LEGA: IL PESO DELLE INCHIESTE ALLONTANA L’ELETTORATO, MA SALVINI NEGA

Di Giorgio Consolandi

Prescindendo dagli ormai noti 49 milioni che sono svaniti chissà come e chissà per mano di chi, le ultime inchieste giudiziarie sulla Lega hanno minato l’elettorato.

Da Savoini alla vicenda Siri dallo scandalo dei camici che ha visto coinvolto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, all’ultima questione dei “tre commercialisti” sui quali subito il leader del Carroccio ha speso parole garantiste. E i sostenitori leghisti, finalmente, cominciano a farsi domande.

Nel quotidiano La Notizia, di Gaetano Pedullà, oggi in edicola, si parla della mancata spallata al governo che era invece pronosticata da Salvini che preannunciava una vittoria dilagante del centrodestra.

Ieri in un’intervista a Radio24, in merito alla sua leadership, Salvini rispondeva: “Io indebolito dentro la Lega? È il desiderio di qualche giornalista”. Alludendo al fatto che la sua posizione è ben salda e tutt’altro che minacciata.

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#GiorgioConsolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare i miei pensieri e le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso emozioni e pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci ha succeduto. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!