Ognuno ha il suo faro in mezzo al mare

Ci sono luci, che non sono semplici luci, diventano vere e proprie guide nella vastità del mare.
Ognuno ha una «guida» differente.
Per molti possono essere le stesse, altri hanno aspirazioni differenti.
Qualcuno in modo temporaneo, per altri invece sono delle costanti che restano lì, sospese nella notte, per prendere forma di giorno, quando tutto è più chiaro e si illumina di quella luce che pochi vedono e riescono a comprendere.
Fragili equilibri personali, certezze solide, sogni da realizzare, attimi di infinito da catturare.
Non importa quanto buia possa essere la notte, quando a fare da colonna sonora ci sono solo le onde del mare che cullano i pensieri abbracciandoli.
Quella luce resterà visibile anche a miglia di distanza e troverà sempre il modo per rendere tutto più semplice nella complessità di un viaggio appena iniziato tra vortici di sensazioni, schiuma bianca di aspettative e quel canto da saper ascoltare.
A volte diventa tutto chiaro, occorre soltanto non lasciarlo sfuggire.
Altre, complici le nuvole che si divertono ad oscurarne la visione, quella luce la vedono diventare intermittente.
Un po’ fa capolino tra esse, un po’ si nasconde affinché la si vada a cercare.
Così, le certezze vacillano, i pensieri corrono veloci, la mente ed il cuore devono correre a doppia velocità per provare ad acciuffarsi, quando tutto è avvolto in quella pace che è solo esteriore ma cela un turbinio di indescrivibili scossoni.
Non è detto che si esca vincitori da queste schermaglie.
Capita anche di non riuscire più ad afferrarla quella luce che guidava mani che distendevano pensieri, sguardi che catturavano angoli perfetti da immortalare per farli vivere in eterno, sensazioni da condividere per amplificarle e trasmettere affinché diventassero di chiunque vi si potesse immedesimare.
Eppure, quel faro è lì, a portata di mano, che se solo la allunghi un po’ lo puoi toccare.
Chissà, forse quell’equlibrio perfetto, tanto cercato, risiede proprio lì, e vuole restare intatto, non condiviso, avvolto in quell’alone di mistero in cui non sarebbe giusto far entrare chi non lo riuscirebbe a capire.
Forse, a volte è giusto così, che quelle parole restino lì, distanti da tutto e da tutti, cullate da quelle onde che sono perfettamente in grado di prendersene cura, senza chiedere loro nulla, ascoltandole silenziosamente in quella vastità in cui si generano e si rigenerano.
Forse, non è stato corretto privarle di quella pace in cui potevano liberamente continuare ad essere se stesse, per darle in pasto a chi non le ha mai realmente comprese.
Ci sono fari nel cammino di ognuno che con il trascorrere del tempo vengono dimenticati, o dati per scontato, anche se continuano ad illuminare quei tuffi nel mare della vita senza troppo clamore, senza fare rumore, senza bisogno che qualcuno sappia ciò che non ci si riesce a spiegare.
Quel faro se ne sta lì, maestoso, a tratti austero, certo della sua visione privilegiata a contare quante onde ti dividono da lui, a mostrarti quella strada nel buio, regalandoti pensieri e parole, riflessioni e riflessi, sfumature e contrasti, dolci onde o tempeste perfette in cui ti tuffi solo tu e da cui riemergi rigenerata.
Tutto diventa chiaro in quel buio che a ben guardare buio non è, tutto diventa raggiungibile soltanto da te, tutto diventa indispensabile per comprendere se è meglio lasciare che di quelle parole si disseti solo il mare, oppure se devi trattenerle per non farle sparire.
Tutti abbiamo un faro in mezzo al mare, il mio, ora, ha bisogno soltanto che lo continui a guardare, ad ascoltare nel silenzio le storie che continua a narrare, senza distruggere quel complice patto che mi lega a lui ed al mare.
Merita rispetto, chi ti guida, e questo, non si può dimenticare…
©®Anna Lisa Minutillo