QUELLA LITE D’AMOR CAMBIO’ LA VITA

Di Sergio Garbellini

Un dissidio fortunato per tre persone … (di Sergio Garbellini)

La giovane commessa, assai graziosa,
s’avvicinò e chiese gentilmente:
“Le posso esser utile in qualcosa?”
Il cuore mi tremava fortemente,
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Perch’ero entrato dentro a quel fioraio
soltanto col proposito d’avere
un dialogo con lei, invece il guaio,
che certo non potevo prevedere,
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esplose da ben altra direzione,
ovvero, mentre stato confessando
con sentimento la dichiarazione,
cambiò la scena e tutto andò allo sbando !
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… Dal retro del negozio, la padrona,
uscì di fretta, con la rabbia in gola,
e disse, con un tono da matrona:
“Che cosa vuole dalla mia figliola?
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Voi uomini pensate alle idiozie,
volete solamente pomiciare,
perdete tempo con le smancerie,
ma qui si viene solo per comprare !
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Non voglio esser scortese, la pazienza
la fate perder pure al paradiso,
la prego, se ne vada ! Che insolenza !”
Fissò la sua figliola Fiordaliso
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e la sgridò dicendo: “Quando vedi
ragazzi che ti fanno perder tempo
non dargli ascolto ! Un “grazie” e li congedi !
Per loro è diventato un passatempo
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parlar con le ragazze sul lavoro !
… Mi scusi e se ne vada per favore !”
Risposi: “Scusi lei, ma io mi onoro
di non lasciarmi prender dal livore
.
lor quando una signora che rispetto
non gli permette manco di parlare
ad un ragazzo umile e corretto,
pregandolo soltanto … di sloggiare !
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Io son venuto qui per un motivo
alquanto serio ed in modo onesto
volevo avere un dialogo affettivo
con Fiordaliso, or le manifesto
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il mio interesse per la sua bellezza,
vorrei uscir con lei per una sera
al fine di conoscer la dolcezza
di questa rosa nata a primavera !
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Purtroppo è sempre chiusa qui in bottega,
la sera uscite insieme ed io vi seguo
e mi struggo d’amor, il cuor s’annega,
poi vi chiudete in casa … e mi dileguo !”
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Così dicendo misi un grosso mazzo
di rose rosse in mano a Fiordaliso
e dissi: “Scusa, sono in imbarazzo !”
Le feci il più platonico sorriso
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e misi i soldi sulla scrivania.
La madre restò immobile, impacciata,
non s’aspettava tanta bramosia
restò in silenzio, assai meravigliata !
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La figlia era davvero inorgoglita
per quella naturale confessione,
nessuno mai, nel corso della vita,
le aveva scosso il cuor dall’emozione.
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Con l’animo ripieno di dolcezza
guardò la madre in cerca di consenso,
la donna fece un gesto di certezza,
per dare il proprio dichiarato assenso
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e poi mi disse: “Resta qui con noi,
ti prendo come addetto al magazzino,
qui c’è da far, ma sempre se tu vuoi !
… Si vede ch’era scritto nel destino !
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Son vedova, qui c’è da faticare,
un uomo ci può dare un grande aiuto
e, poi, sto cominciando ad invecchiare,
se tu accetti, … qui sei il benvenuto !”
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SERGIO GARBELLINI

Autore di varie raccolte di poesie (tra cui : LA VITA E’ DONNA, L’ALDILÀ’, LE MIE POESIE ecc. caratterizzate da uno stile popolare, del tutto personale, con tendenza alla razionalità, per meglio illustrarne gli aspetti interiori ed esteriori dell’animo umano, ma, soprattutto, prive di ermetismo) annovera, sempre in ognuna di esse, un qualcosa di particolare che è parte integrante dei suoi concetti poetici, analizzando in modo profondo le sensazioni, le speranze, i problemi, le esperienze, le delusioni ed i desideri di ognuno di noi.
I brani non vertono sulla classica sublimazione di cui, molto spesso, si servono i poeti nel decantare le loro ispirazioni, ma hanno una propria fisionomia che rispecchia fedelmente il linguaggio unico dell’Autore nell’esporre fedelmente l’interiorità dell’animo in rapporto alla vita sociale e sentimentale delle persone.

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