CON “DRITTO AL CUORE” IL FIGLIO DI ‘AGO’ DI BARTOLOMEI DICE LA SUA SULLA LEGITTIMA DIFESA

DI MARINA POMANTE

 

Luca Di Bartolomei, figlio del compianto Agostino Di Bartolomei, storico capitano e fenomenale centrocampista della Roma, ha pubblicato il suo riscatto emotivo nei confronti della scomparsa del padre morto suicida 25 anni fa.
Con “Dritto al cuore”, Luca ha affrontato il dolore di quella mattina di fine maggio, una tragedia che ha colpito tutta la sua famiglia, vissuta fianco, fianco a sua madre e suo fratello. Quel dolore è racchiuso tutto in questo libro traboccante pensieri, introspezioni e dolori mai completamente espressi fino in fondo e poi quei frammenti di Agostino, un padre, un uomo. Ago, un capitano che metteva il cuore in campo e fuori, che voleva trasmettere alle giovani leve lo spirito calcistico, la forza, la tenacia, poi tradito da quello stesso mondo che tanto amava… Uno sparo che colpì al cuore l’intero Paese. che aveva amato e ammirato quel grande campione del calcio, sensibile e colto, che aveva fatto sognare i tifosi di squadre diverse, ma che era stato e rimasto sempre: Ago, il grande Capitano della sua Roma.

Il libro è stato presentato sabato a Roma da Enrico Letta e Marco Damilano.

Una denuncia, una battaglia quella di Luca Di Bartolomei, tanto da sentire il bisogno di (come dice lui stesso) “strumentalizzare la morte di Ago”, per una causa giusta, per battere la paura, compresa quella che la circolazione impropria delle armi possa arrecare altre tragedie.
Armi che spesso offrono uno scudo a quelle paure magari irreali o immotivate.
“Dritto al cuore” raggiunge temi importanti, è una spietata denuncia della “paura usata come strumento di lotta politica”, condivisa e non rispettata.
Un libro che percorre tutte le paure che la società contemporanea vive, tutte quelle insicurezze e quella precarietà dell’esistenza stessa, dove le fondamenta spesso sono precarie e la paura viene addomesticata e superata dall’esigenza di possedere un arma come rifugio, una percezione quasi irreale che avvolge e concretizza quell’illusoria forma di onnipotenza.

E per quelli che non provano paura, che non hanno nemmeno la percezione della paura, c’è sempre pronto qualcuno ad infonderne ad evocarla. Le paure vengono incanalate verso un nemico preciso, enfatizzandone rancore e odio e come scrive l’autore “non abbiamo neanche bisogno di cercarlo, perché ci arriva direttamente a casa, come nelle offerte delle televendite, sbarcando sulle nostre coste”.

Dentro questo libro c’è la chiave per capire la forza d’animo di Luca, è un insegnamento civile che impone un ragionamento, un’introspezione dentro questa incancellabile tragedia familiare e personale. Quel gesto estremo divenne anche una grande tragedia italiana. L’intera comunità sportiva e calcistica, ne rimase turbata, non solo quella romana e romanista, ma anche milanista, cesenate e salernitana, tutte maglie indossate da Di Bartolomei. Non fu solo un dolore privato. E il figlio, oggi, con “Dritto al cuore”, fa emergere tutto il suo impegno sociale, civile e politico per battere la paura, compresa quella sua, che un’arma impropria potrebbe nascondere o provocare l’ennesima tragedia.

Luca Di Bartolomei descrive minuziosamente tutto il quadro e il contesto. La sua analisi è supportata da dati, cifre, statistiche e sondaggi. C’è il calo dei reati, degli omicidi, delle rapine e dei furti. Ma c’è l’aumento in maniera proporzionale delle insicurezze, delle paure, della percezione della paura. E contemporaneamente è aumentata la sfiducia ritenendo lo Stato incapace di garantire la sicurezza. Non è nuovo a questo esercizio, Di Bartolomei è radicalmente opposto alle armi in quanto tali, e altrettanto al modo e ai contenuti con cui la destra di Salvini ha imposto nell’agenda pubblica e parlamentare il tema della legittima difesa. Luca di Bartolomei pone il dilemma dei rischi e dei pericoli insiti nella diffusione delle armi nelle case, nei condomini, in giro. Lo ha fatto in diverse interviste e interventi, con riferimenti a quel drammatico 30 maggio 1994 e oggi lo fa con una finezza acuta.

Nel libro tutto è esposto in un linguaggio fatto di sfumature e critiche non troppo velate. Luca ha sempre affrontato con franchezza e lealtà discussioni sui rischi che parte della Sinistra e lo stesso Pd hanno portato avanti come una partita subalterna riguardo alla legittima difesa. Ma i contenuti di “Dritto al cuore” si sovrappongono alla battaglia politica quotidiana, più aderente e incentrata sulle tendenze, sul sentimento sociale e sui relativi rischi che scaturiscono quando non si arriva a delle risposte progressiste adeguate. L’alternativa sfocia inesorabilmente su percorsi alternativi che non salvaguardano dalla pericolosità insita che questi comprendono.