CORONAVIRUS, IN ITALIA 2706 CASI, 107 I MORTI. DA DOMANI SCUOLE CHIUSE. IL VIRUS FORSE GIÀ PRESENTE IN ITALIA DA DUE SETTIMANE

È ufficiale le scuole resteranno chiuse da domani fino al 15 marzo.
Il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina parlando a palazzo Chigi ha dichiarato: “Per il governo non è stata una decisione semplice, abbiamo deciso di sospendere le attività didattiche fino al 15 marzo”. Verranno chiuse anche le università cattoliche pontificie che si adeguano alle disposizioni. Sia la Pontificia Università Gregoriana, retta dai Gesuiti, sia la Pontificia Università Lateranense, detta “l’università del Papa”.

Conte in un video su Facebook ha detto: “Non è la prima volta che ci troviamo ad affrontare emergenze nazionali, ma siamo un Paese forte, un Paese che non si arrende. E’ nel nostro Dna. La sfida del coronavirus non ha colore politico, deve chiamare a raccolta l’intera nazione, è una sfida che ha bisogno dell’impegno di tutti”.

Conte ha spiegato parlando della chiusura delle scuole “Noi della trasparenza abbiamo fatto sempre la nostra regola d’azione, era stato chiesto al comitato tecnico-scientifico un ulteriore approfondimento”. Per questo “la notizia che è fuoriuscita è stata totalmente improvvida”.

La chiusura delle scuole è proprio per tutelare i cittadini e per il “contenimento diretto del virus o di ritardo della sua diffusione perché il sistema sanitario per quanto efficiente e eccellente rischia di andare in sovraccarico” in particolare “per la terapia intensiva e sub-intensiva”, dice Conte.
È la stessa emergenza adottata per il ponte Morandi, l’unione fa la forza. “Quel modello ci insegna che quando il nostro Paese viene colpito sa rialzarsi, sa fare squadra, sa tornare più forte di prima. Il modello Genova deve diventare il modello Italia”, ha detto Conte aggiungendo “Usciremo insieme da questa emergenza. Quando sarà terminata volgeremo lo sguardo indietro e saremo orgogliosi” per come è stata gestita.

Il provvedimento prevede anche la tutela dei lavoratori: il viceministro all’Economia Laura Castelli ha affermato: “Ci stiamo muovendo con la massima celerità e determinazione a tutela dei lavoratori pubblici e privati. È in fase di definizione una norma che prevede la possibilità per uno dei genitori, in caso di chiusura delle scuole, di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni. Ne ho già parlato con il Ministro Gualtieri e gli altri competenti”.
Anche il ministro della famiglia, Elena Bonetti ha detto: “Sappiamo che la chiusura delle scuole comporta la necessità di riorganizzare la vita familiare. Ho già proposto misure di sostegno e aiuto alle famiglie: sostegno economico per le spese di babysitting e estensione dei congedi parentali per le lavoratrici e i lavoratori. Una particolare attenzione la dobbiamo alle famiglie del personale sanitario che è mobilitato a servizio di tutta la popolazione. Sono certa che sapremo mettere in campo rigore e serietà”.

Oggi il commissario Angelo Borrelli ha fornito i nuovi dati dell’emergenza coronavirus, nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile: sono 2.706 i malati per coronavirus in Italia, con un incremento di 443 persone in più rispetto a ieri e 107 i morti, 28 in più. Sono 276 i guariti, 116 in più rispetto a ieri. L’aumento è del 72,5%, il maggiore registrato negli ultimi giorni. Nel mondo 3.200 morti per l’infezione, oltre 93mila contagi, 50.700 guarigioni.

Approvato a Palazzo Madama il testo del Decreto con 234 voti a favore, cinque astenuti e nessun contrario.

Il ministero della Salute prevede un incremento del 50% dei posti letto in terapia intensiva e del 100% nelle unità di pneumologia e malattie infettive. Allarme Oms: nel mondo mancano dispositivi protettivi, dalle mascherine ai guanti: le aziende aumentino la produzione del 40%.

Finalmente è ritornata a casa e sta bene la moglie del ‘paziente 1’, il 38enne di Codogno, prima persona risultata contagiata dal coronavirus in Lombardia. La donna, all’ottavo mese di gravidanza, era risultata positiva ma asintomatica e ora dovrà comunque finire il periodo di ‘quarantena’. Dall’ecografia a cui è stata sottoposta anche la bimba sta bene.

Oggi l’Oms ha definito che il coronavirus causa ‘una malattia più grave dell’influenza stagionale: a livello globale, circa il 3,4% dei casi riportati
di Covid-19 è deceduto mentre l’influenza stagionale generalmente uccide molto meno dell’1% di quelli infetti’.
Inoltre da quanto emerge da uno studio condotto dal gruppo dell’università Statale di Milano e dell’ospedale Sacco, coordinato da Gianguglielmo Zehender, Claudia Balotta e Massimo Galli, che ha portato a termine “l’isolamento di 3 ceppi di coronavirus” responsabile di Covid-19, fra quelli “attualmente circolanti nell’area di Codogno”, il coronavirus circolava in Italia da ‘diverse settimane’ prima che ci fosse la diagnosi del paziente uno di Codogno.
Quindi è possibile che in molti abbiano contratto e superato l’infezione senza accorgersene? “Mi attengo ai dati assolutamente ufficiali – lo dichiara Zehender all’AdnKronos Salute – che ci dicono che, dei tamponi fatti finora, circa il 50% dei positivi sono persone che non mostrano sintomi”. Pertanto, se venisse confermata una circolazione del coronavirus anticipata di “diverse settimane” rispetto all’emergere del ‘caso 1’, la risposta alla domanda potrebbe essere sì.

Il nuovo studio, spiega lo scienziato, professore di Igiene generale applicata di UniMi, “è un prosieguo delle ricerche iniziate con l’isolamento del ‘ceppo italiano’ di nuovo coronavirus”. L’ulteriore tassello arriva ora con la mappa genetica completa dei “primi 3 ceppi di virus isolati dai primi pazienti della Bassa Lodigiana” ricoverati al Sacco. “Li abbiamo caratterizzati e li stiamo analizzando. I risultati sono assolutamente preliminari – tiene a precisare Zehender – Dovremo caratterizzarne altri”. Quanti e in quanto tempo “dipende da tanti fattori – evidenzia – non ultimo, il fatto che siamo pochi e oberati di lavoro”. I primi dati indicano tuttavia che “questo è un ceppo presente non solo in Italia, ma anche in alcuni Paesi d’Europa e dell’America centrale e meridionale”. Il cluster è lo stesso e “dal punto di vista epidemiologico – chiarisce il ricercatore – suggerisce che di casi di Sars-CoV-2 fuori dalla Cina ce ne sono stati diversi”, anche prima che venissero segnalati.

Zehender ritiene impossibile fare previsioni sul futuro dell’epidemia in corso, ma condivide l’utilità di misure restrittive