UN SABATO QUALUNQUE UN SABATO ITALIANO, IL PEGGIO SEMBRA ESSERE PASSATO

Di Giorgio Consolandi –

 

Ieri, sabato 10 ottobre, Roma ha visto riversarsi nelle sue strade alcuni cittadini intervenuti a ben due manifestazioni.

Manifestazioni separate ma legate da un tratto comune, la contestazione contro il governo che userebbe il Covid per imporre una dittatura sanitaria. Contro quelle multinazionali farmaceutiche e governi imperialisti che con vaccini e decreti ci vorrebbero ridotti alla sottomissione. Almeno questo è ciò che sostenevano, più o meno, gli intervenuti, in barba al numero dei contagi che sta facendo registrare nuovamente un crescita…

Intanto mentre i negazionisti (ma guai a chiamarli così, perché s’incazzano di brutto) sfogavano la loro rabbia contro questa presunta dittatura, c’era chi convocava per oggi una riunione d’urgenza del Comitato tecnico scientifico per trovare una soluzione e stoppare questa crescita di contagi. E’ il ministro della Sanità Roberto Speranza che guardando oltre certe inutilità, si preoccupava di ciò, incurante appunto dei sovranisti (ecco, così li potete chiamare, s’incazzano un po’ meno) che abbaiavano contro tutto e contro tutti.

Diamo i numeri

Ieri la partecipazione un po’ deludente sotto il profilo delle adesioni è quella che ha visto il concentramento in piazza San Giovanni. Circa duemila i partecipanti alla “marcia della liberazione”, indetta dal “Comitato liberiamo Italia“. Alcuni senza mascherina e con le loro facce toste ben in vista, gli altri diligentemente con la protezione sul “muso” ma fieramente inalberati e costantemente presi dalle profonde motivazioni che li hanno condotti li.

Le presenze importanti

La protesta godeva, si fa per dire, dell’appoggio di Rosita Celentano e di Enrico Montesano. Quest’ultimo tuttavia aveva preferito essere in piazza solo virtualmente, “ho un’età, non si sa mai…”, questo sarebbe a quanto pare ciò che ha affermato l’attore in un suo commento.

I temi portanti della manifestazione sono stati: democrazia e sovranità, reddito e lavoro, ma di contorno non sono mancati: la sovranità monetaria, le multinazionali, il 5G, e un sacco di altre argomentazioni interessantissime (?) che confusamente hanno cercato di illustrare alcuni partecipanti. Insomma un bellissimo minestrone dai troppi sapori senza tuttavia una vera linea di condotta, tanto che certi maligni malpensanti hanno subito bollato il tutto come un mega-flop.

Altre presenze di peso a sostegno alla manifestazione sono state: Fulvio Grimaldi (ex giornalista Rai), Diego Fusaro (filosofo ex sostenitore pentastellato, passato poi alla destra sovranista), Sara Cunial (ex 5 Stelle), e duclis in fundo la rappresentanza sindacale dei Vigili urbani capitolini, Ugl.
Non è stato esattamente come guardare una puntata del Grande Fratello Vip, ma in alcuni momenti la suggestione ne ha evocato la stessa emozione.

la voce degli organizzatori

Uno degli organizzatori, Emiliano Gioia, ha dichiarato ai giornalisti che a suo parere la mascherina è un feticcio…(!) Chissà che intensa vita privata dovrà avere questo signore!
Un altro organizzatore, Alessandro Gallo, si è invece prodotto in spiegazioni ed ha precisato che questa manifestazione non era contro l’uso delle mascherine, aggiungendo che comunque loro, sono in favore della libertà di scelta terapeutica. Un ragionamento che riporta alla mente la supercazzola e tutte le sue successive applicazioni sintattico-verbali, ma si sa che certi intellettuali, non sono sempre compresi nell’immediato.

Dal palco però ci ha pensato la brillantissima Tiziana Alterio a far chiarezza, ribadendo che non si trattava di una “manifestazione No mask”, gettando sorpresa negli astanti destabilizzati e confusi.

C’è stato pure un momento di tensione a causa di un manifestante che a volto scoperto ha litigato con gli agenti della polizia e si è rifiutato di mostrare i propri documenti. Un’auto della polizia è quindi sopraggiunta per portarlo via ma è stata circondata da qualche decina di manifestanti che hanno urlato contro “buffoni”, “arrestateci tutti”. L’uomo è stato comunque portato via.

L’altra manifestazione

L’altro concentramento era previsto al centro di Roma, a piazza Bocca della Verità.  Qui sono convenuti un centinaio di negazionisti e neofascisti. Assente il generale Pappalardo, rappresentato da una piccola delegazione. Alcune decine gli intervenuti (forse un centinaio), in gran parte col gilet arancione.

Pochi e nemmeno buoni, direbbe qualcuno. Ma sempre troppi! Pensare che ci siano un centinaio di persone che spendano il loro tempo per intervenire a queste assurde adunanze, fa venire alla mente che la Ricerca non dovrebbe concentrare i propri sforzi solo all’ottenimento di un vaccino contro il Covid, ma dedicare anche un po’ di tempo per trovarne uno contro la stupidità.

Le dichiarazioni intelligenti

Sul quotidiano Il Messaggero, sono riportate alcune dichiarazioni dei manifestanti: “Non siamo negazionisti, quel termine viene usato per chi nega l’Olocausto, mentre io credo sia alla Shoah che al Covid. Ma qui siamo arrivati al punto che la Costituzione non esiste più e non si può né dissentire né manifestare” ha detto uno di loro.

C’è poi un altro intervenuto alla protesta, Paolo Martini, 54 anni, dirigente sportivo venuto da Frosinone che ha detto: “La mascherina è dannosa, ci fa respirare la nostra anidride carbonica. Vogliamo un Comitato tecnico scientifico aperto anche ad autorevoli professori che la pensano diversamente e che nessuno ascolta. Perché non alzo la mascherina? C’è una legge che vieta il travisamento del volto. Se vogliamo rispettare le leggi rispettiamole tutte”.

E un altro convenuto alla manifestazione ha affermato che in Germania “tre bambini sono morti per asfissia a causa della mascherina…”.

Rassegnarci alla stupidità?

Dove nulla può la logica e la ragione, interviene la consapevolezza che bisogna sopportare certe azioni irragionevoli, ben consci che vanno contenute e smorzate impedendo che causino danno alla società e distolgano i più fragili dall’imitare certi atteggiamenti irresponsabili.

Oggi ci godiamo la domenica tra sole e pioggia a seconda di dove siamo e pensiamo con malcelata soddisfazione che il peggio sembra essere passato!

Da: Liberenotizie

#GiorgioConsolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare i miei pensieri e le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso emozioni e pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci ha succeduto. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!