L’Ue litiga sugli sci: o un accordo sulla chiusura, o quarantene per sciatori export

Di Ennio Remondino

 

Guerra degli sci

Telefonata Conte-von der Leyen, informa sull’HuffPost Angela Mauro, «ma il coordinamento sulla chiusura degli impianti non è materia Ue». Si lavora con la Germania. Ma l’Austria è contraria e la Svizzera fa da sé, e nessuno vuol togliere la castagne  dal fuoco d’altri.

Chi sa se il Coronavirus sa sciare?

«L’Ue litiga anche sugli sci. Ora ci si mette anche l’Austria a minacciare addirittura di ridurre i propri contributi al bilancio Ue, se l’Unione imporrà il lockdown sugli impianti sciistici senza stabilire misure di compensazione». Vienne che spara direttamente su Roma dove il governo è invece sulla linea del rigore, niente vacanze natalizie sulla neve, c on rabbia e contestazioni di località sciistiche e Federalberghi.  In realtà, il problema di una temuta e possibile terza ondata di virus dopo probabili intemperanze di fine anno, incombe su tutti i governi europei.

Ma l’Unione europea non scia

Giuseppe Conte ha sollecitato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ma nulla ancora di sa. «Chiudere o aprire gli impianti non è decisione che spetti all’Ue», la facile risposta tecnica, che però non affronta il problema che è reale, e tutti lo sanno. Se si scia in Svizzera o in Austria, perché non sulla stesse Alpi italiane pochi chilometri più in là? Rischio ‘ferragosto sardo bis’, ed ecco perché persino i più accaniti sovranisti alla Salvini o Zaia e la stessa Federalberghi, sollecitano un accordo europeo. «Nella disgrazia almeno non facciamoci concorrenza».

Austria maliziosa e insidiosa

Sacher Tort indigesta. «Nelle sue minacce, il governo di Vienna va a toccare uno dei punti dell’accordo di luglio sul recovery fund. Minacciare meno contributi all’Ue significa andare a rivedere i termini dell’intesa sul bilancio, intesa – tra l’altro – nella quale Austria, Olanda, Germania hanno incassato maggiori sconti alla loro contribuzione al budget comunitario. Significherebbe insomma far mancare ulteriori risorse al bilancio di tutti. Un delirio, che si aggiunge al veto di Ungheria e Polonia che ancora blocca recovery fund e bilancio europeo 2021-27».

Furberie anche senza sci

La ‘guerra degli sci’ è quindi solo un dettaglio di comportamenti politici sovran populisti noti e mai arresi.  Conte e la presidente della Commissione Ue parlano anche  della conferenza sulla pandemia che si terrà a maggio in un’Italia presidente del G20. Probabile un’Italia solo via Intenet, salvo miracolo vaccini. Ma centrale resta il tema dei veti polacco e ungherese sul recovery fund. Partita tedesca: von der Leyen e Merkel che devono trovare una soluzione senza spingere troppo per non far paura ai marcati.

Una mano sciistica dalla Germania

Markus Soeder, premier della Baviera, candidato alla leadership del partito di Angela Merkel (Cdu), «apprezzato per come ha gestito la pandemia in questa regione a ridosso delle Alpi, si associa alla richiesta italiana sulla chiusura degli impianti sciistici». Il boom di contagi della primavera scorsa dagli impianti sciistici di Ischgl. «Niente impianti di risalita aperti ovunque o niente vacanze ovunque”, dice il premier bavarese. Tradotto:  se gli impianti alpini dovessero rimanere aperti, chi torna in Baviera dovrà farsi 10 giorni di quarantena.

L’Austria e la minaccia Svizzera

«Ma l’Austria tira la corda, intenzionata a riaprire le piste nelle vacanze di Natale anche per non ‘soffrire’ l’esodo di turisti verso la vicina Svizzera, che, non essendo parte dell’Ue, può decidere autonomamente».  E in Svizzera gli impianti sono già aperti, magari con i ristoranti chiusi, ma piste accessibili. «Italiani ben accetti», proclamano ovviamente dal Canton Ticino, a pochi chilometri dalla Lombardia. «Tutto, ma nel rispetto delle regole e con la massima cautela». Salvo quarantena di sicurezza imposta al rientro in Italia.

Lo sci a Natale come il mare a ferragosto

Il governo spinge sul coordinamento con i paesi europei interessati al tema. Stretti i contatti con Berlino e Parigi, anche a livello di ministri della Salute oltre che di leader. «Lo sci è diventata una questione spinosa a livello comunitario. Non a caso, Emmanuel Macron, che stasera annuncia misure di alleggerimento del lockdown, si prende un’altra settimana di riflessione per decidere sugli impianti sciistici, puntando su un’intesa con gli altri paesi Ue», ricorda Angela Mauro. «Mi sembra impossibile immaginare un’apertura degli impianti sciistici per le feste, sarà meglio orientarsi per gennaio», dice il presidente francese.

Da Remocontro

Ennio Remondino, nato a Genova 1 novembre 1945.
Giornalista, corrispondente estero, inviato di guerra Remocontro.it la virtù del dubbio, spazio giornalistico aperto.
Libri:
Da Belgrado in diretta telefonica (coautore) con Rosanna Cancellieri, Manni Editori, 1999
La televisione va alla guerra, Sperling & Kupfer, 2002
Tutti sporchi comunisti?, Sperling & Kupfer, maggio 2003
Senza regole. Gli imperi televisivi all’assalto dell’Europa, Editori Riuniti, 2004. Niente di vero sul fronte occidentale. Da Omero a Bush, la verità sulle bugie di guerra, Rubbettino Editore, 2009