REFERENDUM: DECIDI SI O NO, MA FALLO CON LA TUA TESTA

DI RINO GIRIMONTE

Adoro i referendum, per questa loro capacità di rappresentare un furore associativo intorno a una risposta su di un quesito. Magari riuscissimo ad esprimerci con la stessa passione partercipativa su altre questioni. Vabbè, accontentiamoci. In questa ansia di fare gruppo si formano comunità di convenienza, non certamente comunità elettive. La domanda secca, Si o No, scende come ghigliottina e, in questa semplificazione, non è necessario approfondire più di tanto, la frase ad effetto, gonfiata per vendere il prodotto, la lista del nemico presentata come prova inoppugnabile della bontà della propria tesi, prevale sulla necessità di un ragionamento, di una riflessione, fuori dalla passione del derby. Ed è il trionfo delle accozzaglie. Inevitabile. Ancor più se il 98 % del parlamento, che fino a ieri aveva votato in un modo, decide di cambiare, legittimamente, posizione. Ci si ritrova, fianco a fianco, con qualcuno che scenderesti alla fermata successiva se lo incontrassi sull’autobus. Eppure…
E se ragionassimo con la nostra testa, senza fare appello a vivi e morti, per gettare fango, da una parte e dall’altra? Anche perchè, onestamente, qualcuno dovrebbe spiegarmi che senso ha esibire queste lunghe liste, fanno un pò proscrizione, in cui, fra l’altro, alla faccia di Giletti si accosta quella di Erri De Luca.