E’ UFFICIALE IL GOVERNO CONTE “UN GOVERNO PER L’ITALIA”

DI MARINA POMANTE

È stata votata la fiducia al Senato: sono 169 i sì, 133 i voti contrari e 5 gli astenuti. Due sono i voti in meno rispetto alla fiducia ottenuta sempre al Senato dal primo governo Conte. Il premier Conte ha accolto il voto di fiducia al suo governo con un abbraccio con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, seduto accanto a lui e un applauso dei senatori della maggioranza subito dopo la proclamazione dell’esito da parte della presidente Casellati. Su Twitter Conte ha scritto: «Il Parlamento ha votato la fiducia al Governo. Un nuovo inizio per l’Italia, una stagione riformatrice di rilancio e speranza. Costituzione e rispetto delle Istituzioni la nostra bussola, gli interessi degli italiani il nostro obiettivo. Al lavoro con coraggio e determinazione». Nel momento della proclamazione in Aula in quel momento non c’era il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che precedentemente era seduto vicino al premier.

«Dobbiamo fare il prima possibile». Lo dice il premier Conte a chi gli chiede se la nomina dei sottosegretari arriverà nel Consiglio dei ministri in programma giovedì.

Ieri la Camera ha votato la fiducia al secondo governo Conte con 343 voti a favore e 263 contrari.

Conte, al Senato non farà una replica del discorso tenuto ieri alla Camera. E il siparietto dell’opposizione inizia subito a dare spettacolo, poco prima delle 10 e un quarto prende la parola il senatore Roberto Berardi, di Forza Italia, che indossa una camicia nera (ma forse è uscito di corsa prendendo la prima cosa che gli è capitata) e chiede di spendere un miliardo di euro aggiuntivo nelle forze armate.

Salvini entra in Aula e si levano le grida: “Matteo, Matteo”… un film già visto, (come ieri alla Camera), i leghisti ogni pochi minuti fanno partire cori con l’intento di interrompere i relatori della maggioranza. Cori da stadio, non consoni al Senato della Repubblica.

Stefano (Pd) si dilunga troppo nel suo intervento e la presidente Casellati si indigna non poco… Ma in tutto questo i cori e le interruzioni del Carroccio proseguono.

Il Premier ha tenuto il suo discorso per illustrare il programma di governo, un discorso lungo che punto per punto spiega quale saranno gli obiettivi dell’esecutivo: dalla politica economica a quella migratoria (alla quale ha dedicato pochissimo tempo) passando per quella estera.
Conte ha iniziato dicendo che il suo nuovo governo sarà “meno roboante”, che adotterà un lessico “più rispettoso” in confronto al passato e che mostrerà un volto più “mite”.
Il primo provvedimento annunciato riguarda l’azzeramento delle rette e l’aumento dei posti disponibili negli asili nido.
Sul fronte economico ha promesso di tagliare il cuneo fiscale e di cambiare le leggi sulla rappresentanza sindacale, di riformare il fisco e ha detto che la riduzione dei tassi di interesse sul debito pubblico è di per sé “un’importante riforma strutturale”.
Ha precisato che il taglio dei parlamentari sarà calendarizzato nella prima seduta utile e che sarà accompagnato da una nuova legge elettorale e da altri cambiamenti nelle garanzie costituzionali. Il suo governo, ha promesso, porterà avanti una riforma equilibrata dell’autonomia regionale.
Sull’immigrazione il governo guarderà sia all’integrazione che ai rimpatri e lo farà rivedendo la normativa in materia, ma anche modificando i “decreti sicurezza” voluti dall’ex ministro Matteo Salvini, seguendo le indicazioni del presidente della Repubblica.

Un discorso di un presidente che punta a restare in carica a lungo. Conte ha praticamente parlato di quasi tutti gli argomenti possibili.

Notevole sotto l’aspetto ludico-grottesco l’intervento del forzista Marco Perosino, che afferma che il nuovo governo abbia nel programma “droga libera per tutti” e poi chiude il suo intervento ringraziando la Madonna e alcuni santi…

Anche in questo caso si è fatta fatica a credere di essere nell’Aula del Senato, ma evidentemente è questa la linea scelta dalle opposizioni.

Francesco Zaffini di Fratelli d’Italia, si cimenta invece in un’analisi selettiva del comunismo e definisce il governo “post-comunista”, il Movimento 5 Stelle “comunisti inconsapevoli”, il Partito democratico “comunisti che si vergognano” e Liberi e Uguali “comunisti paleolitici”.

Poco dopo le 11 qualcuno azzarda dei calcoli e si ipotizza che i voti della maggioranza saranno tra 169 e 173, ben oltre quindi la maggioranza che è fissata a 161. Marco di Fonzo, di SkyTg24, ricorda che il primo governo Conte ottenne 171 voti al Senato. E mentre ci si intrattiene col pallottoliere, il senatore Gianluigi Paragone annuncia che voterà contro il governo e che farà un “un discorso durissimo contro Conte”. E la senatrice a vita Elena Cattaneo, annuncia invece il suo voto a favore del governo.

