ODIO GENERA ODIO. ALESSANDRO GASSMAN E LA VOCE DELLA COSCIENZA, SPESSO SOPRAFFATTA

DI PAOLO TINORIO

Unico film italiano in concorso alla 35° Edizione della Settimana Internazionale della Critica del Festival di Venezia, “Non odiare” è un film potente per la forza della sceneggiatura, straordinario per la bravura degli attori che lo interpretano e importante per il messaggio che trasmette: l’amore vince su qualunque cosa, ma bisogna dargli ascolto, il che non è facile perché molti elementi disturbano la recezione di quel che ci dice la coscienza.

Il film nasce da un episodio realmente accaduto a Paterborn in Germania, dove un medico ebreo si rifiutò di operare un paziente e si fece sostituire da un collega perché il paziente aveva un vistoso simbolo nazista tatuato su un braccio. Scelta comprensibile ma per un medico certamente sbagliata, che va oltre il giuramento di Ippocrate e di tutte le etiche sociali, professionali e religiose.

A settembre dello scorso anno Mauro Mancini, su spinta del suo produttore Mario Mazzarotto, iniziò le riprese del suo primo lungometraggio, “Non Odiare”, con protagonista Alessandro Gassmann, interprete che dà al suo personaggio uno spessore drammatico soprattutto anche attraverso i suoi silenzi, silenzi che parlano di paure e dei fantasmi dell’odio che albergano in tutti noi.

Gassmann riesce a tirare fuori l’anima del suo Simone solo con lo sguardo espressivo e penetrante di chi ha respirato per anni la polvere del palcoscenico e nel suo caso possiamo dire che è proprio cresciuto come uomo e come attore con e in quella polvere, che dà timbro e carattere alla voce, che rende uno sguardo capace di entrare nell’anima di un personaggio e di saperla trasferire dentro lo spettatore che si perde e diventa anche lui in questo caso Simone Segre. E’ lui il protagonista di questa true story, un medico chirurgo che per una casualità scopre dentro di se il seme della vendetta, che molti di noi spesso inconsapevolmente nascondiamo. E’ questo che Gassmann riesce a fare, non interpretare, bensì diventare, essere Simone e fare diventare Simone tutti noi.

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