LA MADONNA DELLE FARFALLE di Mario Rigli

Di Mario Rigli

Prima di cominciare un quadro lo medito a lungo, lo guardo e lo riguardo nel mio cervello, nella mia fantasia, metto a punto tutti i dettagli, mi formulo un obiettivo anche e soprattutto del messaggio che voglio dare, trovo un titolo e solo allora mi metto a dipingere, anzi a lavorar di pennino, visto che i miei quadri, benché tecnica mista, sono al settanta per cento e più, lavori in china.
Il titolo per questo dipinto era già in partenza “Madonna delle farfalle” o “Nostra Signora delle farfalle” od ancora “Madre di Dio delle farfalle” o “Santa Maria delle farfalle”. Vi dirò anche cosa significano le farfalle nel contesto del dipinto, ma dopo. Quello che mi ha stupito però è stato il fatto che mi sono accorto che non era la prima volta che si abbinava la Madonna alle farfalle, pensavo che la mia fosse la “prima volta” ed invece non è così.
Già nel 1410 circa, il pittore olandese Jean Malouel aveva titolato una sua tela di 80×100 (Madonna delle farfalle, butterflies Madonna) e una cinquantina di anni più tardi Gentile Da Fabriano dipinge una tempera su tavola intitolata “Madonna della farfalla” fino ad arrivare ai giorni nostri dove un contemporaneo, Francesco Romanello, dipinge una tela “Madonna e farfalla”

Vi dico la verità volevo abbandonare il titolo e cambiare anche la scenografia del quadro, ma sono andato avanti nelle mia prima idea.
Non è neppure la prima volta che dipingo soggetti religiosi, ho dipinto la resurrezione di Piero della Francesca con il Cristo che ha la faccia di mio figlio, un San Sebastiano con il fisico di Brad Pitt, ma la volta che mi ha un po’ segnato è stata quando ho dipinto tutta una serie di grandi piatti in ceramica e grandi calici in vetro per un tavola apparecchiata dal titolo “last supper” e i miei lavori furono rifiutati in una mostra per “blasfemia”.
Ma veniamo al quadro. Misura 90X90, la misura di una nicchia dove dovrebbe esser collocato, sempre che vada bene al committente.
Forse è stata l’atmosfera, l’avvicinarsi al Natale che ho pensato ad una maternità, ad una Natività. Ho un esempio sfolgorante in casa per questo: Fra Diamante di Feo, mio concittadino del quattrocento, e discepolo di Filippo Lippi, anzi fac totum della bottega del Lippi (personalmente credo che molte opere attribuite al Lippi siano in realtà di Fra Diamante) ha dipinto diverse Natività. Una è al Louvre, un’altra è affrescata nel duomo di Spoleto e l’altra è la Madonna Benson, quella alla quale mi sono ispirato per questo quadro.

 

E’ una scena molto dolce, la Madonna accarezza il bimbo in un languore tipico delle icone ortodosse “Madre di Dio della tenerezza” o “Madre di Dio delle carezze”, nell’originale intorno alla Madonna ci sono tre angeli, io ne ho tolti due per lasciare più spazio alle mie campiture e per concentrare di più la vista sulla Madonna e il bambino. In compenso ho messo un altro angelo in volo in un cielo rosso che è citazione dell’angelo di destra della “Nativitè du Louvre” di Fra Diamante.
Di solito comincio dai lati della scena, con quelle specie di cornici dipinte che faccio. Immagino l’opera quasi tutta in bianco e nero, la china pretende molto bianco e nero. L’avevo, questa volta, quasi completata in bianco e nero quando mi sono sentito orfano del colore. Non ne potevo fare a meno, ho tirato fuori le chine colorate e ho terminato la cornice a sinistra quasi come se fosse un arcobaleno. Poi ho continuato, naturalmente, con il colore. La campitura di sinistra in basso si richiama a Mondrian anche se ho scelto i cerchi anziché i rettangoli perché a me più congeniali, quella all’altezza del viso dellaMadonna invece cita espressamente Klimt in un particolare del Bacio.
In un dipinto nel Rinascimento, di solito si inserivano particolari che rimandavano al pittore e al committente. Per quanto riguarda il pittore e cioè il sottoscritto i riferimenti al mio concittadino sono evidenti, non solo, ma anche quel Luca Pacioli, di cui vi dirò tra poco è un mio conterraneo e concittadino di Piero della Francesca. Per quanto riguarda il committente o i committenti, sono ancora più visibili. Entrambi sono Ragionieri ed hanno uno studio di Commercialista. Una vita condotta insieme nel segno della Ragioneria e della Partita doppia. Questa disciplina ha unito le loro vite anche oltre il lavoro, quel trattato sulla destra del quadro è stato pietra miliare nelle loro vite. Sotto c’è una piccola didascalia che rimanda alla Divina Commedia e a Paolo e Francesca. In questo caso il libro galeotto è stato quello di Luca Pacioli, ma per sdrammatizzare la presunta aridità della materia, intorno al libro svolazzano delle pedine di scacchi. Luca Pacioli ha anche scritto un trattato sul gioco degli scacchi. Dall’altra parte del dipinto c’è addirittura la committente, con le sue unghie curatissime e il telefonino, indispensabile nel lavoro, ma anche nelle amicizie e negli affetti. Sembra fotografi la scena della maternità o l’osservatore che osserva. Nelle intenzioni l’immagine doveva essere più soffusa, avrei dovuto velarla con dei bianchi o dei trasparenti, ma ho preferito poi lasciarla così. Per il resto le mie campiture, i miei mandala ed i miei pianeti in cieli colorati, questa volta una ipotetica terra ed un ipotetico marte.
Prima di parlare delle farfalle devo ringraziare Lisa, una eccezionale e sublime ritrattista che ha fatto gli ultimi ritocchi ai volti.
Ed eccoci al titolo e alle farfalle.
Di solito intorno alla Madonna ci sono voli di Angeli, (un appellativo della Madonna è Regina angelorum) di cherubini o Serafini, Gabriele arcangelo le ha dato anche la buona novella. Quindi angeli e solo angeli intorno alla Madonna, da sempre. Ebbene non sono gli Angeli delle creature eteree, leggere ed anche asessuate? E non sono per questo un po’ lontani dalla terra, dalla materia e dalla carne? E quali potrebbero essere delle creature con le stesse qualità, ma più terrene se non le farfalle? Sono eteree, leggere, forse non sono asessuate, ma chi pensa fra noi quando pensa alle farfalle se sono farfalle maschi o femmine? Quindi anche asessuate nel pensiero comune. Farfalle al posto di angeli. Farfalle, piccoli angeli che svolazzano nei nostri campi, nei nostri prati e nei nostri fiori e da oggi anche intorno alla Madonna.
Grazie per l’attenzione Mario.

