COVID: OLTRE LA METÀ DELLA FRANCIA È “ZONA ROSSA”. ITALIA ACCERCHIATA DAI CONTAGI DEI PAESI VICINI

DI ENNIO REMONDINO

Cinquanta dipartimenti francesi corrispondenti alla maggioranza del territorio nazionale sono stati dichiarati «zona di circolazione attiva del virus». L’Italia accerchiata dai contagi dei Paesi vicini. Tampone obbligatorio per chi arriva dalla Francia. Si aggravano Belgio, Olanda e Repubblica Ceca. Nel mondo i morti sono quasi un milione. I negazionisti dove sono andati a nascondersi?

Italia accerchiata dai contagi dei Paesi vicini

«Seconda ondata di coronavirus in Italia e due lezioni», segnala il Corriere della sera. Non guardare troppo i dettagli del giorno per giorno ma il quadro d’insieme, consolarci e trarre monito da molti nostri vicini dove il virus invece galoppa. «Le ultime due settimane dicono che in media l’Italia ha circa 33 casi ogni 100 mila abitanti, con 222 persone in terapia intensiva e 2.365 attualmente ricoverate: a parte la Germania, la Polonia e pochi altri, i Paesi che circondano la penisola vivono tutti una condizione più grave». In alcuni casi, davvero allarmante.

Mezza Francia ‘zona rossa’

Oltre la metà dei dipartimenti francesi è ormai dichiarato ‘zona rossa’ per allerta coronavirus, avverte l’agenzia Ansa. In particolare, 50 dipartimenti che corrispondono alla maggioranza del territorio nazionale sono stati dichiarati in «zona di circolazione attiva del virus». Una classificazione che permette, tra l’altro, ai prefetti di adottare misure supplementari per bloccare l’avanzata del nemico invisibile, lockdown locale compreso.

La situazione dei contagi in Francia ha messo in allerta il governo italiano e il ministero della Sanità ha stabilito che chi arriva da Parigi e da altri dipartimenti della Francia “con significativa circolazione del virus” dovrà sottoporsi al tampone obbligatorio.

Impennata contagi anche in Belgio

Impennata dei contagi in Belgio (+62%) – Tra l’11 e il 17 settembre in Belgio i nuovi contagi sono stati mediamente ogni giorno 1.196, il 62% in più rispetto alla settimana precedente. Lo ha reso noto l’istituto per la salute pubblica Sciensano. «Il numero dei contagi è due volte più alto di quello registrato nella seconda metà del mesi di agosto», ha indicato un portavoce di Sciensano nel corso di una conferenza stampa. Particolarmente colpiti i giovani nella fascia di età tra i 10 e i 19 anni. Prima le vacanze e ora la scuola.

Gran Bretagna paura 200 morti al giorno

Londra: rischio 50.000 casi, 200 morti al giorno – Il Regno Unito potrebbe tornare a ottobre a un livello di 50.000 contagi da coronavirus al giorno (contro i 3900 di ieri) e di 200 morti quotidiani,  se il rimbalzo dei casi non verrà fermato ora. Lo hanno denunciatoi professori Patrick Vallance e Chris Whitty, consiglieri del governo di Boris Johnson, sollecitando restrizioni sui contatti sociali in tutte le aree del Paese dove l’indice d’infezione Rt sia di nuovo superiore alla soglia 1. Citati gli esempi di Francia e Spagna, dove i contagi, più numerosi rispetto al Regno, sono ri-aumentati fra i ventenni per poi estendersi ad altre fasce di età più avanzate e a una graduale ripresa dei decessi.

I giovani si infettano e i vecchi muoiono

Entrambi gli specialisti hanno tenuto a rilanciare un messaggio d’allarme rivolto direttamente alla popolazione, parlando della pandemia come di un’emergenza non risolta e di «un problema che deve coinvolgere tutti». «Il tasso dei contagi è tornato ad essere ‘significativamente elevato’ in alcune zone del Regno Unito», ha ammonito il chief medical officer dell’Inghilterra, invitando il Paese a essere pronto a progressive nuove restrizioni sociali mirate. Secondo Whitty, il numero dei morti giornalieri è ancora ‘relativamente basso’, ma potrebbe risalire rapidamente a quota 200 «se la spirale dei contagi rimanesse incontrastata».

‘Prossimo inverno duro’

Il consigliere medico numero uno del governo Johnson ha pure ammonito i britannici a «prepararsi a un inverno duro, sottolineando che l’elemento stagionale «è contro di noi». «Andiamo incontro a stagioni che avvantaggiano i virus respiratori, incluso probabilmente quello del Covid oltre a quelli delle influenze generiche. Uno scenario destinato a rappresentare un problema collettivo nei prossimi sei mesi, sebbene non a tempo indefinito», ha proseguito indicando l’andamento della situazione in Francia e Spagna come un segnale preoccupante. Whitty ha infine ricordato come «i tassi di mortalità da Covid-19 siano notevolmente maggiori rispetto a quelli dell’influenza stagionale, che uccide in media 7000 persone (nel Regno), 20.000 negli anni peggiori». E che il coronavirus si è già dimostrato «più virulento di qualsiasi influenza».

Monaco di Baviera, mascherina ovunque

Monaco di Baviera stringe la morsa delle regole anti-Covid. L’uso della mascherina obbligatorio anche all’aperto, in alcuni luoghi del centro storico, e severe limitazioni al contatto (non potranno incontrarsi più di 5 persone). Le decisioni legate all’aumento dei contagi nel capoluogo del Land del sud della Germania – nel weekend ha superato la soglia limite, registrando 55,6 nuovi casi per 100 mila abitanti in 7 giorni – l’amministrazione ha annunciato le nuove misure, in vigore da giovedì prossimo.

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#ENNIOREMONDINO

Ennio Remondino, nato a Genova 1 novembre 1945.
Giornalista, corrispondente estero, inviato di guerra Remocontro.it la virtù del dubbio, spazio giornalistico aperto.
Libri:
Da Belgrado in diretta telefonica (coautore) con Rosanna Cancellieri, Manni Editori, 1999
La televisione va alla guerra, Sperling & Kupfer, 2002
Tutti sporchi comunisti?, Sperling & Kupfer, maggio 2003
Senza regole. Gli imperi televisivi all’assalto dell’Europa, Editori Riuniti, 2004. Niente di vero sul fronte occidentale. Da Omero a Bush, la verità sulle bugie di guerra, Rubbettino Editore, 2009