I SINDACATI IN PIAZZA A MILANO, FIRENZE E NAPOLI. “AL GOVERNO C’È SCHETTINO”

DI MARINA POMANTE

Una mobilitazione imponente che coinvolge tre principali città italiane. Da Milano a Napoli, passando per Firenze, uno sciopero di otto ore dei lavoratori metalmeccanici, indetto da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, con l’intento di sollecitare il Governo, ma anche le imprese, a mettere in cima alle priorità del Paese, il Lavoro.

Ricorrendo ad una metafora, il segretario Fim-Cisl, Marco Bentivogli ha detto a Milano: “Il Governo fa come Schettino, si avvicina alla scogliera per prendere applausi, ma sta facendo affondare la nave”.
Un’accusa al Governo, questa di Bentivogli, di badare a cose più d’effetto che di reale concretezza.

Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil, ha invece puntato l’attenzione sulla questione meridionale ed ha accusato che “nessuno si occupa di rilanciare l’economia e gli investimenti al Sud”.

Anche Francesca Re David, leader Fiom Cgil ha evidenziato le carenze al sud, parlando della “desertificazione industriale”. Un fenomeno questo, che è presente in particolar modo nel meridione d’Italia.

La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan in corteo a Firenze, ha annunciato chiaramente che la prospettiva di una mobilitazione generale, di uno sciopero, “dipende molto da cosa deciderà di fare il Governo”, aggiungendo la sua preoccupazione per una “Legge Finanziaria molto complessa”, spiegando che la volontà del sindacato è che il Lavoro sia al centro delle preoccupazioni, altrimenti qualsiasi strumento sindacale sarà utilizzato.

La Furlan ha inoltre espresso a nome dei sindacati, la preoccupazione della minaccia della “procedura d’infrazione” all’Italia, poichè ha spiegato: “alla fine chi la paga sono gli italiani e le italiane, i soliti: in modo particolare il lavoro dipendente, lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate. Noi per questo chiediamo una riforma del fisco che non premi i ricchi come la Flat Tax, ma che premi invece i lavoratori e pensionati”.

Anche se la critica alla Flat Tax, che la segretaria generale accusa di favorire i ricchi, non presenta proposte elaborate da lei stessa o dal sindacato che si dice preoccupato. Condivisibile la preoccupazione sulla procedura d’infrazione che potrebbe essere avviata dalla Ue, anche se a “pagare” non sarebbero soltanto le categorie elencate, ma tutto il Paese.