NIENTE VACCINI PER MEDICI E INFERMIERI PRIVATI. IL PIRELLONE SBAGLIA I CALCOLI E SI RISCHIA IL BLOCCO DEL SISTEMA SANITARIO

Di Andrea Sparaciari

Dovrebbero vaccinare la popolazione contro l’influenza stagionale, ma molto probabilmente, loro stessi non saranno vaccinati. Perché mancano le dosi di vaccino. E quindi non lo faranno, nonostante le raccomandazioni del Ministero della Salute. È il paradosso che stanno vivendo gli operatori delle strutture sanitarie private accreditate della Lombardia, per i quali non  sono state previste dosi di vaccino antinfluenzale dal Pirellone, a differenza di quanto avvenuto negli ultimi anni.

Il 17 agosto scorso, Regione Lombardia ha infatti inoltrato a tutti i Direttori Generali delle ATS e ASST del territorio la circolare: “Indicazioni per la campagna vaccinale antinfluenzale 2020-2021”, con le istruzioni per la campagna di vaccinazione degli operatori sanitari. Nella parte riguardante la vaccinazione dei sanitari delle strutture accreditate, la circolare recitava: “al momento non è prevista la fornitura di vaccino da parte del SSN, ma le aziende devono provvedere autonomamente”.

Una novità (allarmante), visto che fino agli anni scorsi il Pirellone aveva sempre rifornito gratuitamente il vaccino anche ai privati. Un’inversione di rotta, oltretutto, comunicata in netto ritardo, cioè a soli due mesi dall’inizio della campagna vaccinale, che ha messo in grave difficoltà le strutture accreditate, in quanto la disponibilità di vaccini sul mercato, stante la crisi sanitaria in atto a livello mondiale, oggi è limitatissima.

Una scarsità dovuta alla competizione: i lotti vaccinali prodotti dalle aziende italiane autorizzate da AIFA –  le uniche presso le quali era consentito approvvigionarsi fino a una settimana fa – sono stati in gran parte opzionati dalle Regioni per le proprie campagne (già al via, a differenza della Lombardia, in pesante ritardo). Così la disponibilità per il mercato risulta limitata, tanto che Federfarma ha denunciato il rischio che diventi impraticabile anche la campagna di vaccinazioni per i soggetti non fragili, attraverso la rete delle farmacie.

Per correre ai ripari, AIFA il 25 settembre aveva autorizzato l’acquisto di vaccini anche da aziende estere, ma la crisi sanitaria globale ha fatto schizzare i prezzi alle stelle. Così una dose che normalmente costava 5 euro, ora tocca i 28 euro (prezzo del vaccino indiano). Inoltre i tempi di consegna si sono dilatati a dismisura. Morale? I privati non riescono ad approvvigionarsi per il loro personale e, quindi, si rischia la paralisi del sistema sanitario privato, che in Lombardia copre il 40% delle prestazioni.

Non solo, con il numero dei contagi in rapido aumento, avere sanitari non vaccinati che, a loro volta, non possono vaccinare la popolazione – nonostante la stessa circolare di agosto del Pirellone preveda che un ruolo primario della sanità privata nella campagna vaccinale – non fa altro che “aiutare” il Covid.

Per capire la gravità dela situazione, basta ricordare lo studio del Centro Cardiologico Monzino di Milano, pubblicato sulla rivista “Vaccines”, secondo il quale durante il lockdown nelle regioni con un più alto tasso di copertura vaccinale tra gli over 65enni, ci sono stati meno contagi, meno pazienti ricoverati con sintomi, meno ricoverati in terapia intensiva e meno morti per Covid-19. Lo studio stima che un aumento dell’1% della copertura vaccinale negli over 65, avrebbe potuto evitare 78.560 contagi. Senza dimenticare poi che la Lombardia è la regione nella quale si sono contati 12 mila sanitari infettati da Covid, con 76 deceduti.

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#AndreaSparaciari

Andrea Sparaciari è il responsabile della cronaca milanese del quotidiano “Metro”, inoltre collabora regolarmente con il sito di inchiesta “Business Insider” e con “Il Fatto Quotidiano”. Durante il periodo di emergenza Coronavirus pubblica diverse inchieste per far luce sulla “Questione Lombardia”. Ha scritto per numerosi quotidiani e periodici, tra i quali “La Repubblica”, “Affari&Finanza”, “Famiglia Cristiana”, “Quattroruote” e “Yacht Capital”. Èstato il direttore responsabile del mensile “Soho”.