LA CACCIA È GIUSTA? DISCUTIAMONE

Di Massimo Wertmuller

Quando ‘ho condiviso la prima volta questo post su Facebook, avevo prima di tutto l’intenzione di usarlo in modo simbolico. Una madre, ammazzata vigliaccamente chissà da cosa e da chi, circondata dai suoi cuccioli che la piangono. Cioè una scena che chissà quante volte infinite si è ripetuta grazie a quegli eroi che sparano accuratamente nascosti con un piccolo cannone a esseri viventi, anche minuscoli, che volano, corrono, vivono liberi, ignari e indifesi nei loro habitat. Ci si svegliano apposta, all’alba, per andare a sottrarre vite. Magari difesi, secondo loro, dall’alibi dell’antico rito. Come se non fosse passato un minuto da quando, nella preistoria, l’uomo almeno andava a sfidarlo con le sue mani, l’animale, e quando era costretto dalla fame, e come se oggi poi non sapessimo in più che una alimentazione alternativa a quella assassina e inquinante della carne fosse possibile. Ma troppi falsi alibi proteggono le morti ingiuste, come la religione, la ritualità, la fallace ricerca scientifica, persino lo “sport”…Ora, dovete sapere che nell’immagine questa creatura ammazzata non sia “altro” che una gallina. Non un fagiano come può sembrare a una prima occhiata. Io non mi sono peritato, e manco mi frega di farlo, di verificare questa “precisazione”ma vi volevo informare di quale Italia fa galleggiare Facebook di fronte ad una possibile “svista”come questa. Dovete solo fidarvi di me perchè non sono capace di copiare e incollare i loro commenti. Commenti quasi tutti presenti sotto il post originario di Carlo Monguzzi. Si parte da un semplice “ma è una gallina, che c’entra?”, si passa poi a “é una gallina , sempre a buttare merda sui cacciatori!”, “ci sono tante merde anche tra chi critica i cacciatori”” la caccia esiste da sempre”…ossia, il fatto che questa vittima nell’immagine sia una gallina e non un fagiano, o un falco, di colpo, come per incanto, per questi simpaticoni, fa diventare la caccia giusta, come per incanto con la caccia non muore più nessuno, nessuna madre lascia i suoi cuccioli senza di lei, e non esiste nessuna caccia che ammazza, insomma, prima e dopo quella povera gallina. Se poi lo è, una gallina, ma certo non è questo il problema. Il problema è la testa della gente, che per giustificare magari la loro doppietta si inventano follie criminali. Come fanno per mangiare carne no? Tirano fuori di tutto, carote, moscerini sul parabrezza, antiche usanze, un po’ di carne fa bene….tutte fregnacce che rispondono spesso a egoismi,  a interesse di lobby, che tengono in piedi usi sbagliati, non etici, non empatici, e che oggi sappiamo pure essere nocivi. Ma l’idea che per tanti, erano tanti eh, siccome quella è una gallina e non un fagiano, sia giusta la caccia, mi spaventa. Un altro grande problema, qui su facebook, è questo diritto alla “precisazione” ormai troppo abusato. Capirai, qui abusano persino del diritto all’odio. Tutte attività che giustificano la frase di Eco sulla libertà di essere imbecilli. Tutte attività che giustificano senz’altro l’attivismo di chi deve preoccuparsi degli animali, di tutte le vite altrui e di tutte le creature più deboli e fragili, siano essi anche bambini, monumenti, ambiente. Ecco, questa preoccupazione sta diventando la vera politica, perchè poi certi italiani votano pure. E le politiche ambientali e le nuove economie verdi, e il rispetto per l’ambiente, e gli animali, che non abbiamo mai avuto, diventeranno una necessità, che noi lo vogliamo o no. Imbecilli o no.

#Massimo Wertmuller

Nato a Roma il 13 agosto del 1956
è un attore e doppiatore italiano.
Nipote della regista Lina Wertmüller, dopo aver esordito in teatro nel 1976 con Luci di Bohéme, spettacolo presentato alla Biennale di Venezia, nel 1978 inizia a frequentare il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti. Insieme ai compagni di corso Paola Tiziana Cruciani, Shereen Sabet, Rodolfo Laganà, Patrizia Loreti e Silvio Vannucci fonda il gruppo comico La Zavorra, attivo nel teatro cabaret e nell’intrattenimento televisivo fino al 1984.