INVASIONE MIGRANTI? LA LAMORGESE RIBATTE A SALVINI: NON CONOSCE I DATI UFFICIALI

DI MARINA POMANTE

Prosegue il battibecco tra l’ex inquilino del Viminale e l’attuale ministro, Lamorgese, che smentisce coi numeri le accuse del leader leghista, in merito alla presunta invasione degli immigrati.

Un punto fermo, quello dei flussi migratori, che è utile a gettare benzina sul fuoco tra opposizione e maggioranza. Nell’attuale governo, il ministro dell’Interno (l’unico tecnico), Luciana Lamorgese, replica alle accuse del suo predecessore Matteo Salvini, sulla presunta moltiplicazione degli sbarchi con il nuovo esecutivo. “L’invasione di migranti non c’è. E i rimpatri aumentano. L’unico incremento è quello degli arrivi autonomi dei tunisini. Ma a ottobre ne abbiamo rimandati indietro sei su dieci”, questo è quanto il ministro afferma in una intervista a Repubblica.
Poi racconta del cambio di passo con l’Europa che “ora ci aiuta” e ad evidenziare quanto sia diversa la realtà, fa l’esempio dell’ultimo sbarco della Ocean Viking, per il quale sia la Francia che la Germania hanno offerto la disponibilità ad accogliere il 72% dei migranti “dando di fatto già attuazione al pre-accordo di Malta, che comincia quindi a dare i primi risultati”.

A Salvini che va ripetendo: “stop all’invasione ……l’escalation degli sbarchi in Italia è triplicata”, risponde: “Non c’è nessuna invasione”. “Nel 2019 gli arrivi sono stati circa 9.600 rispetto ai 22mila di tutto il 2018”. La ministra specifica poi a Repubblica: “Vanno svuotati i centri libici. Intensificheremo i rimpatri”.

Luciana Lamorgese non fa propaganda, non va per spiagge e fiere.
I suoi collaboratori dicono di lei: “Sta sempre qua, non se ne va a casa finché non firma tutto”. Ha fatto la sua gavetta ed è arrivata a capo del Ministero degli Interni, per capacità e dedizione. La politica non le appartiene e, dice, “non mi apparterrà”.

Come riportato da Repubblica, Luciana Lamorgese dichiara che “il governo è al lavoro per modificare i contenuti degli accordi con la Libia. Mi limito a dire che occorre sostenere i rimpatri volontari assistiti, quelli organizzati dall’ Unhcr e dall’ Oim, che hanno già consentito il rientro in patria di 25 mila migranti e vanno svuotati i centri attraverso i corridoi umanitari europei. Occorre un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite. E comunque tengo a precisare che la lotta agli scafisti ha consentito quest’anno di arrestarne ben 86″.

Ma secondo quanto scrive su Facebook, Matteo Salvini: “Gli sbarchi sono cresciuti sia a settembre (2.498 nel 2019 contro i 947 del 2018) che a ottobre (2.015 contro i 1.007 di un anno fa), ovvero da quando c’è lei”.
Anche sui rimpatri Salvini scrive la sua verità: “le procedure accelerate per espellere i clandestini nelle zone di frontiera, sono frutto del Decreto sicurezza. Pensano che gli italiani siano scemi? Sono incapaci o complici?”.

Il contenzioso tra vecchia e nuova gestione del ministero sembra non avere termine, ma intanto per il governo ha un’altra questione calda da affrontare, quella del memorandum Italia-Libia del 2017. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio ha spiegato in Aula che la volontà del governo è di modificarne e migliorarne i contenuti. Però nella maggioranza c’è chi mette paletti, come Italia Viva che, per voce di Davide Faraone, chiede di cambiare gli accordi con la Libia e, soprattutto, di “smontare i decreti insicurezza” di Salvini “un minuto dopo aver finito di lavorare alla manovra”.

Un punto delicato che obbligherà l’esecutivo a provvedere alla ricerca di un accomodamento in seno alla maggioranza.