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Nato a Terranuova Bracciolini il 7-7-49. Si è occupato di poesia e narrativa da sempre. Ha partecipato, con importanti riconoscimenti, a numerosi premi letterari nazionali e internazionali. Nel corso del 1985 ha pubblicato il volume di racconti “Laurine” presso l’Editore “La Ginestra” di Firenze, ha ottenuto la targa di rappresentanza alla decima edizione del Premio Casentino, il Primo Premio Assoluto al “Cardo d’Argento”, il 1° assoluto a Concorso Internazionale “Natale di Pace” a Roma. Per il complesso della sua attività gli è stato conferito il riconoscimento “Gli Etruschi” a Roma. Nel 1986 ha conseguito il Premio Speciale “Trofeo delle Nazioni” a Roma, il 2° ex-aequo per la poesia al concorso “Federico Garcia Lorca” , il 6° premio per la narrativa alla XVI edizione del premio “San Valentino” di Terni, il Trofeo di Rappresentanza alla undicesima edizione del “Casentino”, il 5° ex-aequo per la poesia al premio “Città di Cava”: Nello stesso anno gli è stato conferito il riconoscimento “I Protagonisti”. Nel 1995 ha pubblicato la raccolta poetica “Immaginato nettare” con l’editore carta verde e nel 1998 la raccolta poetica “A ticket to hell” a due mani con il figlio Filippo sempre per l’editore Carta Verde. Suoi lavori recenti sono “Schegge di Luna” pubblicato in arabo nel 2013 ad Amman in Giordania traduzione e prefazione del poeta e traduttore Nizar Sartawi. Una pubblicazione a Mombay sempre nel 2013 in lingua hindi da parte della poetessa e traduttrice Vijaya Kandpal. La traduzione e la prefazione per il poeta arabo candidato al nobel per la poesia Munir Mezyed del volume “Le uve della vigna del cielo” pubblicato in Italia da Albatros nel 2011. Ha partecipato come unico autore italiano alla antologia poetica internazionale “The second genesis” pubblicata a Waipur India. Nel 2014 è stato coautore del libro “Intelligenze per la pace” insieme a Gianmario Lucini per le edizioni CFR. Nel 2014 ha scritto la prefazione e illustrato il libro “Le luci del Pratomagno di Ulisse Giovannuzzi. Nel 2015 ha scritto la postfazione del volume : “Storia di una mattonella di graniglia” di Fernando Poccetti. Nel 2016 ha tradotto in Italiano e ha fatto la prefazione per il volume “The birth of a poet” del poeta libanese Mohammad Ikbal Harb edito da Inner Child Press (Usa) e ha partecipato con sue poesie alle antologie internazionali “Morocco” e “Aleppo” sempre edite da Inner Child. Nel 2017 si è tenuta una sua retrospettiva nella sala del Consiglio Comunale di Terranuova Bracciolini, di pittura, scultura, poesia, narrativa e musica di quarant’anni del suo lavoro. Nel novembre del 2017, come paroliere è uscito il suo CD “Poesie in Musica” musicato, arrangiato e cantato da Fabio Martoglio. Le sue poesie sono tradotte in inglese, francese, spagnolo, portoghese, macedone, russo, arabo, hindi, pagasinian, tedesco . Suoi racconti e poesie sono presenti in antologie e riviste. Come pittore e scultore ha partecipato a molte mostre regionali e nazionali.