LA SITUAZIONE È GRAVE, MA NON È SERIA

Di Rino Girimonte

 

Ci vuole poco ad essere più seri di quell’uomo grottesco d’oltre Manica, basta guardarlo, appena con uno sguardo distratto. E ce ne sono in giro per il mondo, incluso qui dalle nostre parti, che gli contendono la palma d’oro. Comunque, non sarebbe d’interesse minore, direi auspicabile, anche una riflessione sullo stato mentale degli elettori.

“Anche noi amiamo la libertà, ma abbiamo a cuore anche la serietà”.

Ben detto, Presidente. Ma c’è un però. E a me non sembra eccessivamente seria questa rincorsa per riaprire gli stadi, con la seconda ondata alle porte, già entrati nella stagione autunnale, con lo sforzo che si sta facendo per salvaguardare i nostri figli, con la riapertura delle scuole. Le lobby spingono, troppo a lungo sono rimasti in gola gli inni, le urla, gli insulti, i canti che spediscono affanculo. Un popolo bambino che s’impunta, scalcia e frigna e le casse che vanno riempite. Vale la pena segnare un goal e non stringersi in un abbraccio collettivo? Siete sicuri che non ci sarà questo abbraccio? Non puoi autorizzare la musica e poi impedire che i corpi ballino. Ricordate cosa ci fu a Napoli dopo il successo della squadra in coppa Italia? È il caso di dire, amo il calcio, ma mi sta a cuore la vita.

Ed è forse serio celebrare a Nimes, durante una settimana, la corrida della vendemmia, in un paese con 13 mila contagi al giorno, con le strutture sanitarie francesi in sofferenza, per vedere come un tipo vestito in modo ridicolo, muy macho, si adopera a sgozzare un animale dopo che l’hanno torturato e dissanguato? C’è come una spinta, un concorso di forze e di pensiero che spingono, con la tenacia e lo slancio della stupidità, verso il brivido dell’abisso, così, per vedere l’effetto che fa, come fanno quei ragazzini deficienti che si buttano sui cofani delle macchine in corsa. È la nuova moda, coglioni!
Sempre si può pretendere di più e di meglio da un governante ma, visti i tempi, mi accontento che il mio Paese non stia in mano a uno squilibrato.

La situazione è grave, appunto, è la serietà che manca.

#RinoGirimonte

Nato calabrese nella penuria degli anni ’50, a Roma sono cresciuto, ho frequentato la scuola della strada, l’università di filosofia e delle lotte, piccole e grandi patrie mi abitano ” amo la libertà delle righe sussurrate, insurrette, in eterna guerra contro le frasi armate”.