Poco dopo le ore 12 arriva la notizia che la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato che Paolo Gentiloni sarà il prossimo Commissario agli Affari Economici.
Un successo ulteriore di questo governo che viene visto in Europa con grande positività e allo stesso modo viene considerato in ambito internazionale.

Nel suo discorso la senatrice Liliana Segre (89 anni proprio oggi) è durissima e cita il proliferarsi degli atti violenti e razzisti nel nostro Paese e la troppa “indulgenza” che li ha accompagnati. Poi fa riferimento ai simboli religiosi in politica dicendo che le ricorda il “Gott mit uns”, “Dio è con noi”, il motto delle SS. poi termina il suo intervento dicendo che voterà a favore del governo.

Mentre Lucia Bergonzoni (Lega) durante il suo intervento indossa una maglietta con su scritto: “Bibbiano”.

Nuova indiscrezione di Marco Di Fonzo di SkyTg24 che dice che i voti per la maggioranza sembrano crescere.

Emma Bonino dice che voterà No alla fiducia, come da decisione della direzione del suo partito, +Europa. Ieri però, i tre deputati di +Europa hanno votato a favore della fiducia, in dissenso con Bonino e con il segretario, Benedetto Della Vedova.

Nel dopo pranzo Mario Monti dichiara che voterà si al governo, così come annuncia anche Francesco Laforgia, di Liberi e Uguali.

Poco dopo le 15 è la volta di Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia, che cita nei primi cinque secondi del suo discorso: i comunisti e Bibbiano… Poi La Russa si rivolge a Mattarella dandogli del tu dicendogli: “Quando vorrai riconsiderare la tua decisione di non sciogliere le camere”. Quindi torna ad accusare il nuovo governo di essere formato da comunisti.

Anche da La Russa, politico esperto e consumato, ci si sarebbe atteso maggiore pragmatismo e contenuti più pregnanti ma evidentemente questa risoluzione di governo ha finito per logorare anche i politici più “esperti” lasciandoli più che altro “consumati”.

Ed ecco che subito poco prima delle 15 e trenta prende la parola Matteo Salvini che anticipa che dei 20 minuti di tempo che ha a disposizione ne usera anche meno e si rivolge al presidente del Consiglio chiamandolo: Conte-Monti… I senatori della Lega scandiscono “Dignità! Dignità!” non appena Salvini conclude.

Renato Schifani (FI) appare piuttosto incazzato col mondo, dapprima se la prende con la Lega per l’alleanza col Movimento 5 Stelle, poi s’indigna con il Movimento 5 Stelle per le posizioni sulla prescrizione e la riforma della giustizia.

Qualche minuto dopo le 16 la discussione è terminata e il premier prende la parola per la replica, che inizia con gli auguri di compleanno alla senatrice a vita Liliana Segre.
Conte ripete la necessità di rivedere il Patto di stabilità e crescita europeo, cioè le norme sul bilancio degli Stati, e quella di investire in Africa.
Ma si dedica anche a rispondere a Salvini, che per tutto il suo intervento lo ha chiamato Conte-Monti. Così Conte ricorda l’andamento della crisi iniziata l’8 agosto e il funzionamento della Costituzione. Dice inoltre che Salvini attribuisce ad altri “i propri errori” nello scatenare la crisi e nel non essere riuscito a controllarla.
Rivolgendosi all’opposizione dice: “Voi ripetete spesso la parola dignità, ma io mi chiedo cosa ci sia di dignitoso nei repentini e subitanei voltafaccia delle ultime settimane”.

Chiusa la parentesi delle risposte a Salvini & Co, il presidente passa al programma: difesa del made in Italy, adozione di tecnologie smart e propone di inserire nella Costituzione, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Precisa poi che per il momento, il taglio del cuneo fiscale (la parte del salario che va in tasse e contributi) sarà tutto a vantaggio dei lavoratori, ma che “in prospettiva” il governo vorrebbe tagliarlo anche a favore delle imprese.
Nel corso della sua replica viene interrotto innumerevoli volte, la presidente Casellati è costretta a interrompere continuamente e Conte risponde seccato ai leghisti.
“D’ora in poi evitiamo di concentrarci ossessivamente sullo slogan <porti aperti o porti chiusi>”, dice Conte e per tutta risposta dai banchi della Lega si inizia a gridare e vengono mostrati cartelli vari. Ma il presidente prosegue e parla della necessità di porre argine al traffico illegale di migranti, della necessità di mettere sul tavolo nuovi accordi per i rimpatri e di migliorare le procedure di integrazione. Aggiunge inoltre che occorre spingere l’Europa a una maggiore collaborazione nella gestione del fenomeno e ribadisce, in conclusione del suo discorso, l’importanza di modificare i decreti sicurezza sulla base delle osservazioni del presidente della Repubblica.

