LA NAVIGAZIONE PROCEDE A VISTA

Di Bobo Craxi

Il Presidenziabile galleggia con il suo Governo; dice che la Nave va e che l’emergenza continua. Non apre al Mes e non chiude il paese.

Nonostante la messinscena preparata per la cosiddetta “seconda ondata” volesse replicare le conferenze stampa notturne dei mesi più duri della pandemia quella di ieri sera per contenuti e “pathos” ne era solo un pallido ricordo.

Il Presidente del Consiglio dopo settimane di drammatizzazione e di avvertimenti del nuovo rischio si è presentato prudente all’appuntamento, probabilmente volendo rimandare ad altri appuntamenti eventuali escalation autoritari, e dove ha potuto saltare ostacoli e schivare i colpi sfoderando il suo consueto aplomb “democristiano 2.0” ma con meno efficacia del solito, gettando la responsabilità verso altre istituzioni e arrampicandosi sugli specchi del suo “avvocatese”, messo in risalto, soprattutto quando si è trattato di spiegare con logica il rifiuto del ricorso immediato ai fondi europei per la Sanità, tra l’atro non riuscendovi.

La Crisi Naturale ha sollevato ed levato all’ennesima potenza le crisi istituzionali pre-esistenti, il rapporto fra Stato e Regioni, il rapporto fra Governo e Parlamento, il rapporto fra L’Italia e l’Unione Europea e financo il rapporto fra la Politica e la Scienza sono stati lesionati dalla virulenza incontrollata del Virus ancora aggressivo.

Se la strategia dell’emergenza negli scorsi mesi poteva fare leva sulla retorica della imprevedibilità e straordinarietà del fenomeno ora, dopo oltre sei mesi dallo scoppio della pandemia, l’elemento psicologico fondato sulla paura e sulla colpevolizzazione dei cittadini non può che venire meno e la precisione della seconda ondata avrebbe dovuto cogliere meno impreparato l’esecutivo e più addestrato a difendere quello che è stato definito come un “modello per tutto il mondo” incuranti della stridente realtà.

Ritardi nella distribuzione dei test, immutata capacità ricettiva delle terapie intensive, approssimativa organizzazione del trasporto pubblico hanno contribuito al nuovo elevato numero dei contagi che per il momento non si è trasformato in altrettanto numero elevato di decessi.

Per questa ragione la “surplace” di Conte che ha dovuto affrontare le doppie linee e tendenze all’interno del Governo che tengono conto di altrettanti diversi orientamenti e filosofie di fondo nella maggioranza che lo compone, visto che espressamente si è deciso di fare a meno del sostegno dell’altra parte del Parlamento che in questo caso ha maggiore giocoforza nell’opporsi pregiudizialmente alle linee adottate.

Chi invocava una stretta autoritaria alla “francese” ha ottenuto il risultato di trasferire questa decisione direttamente ai Sindaci che ne faranno direttamente richiesta, come se questi ultimi potessero contare sul conforto di autorità sanitarie e scientifiche per consolidare un’eventuale scelta del coprifuoco. Chi riteneva fosse necessario sbarrare le porte dei ristoranti e dei locali si è dovuto accontentare di una normalissima chiusura a mezzanotte, ci penserà quindi l’esercito a far sfollare la gente nel caso di assembramenti spontanei. Chi voleva regolare il numero di commensali all’interno di un’abitazione privata ha probabilmente maldigerito la marcia-indietro realistica di chi ha capito che il limite dell’invadenza della Stato nella vita delle persone non può essere oltrepassato in una democrazia occidentale anche quando si è in presenza di un’influenza che ha potenziale letale ma che non può essere utilizzata per imporre misure da Stato Autoritario degli anni ’50.

Resta naturalmente il nodo economico che il Presidente del Consiglio ha voluto schivare asserendo che degli innominati “ analisti economici sono rimasti sorpresi della crescita italiana”.

I numeri che dichiarano purtroppo tutto l’opposto dell’ottimista Conte avrebbero realisticamente dovuto orientare le politiche del Governo verso un accesso rapido alle risorse messe a disposizione dall’Europa sotto forma di prestito senza grandi interessi.

Ma sul Mes si è innervata una partita di natura politica che con il merito della questione c’entra assai poco. Conte gioca cinicamente una partita politica ed assume una posizione tardiva sul Mes per una utilizzazione politica tutta in chiave personale: catturare la testa del M5S allo sbando per rendersi immediatamente “presidenziabile”; blinda il suo esecutivo ( “il Governo c’è” ha dichiarato) respingendo le ipotesi di una possibile Unità Nazionale in vista di nuove emergenze, come anche auspicato da settori del PD. Da un lato esalta i dati positivi dell’economia e dall’altro ribadisce con tono grave il ritorno ad ore più buie entrando in vistose contraddizioni con sé stesso.

Il Sistema Sanitario collassa perché la priorità è stata data alla lotta contro il Coronavirus ma non si fa ricorso a risorse aggiuntive (che sarebbe stato meglio utilizzare mesi or sono in vista della seconda ondata) e si abbondonano al loro destino milioni di pazienti di altre patologie.

Potremmo dire che la navigazione di Conte proceda a vista ma che la sua rotta personale è stata fissata, la conquista del Movimento a cinque stelle ai fini dell’elezione del Capo dello Stato e la blindatura del suo Governo scongiurando ipotesi alternative. L’emergenza Coronavirus continua ad essere la sua migliore alleata.

Da A.live

#BoboCraxi

è un politico italiano, già sottosegretario di Stato agli affari esteri con delega ai rapporti con l’ONU nel secondo governo Prodi.
Già esponente del Partito Socialista Italiano storico, membro del Nuovo PSI e passato poi alla formazione politica dei Socialisti Uniti, ha aderito in seguito col suo gruppo al ricostituito Partito Socialista Italiano.
È il figlio secondogenito di Bettino Craxi (1934-2000) e fratello di Stefania.