Di Luca Martini
Nota Nicola Lagioia (Bari, 1973) ne La città dei vivi: “Vivevamo nell’epoca dello storytelling, un periodo in cui professionisti senza scrupoli maneggiavano l’armamentario con cui si fabbricano le storie di finzione per creare consenso e alimentare odio”.
Eppure, per raccontare la storia di un crimine – l’assassinio del ragazzo Luca Varani finito intrappolato nella deriva drogata degli amici Manuel Foffo e Marco Prato – si può tornare a un’era precedente.
Lagioia scarta a piè pari pure il reportage giornalistico finto oggettivo, che non esiste neanche nella più nobile versione british, così come il romanzo dell’intellettuale che impone le mani sulla volgare materia del reale e ci regala il suo insight da veggente.
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