Adesso l’Aula passa al momento delle dichiarazioni di voto.

Emblematica l’osservazione di Juliane Unterberg del Südtiroler Volkspartei che afferma che ieri alla manifestazione contro il governo ha visto numerosi “saluti romani” e ha capito che “questo governo è dalla parte giusta”. Infatti alla manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia sono intervenuti numerosi leader e dirigenti di vari movimenti neofascisti.

Non sono mancate le polemiche sulla manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia, a causa della presenza di vari gruppi neofascisti e di numerosi militanti che hanno fatto il saluto romano. La presidente del partito, Giorgia Meloni dice che non era vero, ma le numerose immagini ed i video la smentiscono. Non si può negare l’evidenza e diventa impossibile trovare giustificazioni, anche se è comprensibile il sentimento della Meloni che s’è vista ritorcere contro quella manifestazione “pacifica” come lei stessa aveva affermato nei giorni scorsi. Pacifica può darsi ma di toni un po’ tropppo forti e dalle presenze un po’ troppo ingombranti in un quadro democratico. Giacchè la destra accusa Mattarella di aver compiuto una scelta antidemocratica non permettendo il ritorno alle urne.
Per chiarezza Mattarella non ha fatto altro che ciò che sanciscono le regole: se si forma una maggioranza (e si è formata), deve prenderne atto e conferire l’incarico, altrimenti tutti al voto. Semplice no?

La risposta arriva implicitamente da Luca Ciriani, di Fratelli d’Italia, che annuncia il voto del suo gruppo, contro il governo.

Proseguono le dichiarazioni di voto con Andrea Marcucci (Pd) che si esprime per il si e con il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, che dichiara il voto del suo gruppo contrario al governo. Poi Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia che voterà contro il governo. Gianluca Perilli, M5S dichiara il voto a favore del suo gruppo. Matteo Richetti (PD), unico membro del suo gruppo che annuncia che si asterrà, invece di votare la sfiducia. Gianluigi Paragone M5S, anche lui in dissenso con il suo gruppo, voterà no alla fiducia.

Alle 18,10 è partita la votazione per appello nominale e tutta la procedura dovrebbe durare per circa un’ora. I senatori sono stati chiamati uno ad uno, al banco della presidenza e dichiarano il loro voto ad alta voce e la loro preferenza viene poi ripetuta dal segretario della seduta. La procedura è stata piuttosto lunga ( 300 i senatori). Si è iniziato col la “L” di Lezzi.

La nuova maggioranza ha superato l’esame di Palazzo Madama. L’ex ministro dell’Interno contro il presidente del Consiglio: “Vecchie mummie della prima Repubblica”. La replica del premier: “Spiegherete al Paese cosa ci sia di dignitoso nei vostri voltafaccia”. Il 5 stelle Paragone e il dem Richetti si astengono (al senato l’astensione equivale ad un no). A favore i senatori a vita Cattaneo, Monti, Segre, Napolitano. Non vota il grillino Ciampolillo
Su Twitter Nicola Zingaretti “Ora inizia la grande sfida: cambiamo insieme l’Italia #Senato #fiducialgoverno».

Mentre Matteo Renzi su Facebook «Ho votato ‘Sì’ alla fiducia al nuovo Governo. In questo mese la politica italiana ha vissuto una tempesta incredibile. La scelta di Salvini di chiedere »pieni poteri« ed andare a elezioni ha segnato una svolta inspiegabile». E aggiunge: «Accettare il diktat della Lega e andare a votare a novembre avrebbe aumentato l’Iva, portato l’Italia in recessione, escluso il nostro Paese dalla guida delle istituzioni europee, alimentato un clima di tensione e di violenza verbale -prosegue il senatore del Pd-. Fare politica significa avere il coraggio di fare scelte anche contro corrente, inattese, sorprendenti». Conclude dicendo: «Ho scelto di lavorare assieme ad altri per garantire un futuro a questa legislatura. E l’ho fatto difendendo l’interesse degli italiani e mordendomi la lingua per tutti gli insulti e le diffamazioni di questi anni. Mi è costato molto sul piano personale e umano ma penso che sia stata la scelta giusta per l’Italia e per gli italiani. Non si fa politica con i risentimenti personali ma mettendo al centro il bene comune. Buon lavoro al nuovo Governo, viva l’Italia».

I cronisti dopo il voto: “Domani andrà a Bruxelles? «Si», replica Giuseppe Conte lasciando a passo svelto il Senato dopo aver incassato la fiducia anche a palazzo Madama. E aggiungono: “Si parte da lì per la manovra economica?” La risposta di Conte «La manovra si fa in Italia».