Non c’è più posto! È così difficile capire la gravità della situazione

Di Emilio Mola

“Il virus manda in ospedale solo il 5% dei contagiati e in terapia intensiva solo lo 0,7%. Perché allora questo terrorismo? Ci nascondono qualcosa”.

Sì, ci nascondono il motivo per cui ti hanno dato la licenza elementare.

Perché già alle elementari ti insegnano che una percentuale piccola di un numero enorme, è a sua volta un numero enorme.

E il 5% di ricoverati su 500mila attualmente postivi fa 25.000.

E infatti 25.000, o meglio 28mila, sono oggi i ricoverati Covid negli ospedali italiani.
I quali aumentano di 1.000 al giorno, ogni giorno.

E 28mila ricoverati sono sì sulla calcolatrice un misero 5% di tutti i contagiati, ma nel mondo reale sono 28mila persone che occupano 28mila posti letto in un sistema sanitario che di posti ne ha 190mila, i quali erano già tutti o quasi tutti occupati.

Perché non è che prima del Covid medici e infermieri stessero con le mani in mano e gli ospedali fossero vuoti.

Quel misero “5%” che tanto fa sorridere complottisti e riduzionisti, corrisponde a decine di migliaia di medici e infermieri costretti a occuparsi di pazienti che fino a 9 mesi fa non erano mai esistiti.

Costretti a “trascurarne” altri perché meno “urgenti”.

Quel 5% si sta traducendo in reparti chiusi, diagnosi rimandate, interventi chirurgici sospesi, in medici spostati perfino dall’Ortopedia ai reparti Covid perché non ce ne sono più.

Si sta traducendo in diagnosi sospese, interventi rinviati, in sofferenze prolungate, in rischi ingigantiti. In morti che non dovevano esserci.

E quel misero 0,7% in terapia intensiva corrisponde a 2.800 posti di terapia intensiva, su un totale di 2.600 letti riservati ai pazienti Covid. Siamo già oltre. Siamo già a letti tolti agli altri pazienti gravi.

Ecco cosa sono quelle misere percentuali.

Ecco perché le chiusure. Ecco perché dobbiamo restare a casa. Qualche mese, poi ci lasceremo tutto alle spalle.

Ma se il sistema sanitario collasserà così come sta accadendo, con i letti messi nei corridoi e le chiese e la gente che muore, le cicatrici non ce le toglieremo più di dosso.

Non c’è più posto.
E’ difficile capire la gravità di questa frase? Non c’è più posto.

#EmilioMola

Emilio Mola è tra i 5 commentatori politici più seguiti.
Oggi conta quasi 107mila like, 165mila follower e 4 milioni di interazioni mensili. Nato a Francavilla Fontana e cresciuto a Oria, a 39 anni il giornalista brindisino sui social network è identificato come l’anti-Bestia o come cacciatore di fake news. O come difensore di coloro che si ritrovano messi alla berlina su Facebook.
Tra i principali settori coperti in otto anni di lavoro quotidiano: cronaca giudiziaria, nera e politica.
Altre mansioni ricoperte: coordinamento della redazione, impaginazione, titolazione.
Giornalista pubblicista dal 2008.
Praticante dal 2011.
Giornalista professionista dal 2013.