannato all’ergastolo l’ex terrorista dei Nar Gilberto Cavallini, nel processo sulla Strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza è stata letta dalla Corte di Assise, dopo sei ore e mezza di camera di consiglio.
Cavallini, 76 anni, è stato condannato a otto ergastoli e attualmente detenuto a Terni in regime di semiliberta, era imputato di concorso in strage. Secondo la procura di Bologna fornì supporto logistico agli esecutori materiali della Strage del 2 agosto 1980, infatti ospitò lui Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, condannati in via definitiva quali esecutori materiali dell’attentato, a Villorba di Treviso prima della strage. E ancora lui, come afferma l’accusa, si occupò dei documenti falsi e del trasporto a Bologna, fornendo un’auto.

L’ex Nar era già stato condannato per banda armata e per gli omicidi commessi tra il 1979 e il 1981 dei quali è reo confesso. Dopo 37 anni di reclusione, è in carcere dal 1983, ora si trova in semilibertà. Cavallini insieme ad altri ex Nar (Nuclei armati rivoluzionari), pur ammettendo tutti gli altri attentati firmati dalle destra eversiva, rispetto alla strage alla stazione di Bologna, si sono sempre dichiarati innocenti. Anche questa mattina lo ha fatto dichiarandosi innocente davanti ai giudici di Bologna in aula prima che si riunissero in camera di consiglio e formulassero la sentenza: “Sono in carcere dal settembre ’83, oltre 37 anni. Sono anni di galera che mi sono meritato, li ho scontati tutti e dovrò scontare ancora. Ho meritato condanne. Ma non accetto di dover pagare quello che non ho fatto, sia in termini carcerari sia di immagine. Tutto quello che abbiamo fatto come Nar lo abbiamo fatto alla luce del sole, a viso scoperto, rivendicando ogni azione. Ci siamo resi conto che quello che abbiamo fatto è stato inutile o comunque sbagliato”.
Dichiarazioni date in maniera spontanea, l’ex terrorista dei Nar ha inoltre affermato: “Non accetto la falsificazione della nostra storia. Tutto il resto non ci appartiene. Abbiamo lasciato in mezza alla strada molte vite umane, anche di nostri camerati e amici. Se voi pensate che dei ragazzini di poco più di 20 anni siano gli esecutori di ordini di gruppi di potere come la P2 o la mafia, fate un grosso errore”.
E ha proseguito: “Non fate un servizio al Paese e alla verità. Non mi lamenterò qualsiasi cosa decidiate. Ma una mia condanna sarebbe sbagliata. Noi non abbiano da chiedere perdono per la Strage. Sono pentito di quello che abbiamo fatto, ma né io né i Nar dobbiamo abbassare gli occhi per quanto successo a Bologna il 2 agosto 1980”.

Attraverso la voce della vicepresidente Anna Pizzirana, i familiari delle vittime della strage hanno fatto sapere:
“La sentenza non cancella gli 85 morti e i 200 feriti, ma rende giustizia a noi familiari delle vittime che abbiamo sempre avuto la costanza di insistere su questi processi”.
Mentre la difesa di Cavallini ha replicato che 40 anni dopo è inumano condannare una persona. Ma la risposta di Pizzarini è lapidaria: “No, non è inumano, perché hanno condannato anche quelli della Shoah dopo 70 anni, non vedo perché debba essere inumano. E’ una giustizia che viene fatta ai familiari delle vittime, per la nostra perseveranza. E, se le carte processuali lette, rilette esaminate da questa Corte hanno stabilito così è una sentenza corretta”.