25 ANNI SENZA KURT COBAIN, IL LEADER DEI NIRVANA CHE HA CAMBIATO IL ROCK

DI MARINA POMANTE

 

Oggi sono 25 anni che il frontman dei Nirvana, Kurt Donald Cobain morì suicida a soli 27 anni, con un colpo di fucile puntato alla testa. Era il 5 aprile 1994 venne ritrovato da un elettricista, solo 4 quattro giorni dopo, nella serra della sua casa di Seattle a Washington Blvd. L’autopsia poi confermò che si era trattato di suicidio.

Kurt Cobain è stato insieme al bassista Krist Novoselic, il fondatore del gruppo
musicale dal genere grunge e alternative rock. Il gruppo nacque nella città di Aberdeen (Washington) nel 1987 e restò attivo fino alla morte di Cobain, nel 1994.
I Nirvana sono stati uno dei gruppi di maggiore successo e più noti nella prima metà degli anni ’90. Kurt Cobain ne fu il cantante, oltre che il chitarrista, diversi furono invece i batteristi ed il primo, che fu rilevante per il gruppo, fu Chad Channing, è con lui che i Nirvana produssero l’album d’esordio “Bleach” nel 1989 e poi il seguente demo di Butch Vig, col quale il gruppo fu attenzionato dalle più importanti case discografiche.

I Nirvana nella loro relativamente breve permanenza nel panorama musicale hanno venduto 25 milioni di dischi, nei soli Stati Uniti, arrivando a quasi 75 milioni di dischi in tutto il Mondo e il Rolling Stone li inserì al 30esimo posto della classifica dei 100
migliori artisti. La rivista posizionò Cobain alla 73esima posizione dei 100 migliori chitarristi.

Kurt Cobain, nacque ad Abeerdeen, il 20 febbraio 1967 e venne considerato, come anni prima Bob Dylan, portavoce di una generazione, la generazione X, anche se Cobain non ha mai gradito l’appellativo.
Era sposato con Courtney Love ed ebbe una figlia, Frances Bean.

Considerato un’icona dai giovani della sua generazione, ma anche da quella successiva, influenzò la musica e la cultura giovanile.
Gli ultimi anni della sua vita non furono sereni, era dipendente dall’eroina e i media non risparmiarono attacchi sia a lui che alla moglie.
E’ probabile che furono anche queste le cause che spinsero al suicidio l’angelo biondo che cambiò per sempre il corso del grunge e del rock.
A detta degli esperti del genere, è stato l’ultima grande rockstar, almeno fino ad adesso.

Diventare una rockstar vuol dire superare la barriera dell’underground e diventare, almeno in parte, pop ed assurgere alla percezione della massa che arriva a riconoscere l’artista come tale. Anche per Cobain fu così e seppure ci fosse in lui la volontà di restare “integro” sotto l’aspetto artistico-musicale, per emergere ed affermarsi come star, dovette per forza di cose passare per le “vie commerciali”. Visse di fatto una contraddizione emotiva tra la propria celebrazione ed il disprezzo per il crescente successo.
La barriera venne realmente abbattuta nel 1991 con la pubblicazione di Nevermind, da cui il primo singolo Smells Like Teen Spirit, consacrò i Nirvana e Kurt Cobain, un gruppo di tendenza ed è in questo momento che il rocker divenne una rockstar.
Ancora oggi nelle radio “passano” brani dei Nirvana ed evidentemente il prodotto di questo gruppo ha segnato davvero un’epoca sancendo il passaggio di questo genere musicale ad un altro livello. Da ‘About a girl a ‘Pennyroyal Tea, l’anima fragile e potente del grunge con le sue canzoni è riuscito a sconfiggere anche la morte.
Considerato un mito per la sua generazione, un poeta maledetto troppo sensibile.
Oggi i social sono invasi da post di commemorazioni e ricordi privati.

Sono le sue canzoni a parlare di lui. Canzoni che lo hanno reso uno dei più geniali compositori della storia del rock, un talento puro.

La canzone ‘About a girl’ che è diventata celebre nella versione registrata per l’Unplugged del 1993, rivela tutta l’influenza del ‘pop’ su Cobain. Le fonti d’ispirazioni raccontate in più interviste dallo stesso cantante, sono i Beatles e i primi R.E.M. Il cambio di tonalità del ritornello è senza dubbio un omaggio ai Fab Four. E sulla struttura armonica classica Cobain, inserisce il suono grezzo della sua chitarra e della sua voce. il tema per eccellenza delle canzoni dei Nirvana racchiude in se il concetto della lotta per stabilire autentiche relazioni con l’altro.

‘Negative Creep’ invece racchiude tutta la rabbia, e quel dolore chiamato solitudine, alienato dalla dipendenza come unica soluzione ad una vita senza vita. Un racconto di se della sua asocialità, parole di una canzone che diventano lame affilate su un suono cupo dove ogni speranza di luce muore davanti alla palese realtà dei fatti.

E poi, ‘Smell Like Teen Spirit’ questa canzone consacra un’epoca. Sicuramente è entrata nei cuori e nell’anima di gran parte dei ragazzi di quei primi anni ’90.
I quattro accordi di chitarra pulita diventati emblema musicale per schiere di musicisti, lo stacco di batteria e poi il rock che ritrova la sua forma verso la liberazione individuale e collettiva. Ogni frase è un brivido su un muro di suono che toglie il fiato.

‘In Bloom’ canzone evergreen dei Nirvana nel capolavoro assoluto che è Nevermind. Empatia assoluta da Cobain, Krist Novoselic e Dave Grohl. Nata dall’hard rock anni settanta e l’indie americano degli anni ’80.

La canzone ‘Come as You Are’ ha in sè uno dei riff di chitarra più belli degli anni Novanta. La canzone più radiofonica dei Nirvana. L’amore cantato da Cobain unisce venerazione e disperazione. Canzone diventata uno standard del rock eseguita da migliaia di band in tutto il pianeta.
La sua voce graffiante e struggente tormentato e poetico allo stesso tempo, Kurt Cobain come tutti i grandi della musica è destinato a restare nell’Olimpo e ad essere ricordato dalle generazioni future.